Truffe immobiliari. La compravendita immobiliare è infestata da squali. Meglio farsi assitere da professionisti di parte (commercialisti et
Truffato il proprietario di un appartamento, facendogli vendere l’immobile con la promessa del successivo acquisto di una casa in campagna, affare , in realtà, mai andato in porto. Naturalmente, i soldi della vendita sarebbero dovuti finiti nelle tasche del venditore, ma in realtà finiscono nelle tasche di tre ‘intermediari’, che ora sono accusati di truffa.
Si tratta del noto avvocato RxxRxx, con studio in via Fxxxxi, e di due complici titolari di una ditta di ristrutturazione edile, DxxCxx e Fxx . Il pm A. G. ha inviato a tutti l’avviso di fine indagine, atto che di solito precede la richiesta di rinvio a giudizio.
L’inchiesta, affidata alla Finanza, è partita nel 2008 dopo la denuncia del presunto truffato , un 73enne bolognese .
La storia secondo la descrizione della denuncia e secondo il PM inizia nel 2006, quando Il signor Rossi (nome di fantasia ) decide di vendere il proprio appartamento di via Axxx, zona Corticella, in cui vive con la sorella e la zia. Per farlo chiede aiuto a DCxx e Fxx , buoni conoscitori del mercato immobiliare.
Nell’ottobre 2006 si perfeziona la promessa di vendita dell’appartamento di Corticella ad un promissario acquirente (del tutto estraneo alle successive vicende) che paga regolarmente l’immobile per una somma di circa 360mila euro. Ne versa subito 99mila come caparra al proprietario, il resto all' 1 luglio 2007 all’atto del rogito.
Immediatamente dopo il DCxx e Fxx propongono al signor Rossi (nome di fantasia)l’acquisto di una casa in campagna a Lugo, in Romagna. Lui accetta, visto che cerca proprio una soluzione di quel tipo. A questo punto della vicenda, secondo l’ accusa, entra nella trattativa l’avvocato RxxRxx. Arriviamo alla metà di luglio 2007. Rossi versa prima 15.ooo euro di caparra al promittente venditore della casa di Lugo; poi 51.000,00 euro il 13 luglio 2007 e i restanti 220.000,00 euro il 31 luglio 2007 nelle mani del legale fiduciario. In entrambi i casi, vengono richiesti al Rossi assegni di importo non superiore ai 12mila euro al portatore o intestati a sé medesimo (per evitare, secondo la denuncia, i controlli della normativa antiriciclaggio). E così è: nel primo caso vengono emessi 5 assegni, nel secondo 18 assegni Secondo la denuncia, tutti gli assegni vengono trattenuti dalla “cricca “ (che non li consegna al venditore della casa di Lugo) che chiede al Rossi di girarli in bianco (ossia con la semplice firma apposta sul retro dell'assegno ). Secondo la accusa la “cricca” si divide il malloppo invece di versare il denaro al promittente venditore della casa di Lugo
A quel punto inizia il calvario. La casa di Lugo diventa una chimera. Passano i mesi e l’affare non si fa. DCxx ed Fxx e RR si negano al telefono e non si fanno trovare. La caparra di 15mila versata al promittente venditore della casa di Lugo và persa perché trattenuta a fronte dell’inadempienza dei successivi pagamenti non fatti dal fiduciario . Il Rossi malcapitato e le due parenti, sempre secondo le accuse, vengono sistemate in alloggi di fortuna prima a San Giovanni in Persiceto, poi in un monolocale a Bologna. Alla fine, le due donne finiscono in una struttura pubblica e l’uomo è costretto a dormire in auto per alcuni mesi. Solo nel maggio 2011 il Comune gli assegna un alloggio popolare.
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