Turisti stranieri in calo in Italia, ma la tendenza si può contrastare
L’analisi di Vincenzo Elifani, presidente di Confapi Lazio
Un recente studio commissionato dal governo evidenzia i punti deboli del sistema Italia e chiarisce il motivo per cui Francia e Spagna ci abbiano superato negli incassi del settore turistico: hotel datati e poco attenti alle nuove tendenze, aeroporti poco accoglienti, prezzi non competitivi.
“I nostri dati confermano che l’Italia sta perdendo flussi notevoli di potenziali visitatori - dichiara Vincenzo Elifani, presidente di Confapi Lazio – anche se il fenomeno non riguarda espressamente Roma che ha visto crescere del 25% le presenze straniere negli ultimi 3 anni, grazie all’arrivo di una nuova tipologia di turisti provenienti da Cina, Paesi del Golfo e Russia.
Purtroppo la nostra Capitale non è preparata ad accogliere e fidelizzare questi nuovi e ricchi visitatori e il motivo è da ricercare proprio nell’offerta turistica che resta legata a schemi e dinamiche sorpassate. Localmente potremmo e dobbiamo fare di più. Per quanto riguarda il Lazio siamo ancora lontani da un sistema di “turismo relazionale integrato” che permetta al visitatore un’esperienza più completa delle nostre eccellenze e che coinvolga nella filiera i piccoli produttori, i borghi agricoli, le realtà locali.
Roma resta una meta ambita ma congestionata, non vedo all’orizzonte progetti che uniscano, ad esempio, l’offerta del soggiorno in città a quella della scoperta del litorale o delle tante altre attrattive di cui la regione dispone. Faccio un esempio concreto: un turista che voglia visitare i castelli romani, famosi oltre che per le prelibatezze enogastronomiche anche per la loro millenaria storia e i paesaggi suggestivi, non ha a disposizione alcuna soluzione per raggiungerli, se non quella di noleggiare un’autovettura naturalmente con tutte le difficoltà connesse al traffico cittadino. La rete ferroviaria locale, infatti, è totalmente degradata e inefficiente.
Come presidente di Confapi Lazio, che riunisce migliaia di aziende piccole e medie che operano anche nel turismo e nei suoi indotti mi auguro davvero che si attuino misure finalizzate a invertire i dati di settore. Bisogna trovare le risorse per tornare ad investire nelle infrastrutture, migliorando la viabilità, il litorale e la ricettività. Un incentivo potrebbe essere la totale defiscalizzazione per la creazione di nuove strutture o per la riqualificazione dell’esistente. Sarebbe auspicabile una forte riduzione del costo del lavoro, mediante un restringimento del cuneo fiscale, che permetta insieme ad una maggiore flessibilità nel mercato del lavoro, di poter ampliare l’offerta di impiego nella ristorazione e nella albergazione”.
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