Un esercito di sostanze naturali contro il colesterolo troppo alto
Il ruolo più importante nel controllo dei livelli di colesterolo spetta alla dieta: cibi di origine vegetali e pochi grassi sono la migliore prevenzione ma non va dimenticato neppure l'importanza di un corretto stile di vita e una regolare attività fisica.
Un recente studio ha verificato che l’approccio non farmacologico all’ipercolesterolemia prevede cambiamenti dello stile di vita e l’assunzione di capsule di riso rosso fermentato e di olio di pesce che riduce il colesterolo LDL in modo simile a quanto avviene con la terapia con simvastatina. Fitosteroli, riso rosso fermentato e tè verde sono in grado di ridurre sia la produzione che l’assorbimento dei grassi nel sangue. Lo dimostra uno studio del CNR di Roma che ha testato la combinazione vincente su persone a basso rischio cardiovascolare
Il riso rosso fermentato è un prodotto tradizionale cinese ottenuto dalla fermentazione del riso ad opera di un lievito chiamato Monascus purpureus. Sono state ampiamente dimostrate le sue proprietà benefiche nei confronti dell’abbassamento del colesterolo. L’azione è nata dall’osservazione che la popolazione asiatica presenta generalmente valori di pressione arteriosa, trigliceridi e colesterolo più bassi rispetto alla media della popolazione occidentale.
La motivazione di ciò non può essere ricondotta solo a una sostanziale differenza dello stile di vita o dell’alimentazione, ma è legata alla presenza di un particolare ingrediente ricavato dal riso che spesso accompagna i cibi nelle tavole orientali, presente in molti liquori, aceti, vini, condimenti, salse, insaccati. Alla fine degli anni ’90 diversi studi hanno evidenziato l’efficacia del Riso fermentato Monascus Purpureus era dovuta in modo particolare alla presenza tra i suoi componenti di un’inibitore della HMG-CoA-reduttasi, enzima epatico responsabile della produzione di colesterolo, era in grado di ridurre la sintesi epatica di colesterolo.
In USA, recentemente sono stati reclutati 74 soggetti con livelli di colesterolo LDL tra 160 e 210mg/dl. Ad un gruppo di 37 soggetti è stata prescritta la terapia con simvastatina (40mg/die), insieme ad alcune indicazioni comportamentali, ad un altro gruppo di 37 soggetti è stato consigliato di prendere capsule di olio di pesce + riso rosso fermentato. Settimanalmente i pazienti si sono incontrati per ribadire l’importanza dei cambiamenti dello stile di vita. Dopo dodici settimane di distanza i risultati mostravano una riduzione significativa dei livelli di colesterolo LDL: -42.4% con l’approccio non farmacologico e -0.96% con statine.
L’estratto di riso rosso fermentato potrebbe dunque costituire una valida opzione terapeutica alternativa per i pazienti che rifiutano l’opzione con le statine e che si dimostrano molto motivati nell’adottare cambiamenti dello stile di vita. Va però tenuto conto del rischio di effetti avversi anche per sostanze naturali, soprattutto nel caso di assunzioni di quantità rilevanti di principio attivo prolungate nel tempo o di interazioni con altri trattamenti.
Una novità che potrebbe far piacere in Italia, terra ricca di olivi: dalle foglie della pianta si può ottenere un estratto che, secondo dati pubblicati sulla rivista Phytotherapy Research, ridurrebbe in maniera significativa il colesterolo LDL e la pressione arteriosa.
GEMELLI – I risultati arrivano da una piccola sperimentazione condotta da un gruppo di ricercatori svizzeri e tedeschi su 20 coppie di gemelli monozigoti, tutti con una lieve forma di ipertensione e il colesterolo un po’ elevato: aver scelto i gemelli, osservano gli autori, ha permesso loro di eliminare le incertezze nell’interpretazione dei dati che sarebbero potute derivare dalle differenze genetiche fra individui. I medici hanno dato a uno dei due gemelli di ogni coppia un placebo, all'altro l’estratto di foglie d’olivo in due diverse dosi, 500 e 1000 milligrammi; il trattamento è proseguito ogni giorno per otto settimane, mentre i ricercatori raccoglievano dati circa lo stile di vita dei partecipanti e soprattutto analizzavano regolarmente parametri come la pressione arteriosa e il colesterolo.
I dati raccolti indicano che entrambi questi fattori vengono influenzati dall'estratto, che aveva già dimostrato effetti simili in esperimenti precedenti condotti sui ratti: la pressione massima si riduce con l’estratto nella dose più elevata e soprattutto il colesterolo LDL, quello “cattivo”, cala in tutti i pazienti sottoposti al trattamento, in modo dose-dipendente (l’effetto, cioè, è maggiore al crescere della quantità di estratto somministrato).
PRINCIPIO ATTIVO – «Va detto che nessuno potrebbe mettersi a mangiare foglie d’olivo, perciò non è possibile assicurarsi l’effetto individuato dei ricercatori attraverso l’alimentazione. Bisognerà quindi capire innanzitutto qual’è il principio attivo dell’estratto responsabile delle azioni anti-colesterolo e antipertensive», commenta Andrea Ghiselli, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (Inran). «Occorrerà isolarlo e studiarlo e chissà che davvero non si riesca, prima o poi, a utilizzarlo davvero. In caso contrario mi sembra poco utile, anche perché un conto è prendere un estratto in cui la quantità dell’eventuale principio attivo può non essere sempre costante e precisa, tutt’altra storia è assumere una compressa in cui c’è un principio attivo dosato al millesimo di grammo, con un effetto dimostrato».
Nel mondo occidentale e soprattutto in Europa, la dieta porta all'assunzione di discrete quantità di omega-6, presenti negli oli vegetali, ma di scarse quantità di omega-3, contenuti soprattutto nei pesci e nei crostacei, nelle mandorle e nelle noci, nonché in alcuni alimenti poco “frequentati” alle nostre latitudini come il tofu (formaggio di soia), l’olio di semi di lino, l’olio di colza e l’olio di nocciole e di noci. Secondo la letteratura, il rapporto omega-6/omega-3 ottimale è approssimativamente pari a 4:1.
Per raggiungere o avvicinarsi a questo valore, la stragrande maggioranza della popolazione dovrebbe aumentare l’assunzione di omega-3, sia con la dieta, sia con gli integratori alimentari.
Gli studi effettuati in anni recenti hanno dimostrato la grande importanza degli omega-3 per la salute cardiovascolare, per le funzioni cerebrali e per quelle visive, in particolar modo per prevenire o contrastare patologie quali la degenerazione maculare, nonché come ausilio in alcune forme di depressione. I loro acidi grassi EPA e DHA, infatti, consentono di migliorare la fluidità del sangue e di controllare in modo fisiologico le dislipidemie. Effetti benefici sono stati documentati anche nei confronti del sistema immunitario e di conseguenza gli omega-3 hanno un ruolo positivo nei casi di artrite reumatoide, asma, lupus, malattie renali e tumori. Gli alimentaristi consigliano, pertanto, di aumentare l’assunzione di omega-3 attraverso gli alimenti, soprattutto pesce che ne contiene una discreta quantità.L’olio di semi di colza contiene Omega 3, 6 e 9, noti per contrastare il colesterolo e mantenere il cuore in salute, per le loro proprietà benefiche su tutto l’organismo e per mantenere la mente attiva.
Aglio e carciofo hanno un meccanismo d’azione simile a quello delle statine (inibizione dell’attività dell’HMG-CoA reduttasi, l’enzima che catalizza la reazione chiave nella sintesi di colesterolo endogeno a livello del fegato).
Poco conosciuta in Italia, la Gynostemma è ben più popolare in oriente col nome di Jiaogulan, dove è stata ribattezzata “pianta dell’immortalità”. Tale onorevole appellativo è dovuto alla ricchezza di principi attivi che la contraddistingue, tanto da essere considetrata 4 volte più potente del ginseng. E sembra faccia bene a tutto, proprio a tutto.
Grazie alle sue proprietà antiossidanti rallenta i processi d’invecchiamento, aiuta a tenere sotto controllo il colesterolo e, come il Ginkgo Biloba, aiuta la memoria. Inoltre, stimola il metabolismo dei grassi, ed è quindi indicata per chi segue una dieta dimagrante.
Frutta a guscio può ridurre il colesterolo LDL, perché contengono fibre, e fitonutrienti antiossidanti come vitamina E e selenio, insieme con steroli vegetali e grassi monoinsaturi e polinsaturi. Tutti questi componenti sono noti per abbassare il colesterolo LDL.
La lecitina, che è una sostanza grassa presente negli alimenti e il più abbondante dei fosfolipidi, è utile nel caso si verifichi un aumento del livello di colesterolo. Ha la capacità di “rompere” il colesterolo nelle particelle sue più piccole. Fonti ricche di lecitina sono il tuorlo dell’uovo, oli vegetali, cereali integrali e soia.
I semi di girasole sono molto efficaci come rimedio naturale per il colesterolo alto. Contengono una quantità sostanziosa di acido linoleico, che serve a ridurre i depositi di colesterolo dalle pareti delle arterie.
I fitosteroli (contenuti soprattutto in oli, cereali e frutta) e il tè verde agiscono riducendo l´assorbimento intestinale del colesterolo, il riso rosso fermentato (contenente mevinolina, una statina naturale al dosaggio di soli 3 mg) e i policosanoli (estratti dalla canna da zucchero) agiscono inibendo la sintesi epatica del colesterolo. I policosanoli sono sostanze capaci di ridurre fortemente il colesterolo totale e quello LDL (cattivo) e di aumentare notevolmente il colesterolo HDL ( buono), con un’efficacia vicina a quella delle statine, che sono i più potenti farmaci oggi disponibili per abbassare il colesterolo. Il loro effetto sui trigliceridi è invece modesto, come del resto accade anche per le statine.
L’OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA (composto in prevalenza da acido oleico, monoinsaturo) non abbassa il colesterolo totale, ma aumenta la presenza nel sangue delle proteine HDL, che sono in grado di impedire la deposizione di colesterolo sulla parete interna dei vasi sanguigni e di avviarlo all’eliminazione. GLI ACIDI GRASSI MONOINSATURI sono quindi particolarmente PREZIOSI.
La Caigua é nota in America Latina quale equilibratice di colesterolo e trigliceridi, 800 mg al giorno di estratto secco di questa pianta consentono la riduzione del 33% del colesterolo-LDL quello contenente detto cattivo e, fatto ancor più importante, il contemporaneo aumento del 33% del colesterolo-HDL quello comunemente chiamato buono.
Con l’assunzione della Caigua in dosi corrette sarà quindi possibile raggiungere facilmente un equilibrio ottimale del profilo lipidico in soli due tre mesi, conseguendo la diminuzione del 22% del colesterolo sierico e simultaneamente la riduzione dei trigliceridi di circa il 30%. Recenti ricerche confermano la validità dell’uso dell’estratto secco di questa pianta nel periodo della menopausa, quando, in seguito alla minore produzione di estrogeni, la donna é maggiormente esposta ai rischi alle coronarie a causa del noto squilibrio lipidico tipico del periodo.
Garcinia: il frutto della pianta produce notoriamente benefici effetti sul tessuto adiposo e sul fegato. L’idrossicitrato contenuto nella buccia del frutto di Garcinia Cambogia è capace di ridurre, regolare, colesterolo e trigliceridi fino al 27%. Questo principio attivo è molto importante, sia perché combatte l’accumulo dei grassi, sia perché fornisce all’organismo l’immediata energia derivante dalla demolizione completa degli zuccheri.
La demolizione degli zuccheri, delle proteine e dei grassi che avviene nei mitocondri, attraverso il ciclo di Krebs, ha l’importante proprietà di ridurre drasticamente l’appetito e produrre un piacevole senso di sazietà.
Il Ginseng oltre a essere una pianta dalle virtù tonificanti ed energizzanti può essere considerato a giusta ragione un rimedio efficace contro l’ipercolesterolomia. Dopo una cura di Ginseng, le arterie si dilatano rallentando la formazione delle placche di ateroma, le piastrine si aggregano molto più lentamente e la pressione arteriosa si stabilizza. Il risultato è un abbassamento del tasso di colesterolo nel sangue e un aumento del colesterolo buono. Il Ginseng inoltre essendo un anti-stress aiuta il nostro organismo a gestire un fenomeno, lo stress appunto, che favorisce la produzione di colesterolo cattivo oltre che le patologie cardiovascolari.
Guggul: cresce nel nord-est dell’India e in Pakistan, possiede una spiccata attività ipolipemizzante e soprattutto ipocolesterolemizzante, essendo in grado di ridurre significativamente il colesterolo totale e il colesterolo LDL.
Questa azione è dovuta in parte ad un aumento del numero dei recettori per il colesterolo LDL posti sulla superficie delle cellule del fegato e forse anche ad un aumento del legame colesterolo/recettore. In questo modo il colesterolo viene tolto dal sangue ed eliminato poi attraverso la bile. Alcuni studi hanno dimostrato che la polvere di guggul per via orale riduce significativamente la colesterolemia causata da una dieta molto ricca di grassi e che tale polvere ha un’azione inibitoria sull’ossidazione delle LDL, che è la causa scatenante dell’aterosclerosi.
I legumi (i fagioli, in particolare) hanno effetti benefici a livello del sistema cardiovascolare. Sono ricchi di lecitina, che come è noto, facilità l’emulsione dei grassi, favorendo così la riduzione del colesterolo LDL. I fagioli, e più in generale i legumi, sono poi ricchi di fibra vegetale, che è l’ideale per favorire la peristalsi intestinale, normalizzare la glicemia e indurre il senso di sazietà.
Il rafano nero è conosciuto da tempo per le sue proprietà stimolanti la formazione ed il flusso della bile, nonché per la sua blanda attività lassativa. Il rafano nero ha un’azione tonica sull’intestino e sulla cistifellea, ed è consigliato in casi di difficoltà di digestione dei grassi accompagnata da stipsi.
Aldilà delle proprietà diuretiche universalmente note, il tarassaco – ed in particolare il suo rizoma e la radice – aumentano la produzione della bile ed il suo deflusso dal fegato all’intestino (proprietà rispettivamente definite colagoghe e coleretiche). I suoi estratti vengono pertanto utilizzati come purificanti, decongestionanti e disintossicanti epatici. Al tarassaco vengono attribuite anche proprietà antinfiammatorie, ipoglicemiche, stimolanti l’attività pancreatica ed ipocolesterolemizzanti (promuove l’eliminazione biliare del colesterolo in eccesso e ne riduce l’assorbimento grazie alla ricchezza in fitosteroli e fibre solubili).
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