Un mondo di suggestioni
Siamo tutti convinti di essere liberi di pensare quel che vogliamo. Siamo orgogliosi della nostra libertà di opinione e tutti riteniamo di essere scarsamente influenzabili dall’esterno, specialmente per quanto riguarda le nostre convinzioni più profonde. Ma… sarà proprio così?
Siamo tutti convinti di essere liberi di pensare quel che vogliamo. Siamo orgogliosi della nostra libertà di opinione e tutti riteniamo di essere scarsamente influenzabili dall’esterno, specialmente per quanto riguarda le nostre convinzioni più profonde. Siamo razionali e critici nei confronti dei tentativi, perpetrati più o meno palesemente da altri, di modificare le nostre convinzioni.
Ora, la convinzione più difficile da modificare è per l’appunto quella di essere liberi di pensare quel che vogliamo. Nella realtà, il nostro modo di pensare è molto più pesantemente condizionato di quanto possiamo immaginare. Nel corso della vita siamo oggetto di continue suggestionidirette dal mondo esterno verso la nostra mente. Trovo molto efficace la definizione di suggestione fornita da Wikipedia:
Suggestione (psicologia): una forma di comunicazione mediante la quale in un individuo – senza ch’egli avverta imposizione né comando alcuno, in assenza di razionale e libera scelta oltre che di consapevolezza – è indotta una convinzione, un pensiero o una condizione esistenziale senza che egli possa opporvisi né avverta la ragione di farlo neppure su altrui pressione.
In altre parole, una suggestione riesce a programmare il nostro modo di pensare, di credere e di vedere il mondo, senza che noi abbiamo dato alcun permesso in tal senso!
Suggestioni di tutti i giorni
Le suggestioni iniziano ad esercitare la loro influenza nel momento stesso in cui iniziamo a comprendere il linguaggio e sono destinate ad accompagnarci lungo gran parte della vita. Le suggestioni possono essere determinate dal pensiero comune, diffuso nella collettività, oppure trasmesse da alcune persone in particolare, come i componenti del nucleo familiare o gli insegnanti. Altre suggestioni sorgono spontaneamente in risposta ad eventi che viviamo. Tanto più una suggestione fa presa sui sentimenti o sulle emozioni, tanto più sarà resistente ad una successiva analisi razionale.
Un esempio di suggestione trasmessa da una persona all’altra è la paura dei medici, tipicamente veicolata dai genitori ai figli. I bambini, spontaneamente, non hanno paura degli estranei né, tantomeno, dei camici bianchi. È vero che il medico può, in alcuni casi, provocare del dolore tramite una iniezione ma, in assenza di una suggestione preesistente facente presa sulla paura, l’evento tenderà a mantenere una natura episodica. Invece, quando un genitore vive male il rapporto con il medico, riuscirà spesso a suggestionare i figli, anche senza volerlo. I figli di genitori terrorizzati dal medico saranno a loro volta terrorizzati, pur senza esperienza diretta né riscontro razionale. In breve: sono suggestionati.
Un’altra suggestione molto diffusa, tipicamente trasmessa dai genitori ai figli, riguarda l’associazione tra il raggrinzimento dei polpastrelli e la disidratazione in occasione di un bagno prolungato. Ovviamente tale suggestione ha uno scopo pratico, ovvero far uscire dall’acqua i bambini, ma continua a funzionare in età adulta. Molti infatti provano un immediato senso di sete quando, facendo il bagno, si rendono conto di avere i polpastrelli pieni di pliche. In realtà, la cute dei polpastrelli si raggrinizisce non perché perde acqua, ma perché la assorbe. L’epidermide si espande come una spugna bagnata, mentre lo strato del derma sottostante, che non assorbe acqua, si raggrinizisce nel tentativo di aumentare la superficie. In questo fenomeno, comunque, non avviene alcun passaggio di acqua attraverso lo spessore la pelle, né in entrata né in uscita: l’assorbimento è limitato all’esiguo spessore dell’epidermide.
Suggestioni alimentari
Un esempio di suggestione che insorge spontaneamente dopo un evento è quando siamo vittima di una intossicazione alimentare. Se dopo un pasto a base di gamberi stiamo malissimo, è probabile che in futuro sentiremo una stretta allo stomaco tutte le volte che vedremo dei gamberi o ne sentiremo l’odore. Questo fenomeno non avviene se non riusciamo a collegare il malessere ad un alimento in particolare. Se stiamo male dopo un pasto con molte portate e nessun ingrediente particolarmente sospetto, il malessere non avrà conseguenze sul nostro comportamento alimentare. Ma basta il sospetto ad alimentare una suggestione di questo tipo. Un mio caro amico ritenne per anni di essere intollerante ai funghi. Anni prima era stato colpito da un attacco di orticaria molto intenso, subito dopo aver consumato un piatto a base di funghi. In seguito, aveva provato a riassaggiarli, ogni volta con gli stessi fastidiosi postumi. Il dubbio che si trattasse di suggestione si fece strada quando, in occasione di una cena da amici, consumò dei funghi senza accorgersene (lo scoprì solo alcuni giorni dopo) e senza alcuna orticaria successiva. Scavando tra i ricordi, trovò l’origine della suggestione: una cugina morta a causa di un’intossicazione da funghi. Una volta individuata l’origine, la suggestione perse efficacia e il mio amico ora può tranquillamente mangiare funghi. Le suggestioni possono essere indotte da film, da romanzi, da racconti o da nozioni storiche. Innumerevoli turisti riescono a “percepire” l’eco delle urla dei cristiani massacrati nel Colosseo quando ne visitano le rovine. È curioso che tali percezioni avvengano solo in luoghi dove “si sa” che sia accaduto qualche evento (di solito drammatico). Eppure, il territorio di Roma, come quello di innumerevoli altre città, è talmente denso di morti che bisognerebbe “percepire” sensazioni tragiche ad ogni passo.
Placebo e nocebo
Un altro caso di suggestione all’opera è costituito dai placebo, ovvero “farmaci” privi di principi attivi. È ormai dimostrato che un placebo ha in molti casi una efficacia legata all’aspettativa da parte del paziente. La suggestione riesce quindi ad innescare, indipendentemente dalla volontà della persona, potenti reazioni dell’organismo. Ciò deve far riflettere su due fatti: le risorse del corpo vanno ben oltre la nostra consapevolezza e, aspetto particolarmente sorprendente, tali risorse sono attivabili attraverso forme di comunicazione (come, ad esempio, una pillola colorata) che agiscono automaticamente, senza bisogno né di consenso né di sforzi particolari da parte del soggetto. Un esempio che riunisce due momenti di effetto placebo (o, meglio, un effetto “nocebo” e un effetto “placebo”) è fornito da una scenetta familiare a tutti. Un bambino di un paio d’anni scorrazza nel parco, sotto lo sguardo vigile della mamma. All’improvviso il bambino inciampa e cade. Rimane interdetto per qualche istante, come in attesa del dolore, poi scoppia in un pianto dirotto. La mamma si avvicina, si fa indicare la “bua”, e con un bacio sulla parte dolente fa sparire il dolore come per magia. L’intero episodio può essere letto in termini di suggestione. La caduta non ha provocato in realtà alcun dolore, ma la sua aspettativa ha suggestionato il bambino che ha pianto come se il dolore fosse reale. Il bacio della mamma opera, per così dire, una contro-suggestione. L’effetto nocebo è un grande classico dell’odontoiatria. Sono frequentissimi i pazienti che dicono “Ahi!” prima di essere toccati dall’ago impiegato per somministrare l’anestesia, semplicemente perché si aspettano il dolore. [...]
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