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Vitamina D, benessere del microbiota e cancro del colon-retto

La vitamina D e il microbiota intestinale (l'insieme dei microrganismi che popolano il nostro apparato digerente) sono associati al rischio di cancro del colon-retto (CRC) e, per questo, l’indagine sulla loro interazione è diventata sempre più interessante.

FotoNei Paesi industrializzati e in quelli in via di sviluppo stiamo assistendo a un critico aumento delle malattie infiammatorie croniche che hanno diversi organi come bersaglio e colpiscono soprattutto la popolazione in età produttiva. È implicito, quindi, che fattori ambientali quali la modalità del parto e dell’allattamento, l’alimentazione, l’inquinamento, gli additivi, i farmaci, il fumo, per citarne alcuni, giocano un ruolo importante sia nel determinismo che nel mantenimento del danno d’organo.

La principale via attraverso cui tali fattori esplicano la loro azione è il microbiota intestinale, un complesso e cangiante ecosistema vivente che alberga nel tubo digerente e che svolge funzioni fondamentali per l’omeostasi non solo intestinale, ma dell’intero organismo umano.

Parallelamente, negli ultimi anni, stanno emergendo gli effetti extra-scheletrici della vitamina D, soprattutto quelli coinvolti nel mantenimento della tolleranza immunologica e della barriera intestinale. Inoltre, gran parte della vitamina D circolante deriva dalla dieta e quindi deve essere assorbita a livello intestinale. Appare plausibile, pertanto, l’ipotesi di un’interazione tra vitamina D e microbiota intestinale, soprattutto in caso di alterazioni qualitative/quantitative di quest’ultimo, nonché dei possibili effetti della supplementazione di vitamina D sulla composizione del microbiota stesso. Questi i temi sviluppati nel presente articolo.

Uno studio italiano, randomizzato e controllato, prevede l’integrazione di vitamina D a pazienti con cancro del colon-retto per indagare se e come l’integratore moduli le specie batteriche note per essere benefiche per la salute umana. Lo studio suggerisce che l’integrazione di vitamina D può contribuire a modellare il microbiota intestinale e che il microbiota, a sua volta, può parzialmente mediare l’effetto dell’integrazione sulla vitamina D attiva circolante (chiamata 25 OH).

Negli ultimi anni, diversi studi (vedi bibliografia) hanno riportato un’associazione tra il microbiota intestinale e la supplementazione di vitamina D, suggerendo che questa e il suo recettore (VDR) possano modellare il microbiota.

La vitamina D e il microbiota intestinale sono anche noti per svolgere un ruolo nel tumore del colon-retto (CRC) e, per questo, l’indagine sulla loro interazione è diventata sempre più interessante per i ricercatori.

Allo scopo di identificare potenziali benefici che variavano dopo un anno di integrazione di vitamina D, un recente studio ha assegnato in modo casuale 74 pazienti con cancro colorettale a ricevere 2.000 UI al giorno di vitamina D3 o placebo per 1 anno.

MICROBIOTA, VITAMINA D E TUMORE AL COLON
È ormai chiaro che il microbiota contribuisce a regolare una serie di attività nell’organismo, tra cui quelle del sistema immunitario, che sembra essere il collegamento tra la disbiosi e diverse malattie, tra cui cancro, diabete e malattie cardiovascolari o autoimmuni.

Studi recenti hanno anche rivelato forti legami tra la composizione del microbiota intestinale e il cancro del colon-retto (CRC), con diversi meccanismi proposti, che possono promuovere lo sviluppo di questo tipo di tumore.

La vitamina D, a sua volta, svolge un ruolo essenziale nella salute umana. In natura sono disponibili due forme distinte di vitamina D:

• la vitamina D2 (ergocalciferolo), che è per lo più derivata da verdure e lievito;
• la vitamina D3 (colecalciferolo), che è prodotta grazie alla luce solare in contatto con la pelle ed è anche presente in alcuni alimenti di origine animale.

La 25(OH)D è la principale forma circolante di vitamina D ed è un metabolita abbastanza stabile. Per questo motivo, è generalmente considerato un indicatore affidabile dello stato della vitamina D nell’organismo.

Diversi studi hanno trovato un’associazione tra vitamina D e rischio di cancro del colon-retto.

Infatti, confrontando i livelli di 25(OH)D in numerosi di individui, i dati hanno rivelato una significativa riduzione del rischio nei pazienti con livelli più alti di vitamina D, con un forte effetto dose-risposta.

COME INTERAGISCONO MICROBIOTA E VITAMINA D
L’impatto della vitamina D sulla composizione dei batteri intestinali potrebbe influenzare in modo significativo la funzione del sistema immunitario e, in definitiva, la salute umana.

Dati in letteratura dimostrano che la carenza di vitamina D predispone i topi alla colite, attraverso la disregolazione dell’attività antimicrobica del colon e la ridotta omeostasi (equilibrio) batterica enterica.

I RISULTATI DEL NUOVO STUDIO
Il recente studio italiano pubblicato su Neoplasia, condotto su 74 pazienti con cancro del colon-retto ha mostrato che diverse specie batteriche del microbiota sono associate al CRC e suggerisce che l’integrazione di vitamina D può contribuire a modellare il microbiota intestinale influenzando phyla come Bacteroides e Firmicutes e che il microbiota, a sua volta, può parzialmente mediare l’effetto dell’integrazione di 25(OH)D.

In sostanza, l’analisi effettuata nello studio ha confermato il ruolo significativo del microbiota nel mediare l’effetto della dieta sul rischio di cancro del colon-retto.

Infine, sono state trovate prove associate che bassi livelli di vitamina D con il tumore del colon retto potrebbero essere indicatori di una ricaduta precoce.

Sono state riscontrate anche differenze tra uomini e donne in risposta alla supplementazione di vitamina D che sembra influenzare sia il microbiota che le vie coinvolte nella biosintesi degli aminoacidi essenziali.

CONCLUSIONI
In futuro, questi dati potranno essere integrati con informazioni su dieta, biomarcatori sierici relativi all’infiammazione e al tessuto adiposo (come adiponectina, leptina, proteina C-reattiva, ecc.) e dati sull’espressione genica, relativi al sistema immunitario e valutati nel tessuto tumorale, per studiare come l’interazione tra tutti questi fattori di rischio influisca sia sul microbiota che sulla progressione del tumore.

La vitamina D ha inoltre molteplici ruoli nel corpo, come:

• difendere da virus e batteri
• promuovere ossa e denti sani
• sostenere la salute del sistema immunitario, cerebrale e nervoso
• regolare i livelli di insulina e supportare la gestione del diabete
• supportare la funzione polmonare e la salute cardiovascolare
• influenzare l'espressione dei geni coinvolti nello sviluppo del cancro

Bibliografia e fonti:
https://www.nature.com/articles/s41598-020-77806-4
https://www.nature.com/articles/s41564-019-0649-5
https://www.clinicaltherapeutics.com/article/S0149-2918(16)30927-4/fulltext
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1476558622000689?via%3Dihub
https://microbioma.it/gastroenterologia/vitamina-d-effetti-positivi-sul-microbiota-intestinale-a-patto-che-non-ci-sia-una-disbiosi/
https://www.vitamind-journal.it/wp-content/uploads/2022/11/02_Ciccocioppo-1.pdf
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7281985/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK532266/
https://www.mdpi.com/2076-2607/7/1/14
Effect of vitamin D supplementation on faecal microbiota: a randomised clinical trial,
Naderpoor et al., 2019
Cicero A. (a cura di), “Trattato italiano di nutraceutica clinica”, Ed. Scripta Manent, 2017



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