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VITAMINA D3 e K2 in sinergia per un effetto efficace

La vitamina D rappresenta un gruppo di pro-ormoni liposolubili costituito da 5 diverse vitamine: vitamina D1, D2, D3, D4 e D5. Il corpo umano è in grado di riconoscere solo due di queste 5 vitamine: la vitamina D2, o ergocalciferolo, e la vitamina D3, o colecalciferolo. La terapia combinata continua con vitamina K2 e D3 è fondamentale per assimilare correttamente il calcio e mantenere in salute il nostro sistema scheletrico.

FotoSfortunatamente, la carenza di vitamina D è molto comune. Secondo alcune stime, quasi il 50% della popolazione mondiale presenterebbe quantità di vitamina D insufficienti (1).

Poiché la vitamina D è particolarmente importante per la salute del sistema immunitario, e poiché le carenze sono così diffuse, molte persone si chiedono se l’integrazione con vitamina D possa aiutare a ridurre il rischio di contrarre malattie infettive.

Complessivamente, studi randomizzati e controllati indicano che l’integrazione giornaliera con vitamina D può effettivamente ridurre il rischio di infezioni del tratto respiratorio superiore, tra cui il raffreddore, l’influenza e la polmonite (2).

LA SITUAZIONE IN ITALIA
La carenza di vitamina D è particolarmente frequente anche in Italia, specie negli anziani e nei mesi invernali; la carenza è tanto comune e di tale entità che l’86% delle donne italiane sopra i 70 anni presenta livelli ematici di 25(OH)D inferiori ai 10 ng/ml alla fine dell’inverno (3).

Secondo la Società italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro (SIOMMMS):

• in Italia l’80% della popolazione sarebbe carente di Vitamina D;
• l’insufficienza di vitamina D interessa circa il 50% dei giovani nei mesi invernali;
• i dati epidemiologici consentono di presumere carenti TUTTI gli anziani italiani che non stiano assumendo supplementi.

Numerosi studi hanno dimostrato che la D3 è la vitamina più efficace, anche quando integrata a scopo terapeutico. La sua funzione più nota è quella di fissare il calcio nelle ossa, andando quindi a contrastare la fragilità di queste ultime. In realtà la vitamina D agisce come un ormone che regola vari organi e sistemi. Ha, infatti, un’azione modulante nei confronti della risposta infiammatoria e garantisce la normale funzione del sistema immunitario. Ha infatti proprietà antinfiammatorie e immunoregolatorie ed è cruciale per l’attivazione delle difese del sistema immunitario (4). Può quindi migliorare l’immunità innata e inibire lo sviluppo di autoimmunità (5). La vitamina D è nota anche per migliorare la funzione delle cellule immunitarie, comprese le cellule T e i macrofagi, che proteggono il corpo dagli agenti patogeni (6).

LIVELLI DI VITAMINA D3 BASSA sono associati a diversi tipi di malattie, come diabete, infarto, Alzheimer, asma e così via.

In parte la vitamina D3 proviene dall’alimentazione. Essendo una vitamina liposolubile, i cibi in cui se ne trova di più sono i pesci grassi (come salmone, sgombro, olio di fegato di merluzzo, ecc..), il tuorlo d’uovo e il fegato.

Anche l’esposizione solare è in grado di promuovere la produzione di questa vitamina, motivo per cui la D3 è nota come “vitamina del sole”.

SINTOMI DA CARENZA DI VITAMINA D
Livelli di vitamina D3 bassa hanno come principale conseguenza la riduzione dell’assorbimento di calcio e fosforo. Oltre ad avere una funzione strutturale, questi minerali sono anche coinvolti in numerosi processi metabolici, ad esempio nella contrazione muscolare.

In più, la carenza di vitamina D influirebbe in modo negativo anche sulla salute di tutto il corpo. Manifestazioni vaghe, potrebbero essere legate ad una sua carenza, come anche problemi più gravi, quali:

• Mal di testa
• Fatica inspiegabile
• Alterazioni dell’umore
• Perdita di forza
• Dolori muscolari
• Aumento della frequenza di infezioni
• Aumento dell’incidenza di malattie autoimmuni
• Aumento dell’incidenza della comparsa di diabete
• Aumento dei livelli di LDL (grasso “cattivo” del colesterolo)
• Difficoltà nella guarigione delle ferite

CONSEGUENZE DELLA CARENZA DI VITAMINA D
Nel momento in cui, a causa di una carenza di vitamina D, ci sarà una concentrazione ridotta di calcio e fosforo nel sangue, il corpo sarà costretto a indurre un rilascio di questi preziosi minerali dalle ossa. Tutto ciò però a lungo andare andrà ad indebolire la struttura ossea, e nel tempo, può essere la causa di diverse malattie. Le più conosciute e temute a livello medico sono:

• OSTEOPOROSI. In questa patologia la densità ossea diminuisce sempre di più, esponendo la persona che ne soffre al rischio di fratture e lesioni ossee. Le ossa si indeboliscono molto, e nei casi più gravi, si può vedere come le ossa diventino porose. È una patologia più comune nelle donne dopo la menopausa, ma non colpisce solo loro. Una carenza di vitamina D è associata ad una elevata probabilità di osteoporosi.
• OSTEOMALACIA. Questo disturbo si verifica quando la parte interna delle ossa non riceve abbastanza minerale per formare le ossa. È conosciuto come un difetto nella mineralizzazione della matrice ossea. Le conseguenze sono dolore e deformità del corpo. Anch’esso è correlato alla carenza di vitamina D.
• RACHITISMO. Questa terribile patologia è simile a l’osteomalacia ma si presenta nei bambini. Attacca l’osso in fase di crescita e causa malformazioni gravi e potenzialmente invalidanti. Attualmente, nei paesi più sviluppati non c’è questo rischio in quanto molti prodotti ed alimenti per bambini vengono arricchiti con vitamina D e calcio, prevenendo la comparsa del rachitismo nella maggior parte dei bambini.
• MALATTIE RESPIRATORIE: bassi livelli di vitamina D sono associati a un aumentato rischio di malattie respiratorie, tra cui tubercolosi, asma, malattie polmonari ostruttive croniche (BPCO) e infezioni respiratorie virali e batteriche (7). L’olio di fegato di merluzzo (ricchissimo di vitamina D) veniva usato a metà del 1.800 per curare la tubercolosi, una grave malattia infettiva polmonare. All’inizio del 1.900 la malattia veniva trattata anche ricorrendo all’elioterapia (esposizione solare). Diverse grandi revisioni scientifiche dimostrano che l’integrazione di vitamina D può aiutare a prevenire le infezioni del tratto respiratorio, tra cui il raffreddore, l’influenza e la polmonite (2,8). Tuttavia, è importante assumere la vitamina D regolarmente per almeno 3 mesi prima che si possano osservare effetti protettivi.

VITAMINA D3 E K2
La vitamina K, come la vitamina D, è una sostanza liposolubile. Fu scoperta da il dottore danese Henrik Dam per il suo ruolo indispensabile nella coagulazione del sangue, e la battezzò “vitamina K” proprio per questo motivo (da ‘coagulazione’ in tedesco). Esistono cinque varianti di questa vitamina. I due derivati naturali, utili per il nostro organismo, sono la vitamina K1 o fillochinone (abbondante negli alimenti di origine vegetale verdi) e la vitamina K2 o menachinone (presente in alimenti di origine animale e in prodotti fermentati). Sebbene entrambe le vitamine siano fattori essenziali per il nostro organismo, la vitamina K2 è associata ad un minor deposito di calcio nei vasi sanguigni, migliorando la salute vascolare. La vitamina K1 invece non ha questa proprietà.

La vitamina K2 contribuisce anche alla mineralizzazione delle ossa, sequestrando minerali, come il calcio, che sono in grado di compromettere il funzionamento di altri organi.

È per questo motivo che la vitamina D3 e la K2 possono lavorare insieme per migliorare le loro azioni benefiche. La vitamina K2, infatti, consentirà alla vitamina D3 di esercitare i suoi effetti evitando quelli avversi legati al sistema cardiovascolare.

VITAMINA D3 E K2 INSIEME
In virtù delle funzioni che svolgono all’interno del nostro organismo, possiamo affermare che sia la vitamina D3 sia la vitamina K2 sono fondamentali per assimilare correttamente il calcio e mantenere in salute il nostro sistema scheletrico. Si può affermare in pratica che la vitamina D3 e la vitamina K2 lavorino in sinergia. La vitamina K2 impedisce che il calcio presente nel nostro sangue si accumuli in tessuti diversi dalle ossa, quindi concentra proprio intorno alle ossa tutto il calcio di cui esse hanno bisogno. A questo punto entra in gioco la vitamina D3, che favorisce la crescita, il rafforzamento e la riparazione delle ossa proprio attraverso un efficace assorbimento del calcio. Questo significa che, se assumere separatamente ognuna delle due vitamine porta dei grandi benefici al nostro fisico, tali benefici aumentano in maniera considerevole se le due vitamine vengono assunte contemporaneamente.

Per citare una fonte accreditata, in questo studio “Effect of continuous combined therapy with vitamin K2 and vitamin D3 on bone mineral density and coagulofibrinolysis function in postmenopausal women” viene riportato come l’aumento della densità ossea in donne in post menopausa, sia maggiore nel gruppo a cui sono state somministrate una combinazione delle due vitamine rispetto al gruppo al quale era stata somministrata solo la vitamina K2.

VITAMINA D3 E SISTEMA IMMUNITARIO
Esistono notevoli prove scientifiche che la vitamina D3 ha un effetto benefico sulle difese immunitarie. Ha proprietà antinfiammatorie e immunoregolatorie ed è fondamentale per l’attivazione delle difese del sistema immunitario. Può anche migliorare l’immunità specifica o immunità acquisita e ridurre l’insorgenza di malattie autoimmuni.

La vitamina D è nota per stimolare la funzione dei globuli bianchi, compresi i linfociti T helper e i macrofagi. Queste cellule circolano nel sangue, e in presenza di agenti estranei o persino di cellule infettate, sono in grado di riconoscere le sostanze estranee ed attaccarle in modo efficace, rendendole innocue per alcuna cellula e facendo in modo che vengano espulse tramite i vasi linfatici.

Inoltre, la carenza di vitamina D è correlata a una ridotta funzionalità polmonare, che può influire sulla capacità del corpo di contrastare le infezioni respiratorie. Soprattutto durante il periodo invernale, la carenza di vitamina D è un problema abbastanza comune. Diventa difficile stare al sole, ci si muove meno e a livello alimentare si tende a mangiare cibi più calorici e meno sani. Esistono inoltre categorie di persone che sono più a rischio di carenze di vitamina D, come le donne in menopausa ed in generale le persone di una certa età. Diventa quindi importante, a scopo preventivo, integrare la vitamina D3 qualora fosse necessario, non solo per la salute delle ossa, ma anche per dare il giusto sostegno al nostro sistema immunitario.

DOSI
In generale, la maggior parte degli esperti raccomanda agli adulti di assumere almeno 600 UI di vitamina D ogni giorno (9). A seconda dei livelli ematici, fino a 4.000 UI di vitamina D supplementare al giorno sono sufficienti per la maggior parte delle persone, anche se quelle con carenze più gravi spesso richiedono dosi più elevate (10).

EFFETTI COLLATERALI
La tossicità da vitamina D è una condizione estremamente rara ma potenzialmente grave. La tossicità non si verifica a seguito dell’assunzione con la dieta o dell’esposizione prolungata al sole. Si può invece manifestare in caso di elevate assunzioni di integratori (> 50.000 UI/giorno) per un lungo periodo di tempo. I segni di tossicità includono nausea, vomito, scarso appetito, costipazione, debolezza e perdita di peso. Alti livelli di vitamina D portano alla calcificazione dei tessuti e a danni renali e cardiovascolari.

Recente CONSENSUS
È stato pubblicato sulla rivista internazionale Endocrine Reviews, il paper dal titolo Consensus Statement on Vitamin D Status Assessment and Supplementation: Whys, Whens, and Hows che raccoglie le più aggiornate raccomandazioni cliniche su perché, quando e come misurare e integrare la Vitamina D. Il corposo e articolato documento di consenso è opera di una trentina di autori, tra i massimi esperti al mondo in tema di Vitamina D.

Il lavoro riassume le conclusioni della sesta International Conference on Controversies in Vitamin D, che, nell'autunno 2022, ha riunito a Firenze un nutrito panel d'eccezione per esaminare e discutere gli aspetti clinici maggiormente rilevanti nel dibattito scientifico sulla Vitamina D, alla luce delle più moderne evidenze, riuscendo ad amalgamare i diversi punti di vista e le variegate esperienze dei diversi componenti del gruppo, consapevoli di doversi impegnare in modo coeso per il bene dei pazienti, ottenendo un risultato di massima autorevolezza.

Ne parla Andrea Giustina, professore ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo all'Università Vita-Salute San Raffaele e primario dell'Unità di Endocrinologia all'IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, nonché coordinatore della Consensus Conference che ha prodotto queste importanti raccomandazioni.

PERCHÉ, QUANDO E COME VALUTARE STATO/CARENZA DELLA VITAMINA D?
«È fondamentale misurare i valori circolanti di Vitamina D (più precisamente di 25-idrossivitamina D (25-(OH)D)). Questo permette di effettuare correttamente la diagnosi di ipovitaminosi D e di impostarne la terapia più adatta – spiega Giustina – poiché non esiste una terapia standard in caso di ipovitaminosi D: la supplementazione va modulata in base alla severità della carenza. Il dosaggio della Vitamina D è raccomandato in tutte le categorie a rischio deficit, un elenco piuttosto lungo che sicuramente include chi ha l'osteoporosi, gli anziani, chi è sovrappeso o obeso e chi fa uso di farmaci o ha malattie che riducono l'assorbimento della Vitamina D. Sul "come" misurarla il consenso clinico è ampio, cioè attraverso i livelli ematici della 25-idrossivitamina D. Più controversa la definizione dei livelli desiderabili. Sostanzialmente, 20 ng/mL e 12 ng/mL rappresentano le soglie al di sotto delle quali si parla rispettivamente di carenza e di carenza severa nella popolazione generale. Ma in caso di patologie preesistenti, come l'osteoporosi, la soglia sale a 30 ng/mL».

PERCHÉ, QUANDO E COME INTEGRARE LA VITAMINA D?
«La supplementazione di Vitamina D – continua Giustina – è necessaria quando l'organismo non ne produce a sufficienza, per tenere sotto controllo i rischi di tipo scheletrico ed extrascheletrico che l'ipovitaminosi D comporta, considerando, inoltre, che non stiamo parlando di una vitamina in senso stretto, ma di un ormone, e che dunque non basta una dieta equilibrata per soddisfarne il fabbisogno.
È lo specialista che cura la prescrizione e il follow-up della terapia, fino al raggiungimento dei valori ottimali di Vitamina D. La forma più utilizzata di Vitamina D, nella supplementazione orale, è il colecalciferolo, la molecola sintetizzata dalla pelle con l'esposizione ai raggi solari. Ci sono poi condizioni specifiche, quali l'insufficienza renale ed epatica, in cui forme più attive di Vitamina D (calcifediolo e calcitriolo) possono essere maggiormente indicate. E situazioni nelle quali è preferibile la somministrazione parenterale (chirurgia bariatrica associata a malassorbimento per via orale)».

Fonti:

• https://magazine.x115.it/
• https://www.promopharma.it/
• https://www.doctor33.it/

BIBLIOGRAFIA
1. Carenza di vitamina D (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK532266/)
2. Vitamina D e infezioni del tratto respiratorio: una revisione sistematica e una meta-analisi di studi randomizzati e controllati (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3686844/)
3. Prevalenza dell'ipovitaminosi D nelle donne anziane in Italia: conseguenze cliniche e fattori di rischio (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/12856111/)
4. Le implicazioni immunologiche del nuovo metabolismo della vitamina D (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6305614/)
5. Vitamina D e sistema immunitario (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/21527855/)
6. Vitamina D3: un utile immunomodulatore (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3194221/)
7. Una revisione degli effetti della vitamina D sulle malattie respiratorie comuni: asma, malattia polmonare ostruttiva cronica e tubercolosi (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4776550/)
8. Integrazione di vitamina D per prevenire le infezioni acute del tratto respiratorio: revisione sistematica e meta-analisi dei dati dei singoli partecipanti (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5310969/)
9. Vitamina D (dosaggi): https://ods.od.nih.gov/factsheets/VitaminD-HealthProfessional/
10. Vitamina D e funzione immunitaria (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3738984/)
11. Effetto della terapia combinata continua con vitamina K 2 e vitamina D 3 sulla densità minerale ossea e sulla funzione della coagulofibrinolisi nelle donne in postmenopausa (https://www.maturitas.org/article/S0378-5122(01)00275-4/abstract)



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