A proposito dei protesti
Alcune informazioni utili sui protesti: cos'è il Registro Informatico dei Protesti, quali sono le conseguenze per i debitori e come tentare una cancellazione del protesto di assegni o cambiali.
Istituito per decreto nel 1995, il Registro Informatico dei Protesti si è sostituito a quello cartaceo. Continuano a occuparsene le Camere di Commercio. Questi tomi virtuali, continuamente aggiornati, contengono le liste dei cittadini protestati da notai e ufficiali giudiziari.
Questi ultimi trasmettono mensilmente i dati alle suddette Camere, che hanno a disposizione dieci giorni per pubblicarli a loro volta. L’1 marzo, per esempio, vengono inviati gli elenchi relativi al periodo compreso tra il 27 gennaio e il 26 febbraio.
Questo imponente database non comprende le tratte respinte; al contrario, trovano “accoglienza” al suo interno i casi di vaglia, cambiali, assegni bancari o postali a vuoto. Ogni Camera agisce sul proprio territorio, naturalmente.
In rete i nominativi restano per cinque anni, a meno che non intervenga prima una cancellazione dei protesti. Ciò può accadere per volontà di un dirigente o del tribunale, qualora sia stata fatta richiesta dall’istante e ci siano le condizioni per farlo.
Il registro è pubblico, dunque è aperto a tutti. In tal modo diventa estremamente facile effettuare una verifica. Presso gli appositi Uffici Protesti delle Camere si può richiedere, pagando soltanto i diritti di segreteria, un certificato o una visura dei protesti riguardanti un soggetto in questione.
Rivolgendosi ai distributori Infocamere o a delle agenzie specializzate, è addirittura possibile ottenere una visura on line. In alternativa, si può ricorrere a una particolare convenzione.