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Comunicato Stampa

Accuse e polemiche in Germania sul Ministero della Difesa e sulle condizioni dell’esercito

La bufera sul Ministero della Difesa tedesco non si placa. Dopo i guasti ai veicoli corazzati Puma, arrivano le gaffe della ministra Lambrecht. L'opposizione chiede le dimissioni.

FotoLa pioggia di polemiche che si è abbattuta sulla ministra della Difesa Christine Lambrecht a proposito del suo video di capodanno è solo l’ultimo di una serie di episodi negativi che da molte settimane caratterizzano l’atmosfera intorno alle istanze militari della Germania. Nel video in questione si vede la ministra che riflette sul conflitto ucraino mentre dietro di lei la gente festeggia sparando fuochi d’artificio. La stampa ha iniziato subito a bersagliarle con prese in giro e l’opposizione ne ha chiesto le dimissioni dicendo che ormai nessuno la prenderà più sul serio. Ed è in generale tutto il settore militare che sta perdendo credibilità: ad ottobre il ministro della Difesa della Lettonia Artis Pabriks aveva espresso parole di disprezzo verso l’ormai “assente” potenza militare tedesca, dalla quale potrebbe dipendere l’esito della guerra in Ucraina, per la quale il ministro dice che i lettoni sarebbero “pronti a morire”.

Per Kiev la Germania ha già fatto molto e ha promesso anche di più, ma da qualche tempo non è più di manica larga verso Zelensky. Il motivo di questi tentennamenti sono da ricercare anzitutto nel cambio di orientamento dell’opinione pubblica, ora tutta indirizzata verso la soluzione dei problemi in casa propria. Sondaggi effettuati poche settimane fa dai media tedeschi mostrano che la maggior parte dei cittadini non vuole che Berlino spedisca gli ottimi carri armati Leopard 2 agli ucraini. Per il cancelliere Scholz è la conferma popolare della sua scelta di bloccare ulteriori forniture, giustificandosi dicendo che non si sarebbe mosso finché anche gli USA non manderanno nuovi tank. Ma alla base dei rifiuti vi è anche la consapevolezza che i magazzini sono rimasti quasi vuoti. Fonti di alto livello hanno fatto sapere che ci sono riserve di proiettili per appena 48 ore di scontri intensi. Lo standard minimo dell’Alleanza Atlantica è di 30 giorni, dunque la gravità della situazione è evidente. E in più i membri europei della NATO non vogliono lo scontro diretto con la Federazione Russa e lo hanno già comunicato a Washington.

Infine c’è la patata bollente rappresentata dai veicoli corazzati di fanteria “Puma”. I guasti subiti nelle esercitazioni di dicembre hanno definitivamente sancito la loro inadeguatezza per il conflitto ucraino, che presenta condizioni di territorio e di clima invernale proibitive per questi carri. La ministra Lambrecht ha dovuto ammettere il disagio e sentire le critiche dell’opposizione, che parla di “incubo”. Diciotto veicoli fuori uso nelle esercitazioni, uno ha pure preso fuoco, e poi i difetti della torretta e l’elettronica delicata. Il Puma, progetto realizzato in dieci anni e dal costo di 17 milioni di euro a veicolo, doveva essere l’arma principale della Bundeswehr: dunque se si rompe o non funziona, mette nei guai tutto il comparto militare, come dice il rappresentante parlamentare della CDU Johann Wadephul. Tocca rimettere in servizi i vecchi Marder, proprio i carri che il Puma doveva sostituire e che invece si rivelano più solidi e duraturi nonostante i quarant’anni di età.




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Enrico Salvati (giornalista)
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