SALUTE e MEDICINA
Comunicato Stampa

Alimentazione e gruppi sanguigni

Secondo quanto sostengono i fautori della dieta lanciata da D’Adamo, i diversi antigeni presenti sulla superficie dei globuli rossi del sangue, e scoperti anche nell’intestino, sarebbero espressione dell’evoluzione umana e responsabili della diversa capacità di digerire i vari alimenti da parte di un individuo.

FotoL’emodieta, è uno stile alimentare secondo il quale ogni persona dovrebbe scegliere i cibi da portare in tavola in base al proprio gruppo sanguigno: A, B, 0 o AB. Questa dieta è stata elaborata dal naturopata statunitense Peter D’Adamo, che ha portato avanti e sviluppato il lavoro del padre, James D’Adamo. In Italia, è diventata molto popolare grazie al medico piacentino Piero Mozzi.

Secondo questo regime alimentare, esiste una correlazione tra cibo e sistema immunitario. Il sangue è l’espressione del sistema immunitario e le abitudini alimentari sono il fattore che influisce maggiormente su questo sistema. Perché la dieta possa rispondere alle esigenze di ogni individuo ed essere adeguata ai suoi specifici punti di forza e di debolezza, quindi, deve tenere conto del suo gruppo sanguigno e delle sue caratteristiche.

I quattro gruppi sanguigni come li conosciamo oggi sono il risultato di 40.000 anni di evoluzione della specie umana.

L’uomo, che in origine era esclusivamente cacciatore (gruppo O), si è evoluto, dapprima (circa 20.000 anni fa) imparando a coltivare la terra e a nutrirsi dei suoi frutti (gruppo A) e successivamente (circa 15.000 – 10.000 anni fa), sulle alture dell’Himalaia, diventando nomade e occupandosi del bestiame (gruppo B). Infine, circa 1.000 anni fa, si è formato il gruppo AB, l’unico a non essere l’effetto di un processo evolutivo, ma della mescolanza tra gli abitanti sedentari delle aree caucasiche e i nomadi provenienti dalla Mongolia.

Che cos’è un gruppo sanguigno?

Quando l’organismo viene aggredito da un agente patogeno (virus, batteri ecc.), innesca un meccanismo di difesa che aggredisce e neutralizza tali antigeni grazie alla presenza di proteine plasmatiche chiamate anticorpi.

Sulla superficie dei globuli rossi si possono distinguere due diversi antigeni: l’antigene A e l’antigene B. Allo stesso modo nel plasma possono esistere anticorpi anti-A ed anticorpi anti-B. Entrambi neutralizzano ed uccidono i globuli rossi portatori dell’antigene corrispondente.

Ogni gruppo sanguigno si caratterizza quindi per la presenza di specifici antigeni e dei corrispondenti anticorpi:

il gruppo A contiene antigeni A e anticorpi anti-B
il gruppo B contiene antigeni B e anticorpi anti-A
il gruppo AB contiene antigeni A, antigeni B e nessuno degli anticorpi plasmatici corrispondenti
il gruppo 0 è privo di antigeni ma contiene entrambi gli anticorpi anti-A e anti-B

E’ chiaro che:

a) ogni individuo non possiede anticorpi per gli antigeni presenti nel suo sangue, altrimenti si autodistruggerebbe;
b) ogni individuo possiede gli anticorpi per combattere gli antigeni che non ha.

Esistono, quindi, 4 possibili combinazioni:

1) nel globuli rossi è presente l’antigene A, nel plasma, quindi l’anticorpo anti-B. gli individui in questione costituiscono il GRUPPO A.
2) nel globuli è presente l’antigene B, nel plasma troviamo quindi l’anticorpo anti-A. il gruppo sanguigno è quello B.
3) nei globuli rossi sono presenti sia l’antigene A che quello B. Nel plasma non saranno quindi presenti nessuno dei due anticorpi. Il
sangue è del gruppo AB.
4) Nei globuli non è presente nessun antigene nel plasma quindi sono presenti sia l’anticorpo anti-A che quello anti-B. gli individui in
questione appartengono al GRUPPO 0 (zero).

GRUPPO SANGUIGNO E ALIMENTAZIONE
La storia del genere umano è contrassegnata dalla lotta per la sopravvivenza, o meglio dalla capacità dell’uomo di adattarsi all’ambiente in cui si è trovato a vivere e alla dieta che è stato costretto a seguire. In definitiva, il reale motore dell’evoluzione è stato il cibo e le migrazioni che si sono susseguite per procacciarselo.
Probabilmente la preistoria dell’uomo iniziò in Africa. La vita dei nostri antenati era breve, dure e rozza. Si nutrivano di piante selvatiche, di larve e delle carogne di animali uccisi da altri predatori. Essi infatti più che predatori erano prede di germi e parassiti responsabili di terribili infezioni (molti dei parassiti e dei microrganismi reperibili in Africa non attivano le risposte del sistema immunitario, pertanto non producono la formazioni di anticorpi, probabilmente perché i primi uomini con sangue di gruppo 0 possedevano già dalla nascita anticorpi a effetto protettivo).

Quando i nostri antenati iniziarono a spostarsi da un luogo all'altro furono costretti ad adattarsi a un’alimentazione diversa. L’ingestione di nuovi cibi modificò profondamente i sistemi digestivo e immunitario. Ciò consentì all'uomo non solo di sopravvivere, ma anche di prosperare nel nuovo habitat.

Questi profondi cambiamenti accompagnano lo sviluppo dei diversi gruppi sanguigni che sembrano fare la loro comparsa in tappe critiche dell’evoluzione:

1. L’ascesa degli esseri umani verso la cima della catena alimentare (l’evoluzione del gruppo sanguigno di tipo 0 ne è l’espressione più completa).
2. Il passaggio da un’alimentazione basata sulla caccia e sulla raccolta di frutta e piante selvatiche a un’alimentazione basata su un’agricoltura rudimentale (comparsa del gruppo sanguigno di tipo A).
3. La fusione delle razze e le migrazioni dall’Africa verso l’Europa, l’Asia e le Americhe ( gruppo sanguigno tipo B).
4. La mescolanza di gruppi disparati (comparsa del gruppo sanguigno di tipo AB).

Ciascuno dei gruppi sanguigni racchiude in sé il messaggio genetico legato alla dieta e al comportamento dei nostri progenitori. Pur avendo alle spalle un lungo cammino, molte caratteristiche ci legano ancora ai primi uomini che hanno popolato la terra.

Tra sangue e cibo si verifica una reazione chimica che fa parte del nostro bagaglio genetico. Può sembrare sorprendente ma, anche se siamo nel ventunesimo secolo, il sistema digestivo e quello immunitario conservano ancora una predilezione per i cibi consumati dagli antenati del gruppo sanguigno simile al nostro. La ragione risiede in proteine chiamate lectine. Queste ultime particolarmente abbondanti nei diversi alimenti, sono dotate di proprietà agglutinanti che si esprimono nel sangue.

Quando mangiamo un alimento contenente lectine incompatibili con il nostro gruppo sanguigno, esse si sistemano in un organo (reni, fegato, cervello, stomaco, eccetera) e iniziano ad agglutinare globuli rossi in quell’area. Il 95 per cento delle lectine che assumiamo con gli alimenti viene allontanato senza problemi dall’organismo. Il restante 5 per cento, però, riesce a raggiungere il sangue dove innesca una serie di reazioni che portano la distruzione di globuli rossi e bianchi. Ma possono anche danneggiare le pareti dello stomaco e intestino, scatenando una violenta infiammazione delle mucose che provoca disturbi del tutto simili a quelli di un’allergia alimentare.

Il segreto è eliminare dalla dieta solo le lectine che sono incompatibili con il nostro gruppo sanguigno. Il glutine, per esempio, cioè la lectina caratteristica del grano e di altri cereali, si può attaccare alla parete dell’intestino provocando un’infiammazione dolorosa: questa reazione, però, avviene solo in presenza di certi gruppi sanguigni soprattutto quello 0.

E’ però importante notare che le stesse lectine che danneggiano un determinato gruppo sanguigno non si attivano a contatto con il sangue di un altro gruppo: non è necessario quindi eliminare tutti gli alimenti che le contengono ma evitare solo ed esclusivamente quelli che contengono le lectine non tollerate dal proprio gruppo sanguigno.

Sulla base delle conoscenze relative alle caratteristiche dei quattro gruppi sanguigni, nei primi anni 50 il medico americano James D’Adamo teorizza il collegamento tra l’insorgere di alcune malattie e le intolleranze alimentari.

Il figlio, Peter D’Adamo, ufficializza negli anni 80 la teoria del padre ed effettua studi ed esperimenti che gli permettono di individuare le categorie di alimenti che interagiscono positivamente o negativamente con i singoli gruppi. Successivamente, altri studiosi hanno costantemente aggiornato e migliorato la dieta a seguito di nuove scoperte nel campo dell’utilizzo dell’alimentazione come prevenzione di alcune malattie.

Più che di una dieta (nel senso tradizionale), si tratta di un regime alimentare: non è necessario calcolare le calorie ne pesare gli alimenti poiché perdere peso non è lo scopo ma uno degli effetti di questo nuovo stile nutritivo.

La dieta si compone di tre categorie di alimenti per ogni gruppo sanguigno:

– “alimenti da preferire”, perché contengono sostanze che favoriscono i processi fisiologici dell’organismo;
– “alimenti neutri”, che non interferiscono con l’organismo ne positivamente ne negativamente;
– “alimenti da evitare”, che con le loro caratteristiche possono danneggiare l’organismo.

Naturalmente, ognuno di noi è unico e nonostante l’appartenenza ad un determinato gruppo sanguigno, ha una storia assolutamente personale, che potrebbe essere caratterizzata da malattie o intolleranze che richiedono un alimentazione particolare (es.: diabete, celiachia, ecc): in tal caso, è doveroso integrare le indicazioni di questa dieta con le proprie necessità alimentari ed eliminare eventuali alimenti dannosi per la propria salute nonostante questi risultino positivi o neutri per la categoria di appartenenza.



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