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''Amarcord.... I Piazarul''

02/06/08

"La Piazzetta delle Erbe" così venne definita per tanti anni dai vacanzieri di tutto il mondo che a Cervia hanno trascorso indimenticabili momenti, veniva utilizzata dai commercianti cervesi con banchi fissi e dagli ortolani locali che giungevano nella piazzetta con carri, carrettini e tricicli ogni mattina all'alba e all'ombra dei maestosi platani mercanteggiavano le loro croccanti verdure e la succolenta frutta appena raccolta.

Amarcord…. “I Piazarul” ( quelli della “bassetta” ora Piazzetta C. Pisacane)
di Giorgio Rocchi



Negli Amarcord… di un cervese non possono certo mancare riferimenti ai frequentatori della Piazza, “I Piazarul”, come venivano definiti allora, tutti quegli operatori commerciali che utilizzavano la Piazzetta Pisacane per svolgere l’attività di fruttivendoli, verdurai, ambulanti di dolciumi, cocomerai, ecc.. Anche questa volta ho dovuto farmi aiutare da alcuni amici per ricordare nomi e personaggi, primo fra tutti Werter Ridolfi det “ Gagin” (una sorta di enciclopedia umana), sarei rimasto ore ad ascoltarlo mentre descriveva i personaggi che io gli proponevo, dei quali non ricordavo il nome o il sopranome. Il periodo a cui mi riferisco parte dal 1938/40 e prosegue fino al 1970 e oltre.

Amarcord…. che la "Piazzetta delle Erbe" era suddivisa in due parti: a destra, ipotizzando di trovarci con le spalle al municipio e guardando il mare, c’erano le bancarelle fisse della Luisa Mantellini, che vendeva i “cuciarul”, la “carobla”, i “luven”, i “mandaren”, ecc… e la Laura ad “Battipaia” che vendeva gli stessi prodotti della Luisa. (poi un giorno la Luisa non la vedemmo più in piazzetta perché si trasferì a custodire i “Gabinetti di Decenza” situati sotto il teatro comunale all’angolo del viale della stazione con via Circonvallazione e divenuti in seguito la bottega da calzolaio di Silvano).
Più avanti sempre sulla destra amarcord.. c’era il banco di Giovanni Semprini det “Zvanin” che vendeva, oltre alla frutta e verdura, anche qualche dolce fatto da sua moglie. (divenuto personaggio perché “us tucheva sempra la ma….a”)
Poco più avanti c’era il banco di Augusto Piraccini det “Basagnon”, che vendeva sempre frutta e verdura, così come Chiara Montalti detta “Basagnona” (che aveva lo stesso banco ma più modesto e in seguito, verso gli anni ’60, cedette a Turibio Dall’Agata det “Turibi”, che con la “Lenina” accompagnata dal suo carrettino, affiancava Turibi nella vendita.

Sul lato sinistro invece, sempre guardando il mare, amarcord… che c’era il chiosco/edicola di Rossi (di Alessi in seguito) e subito a fianco Pasquale Giordani det ”Pacaletti”, che aveva uno dei banchi più belli della piazzetta. Al suo fianco Piraccini det ”Ciucon” e Stella Ilda detta “Tuda”
Amarcord… che i banchi continuavano con quello dell’Adelina Stella e Mario Corsini genitori di Franco ora ristoratore di grido al “Nautilus”; (Franco è passato alla storia perché faceva letteralmente impazzire, combinandogliene di tutti i colori, un altro simpatico personaggio della piazza, Giuseppe Cinque det “Cinque”). Al loro fianco terminava la serie delle bancarelle della frutta con quello della Stella detta “la Gnoza” e per finire il mitico banco della Venturi Zelide conosciuta col toponimo di “Zelide” che riforniva i cervesi di allora, con dolciumi, luverie, garibaldini, liquirizie, brustoline ecc…

Amarcord… che questi straordinari personaggi non erano i soli frequentatori della “Piazzetta”, ma venivano affiancati da una nutrita rappresentanza di venditori ambulanti definiti “gli ortolani” che rifornivano il mercatino quasi esclusivamente con verdure dei loro orti e allora trovavi: Antonelli det ”Duren”; Poni; Piazza det “Mingon” con sua moglie Rina; Merloni; “Lucia d’la Sora”; “Maria ad Grambialen”; Sirilli det “Sbrocameli”; Bondini det “Ughin”; Sansoni; e durante i mesi estivi, quando gli orti erano più generosi, arrivavano con i loro prodotti: Pavirani; Pasqualotti; Giorgini det “e Grell”; Angeli i fruttivendoli della famiglia Sbrozzi; Bucarini det “Radicin”; “Canon”; “Gioti;”; e i famosi cocomerai “Fulvio”; “Bicir”; “Scatlet”.







Amarcord…. la quotidiana sfilata dei carrettini a tre ruote a pedali, o quelli ad una o due stanghe, trainati a mano, ricolmi di ogni varietà di verdure cosi fresche e croccanti da farti svenire e l’ operazione di stoccaggio dell’invenduto da parte di coloro che avevano il banco fisso, che utilizzavano l’attuale “pescheria”, come magazzino e deposito. Infine il ricordo si sofferma sui negozi che si affacciavano sulla Piazzetta che hanno fatto sicuramente epoca: la macelleria di Nerio Marzelli e della Zita, posizionata dove ora si trova la pescheria “Muschin” (ceduta poi al simpaticissimo Bacchi) e la macelleria di Spinelli det ”Arnistin”, dall’altra parte della piazza al quale è subentrata poi la Lella Lella con Sauro Fiamminghi.

Amarcord….. il negozio di stoffe dei Brocchetta e la polleria di Sirilli det “Bascunzon”. Non mancava neppure la classica trattoria con alloggio chiamata “ al Commercio” gestita dalla Peppina detta “Tugnina”, così come alcuni spensierati giovanotti Puntiroli det “Brasula”; Lugaresi det “ Baston”; Ridolfi det “Scheccia”; i quali inventarono il modo di fare qualche soldo improvvisandosi posteggiatori di biciclette.

Amarcord … che dall’appartamento che occupavo con i miei genitori, (mio padre era usciere comunale, aveva anche l’incarico di custode del Palazzo Comunale e usufruiva dell’abitazione nel palazzo, per svolgere la sua attività), affacciato alla finestra, vedevo quelle caratteristiche tende sopra le bancarelle, udivo quel vociare che solo nei mercatini si può ascoltare, assistevo alle litigate dei Piazarul accompagnate da qualche colorita parolaccia, ammiravo l’ombra dei maestosi platani che creavano un’atmosfera quasi da favola, mi godevo il via vai dei turisti d’estate e dei cervesi in inverno. Credo che dovremo aspettare ancora molto tempo per ritrovare quella voglia di vivere, di ridere e scherzare, che si respirava attraversando la magnifica “Piazzeta d’la frota”?
Mi auguro di avere stimolato in voi la voglia di recuperare quelle che io definisco “ le indelebili testimonianze” , facciamo in modo che i giovani sappiano che ci sono stati momenti peggiori di quelli che stiamo vivendo, ma allora stavamo bene assieme e a tenerci uniti e legati gli uni agli altri c’era il “Re” di tutti i sentimenti “il Rispetto” che ora è venuto a mancare e difficile da trovare a tutti i livelli. Erano gli anni in cui nei bar e in piazza ci si trovava per organizzare manifestazioni che coinvolgessero la città intera quali la “Coppa città di Cervia” (torneo di calcio fra i bar del comune) oppure “ la Patacheda” (l’incontro dei frequentatori del Bar Neri con le famiglie di Cervia che culminava in una serata di convivialità aperta a tutti i partecipanti e ai loro famigliari), e tante altre piccole iniziative che facevano divertire noi che le progettavamo ma che coinvolgevano giovani, adulti, anziani, singoli e famiglie. Proprio la Patacheda sarà uno dei miei prossimi Amarcord…. … a presto

Giorgio Rocchi

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