ECONOMIA e FINANZA
Comunicato Stampa

Ancora negativa la domanda di prestiti da parte delle famiglie, in calo a gennaio del -6,4%

11/02/14

Le evidenze dell’analisi del patrimonio informativo di EURISC – Il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF.

Il quadro macroeconomico incerto continua a condizionare in maniera rilevante lo sviluppo del credito alle famiglie, sia sul fronte dell’offerta sia della domanda. Relativamente alle richieste di prestiti da parte delle famiglie, in particolare, si conferma il trend negativo che ha caratterizzato praticamente l’intero 2013.
Confrontando il numero delle richieste di prestiti rilevato a gennaio 2014 con quello del corrispondente mese del 2013 si registra, infatti, una ulteriore flessione del -6,4%, mentre in rapporto allo stesso mese del 2011, 2010 e 2009 il calo raggiunge la doppia cifra negativa (rispettivamente -16,1%, -17,7% e -20,1%).
Nello specifico, nel mese di gennaio 2014 i prestiti finalizzati hanno fatto segnare un calo del -11,4% rispetto al corrispondente mese del 2013. Per i prestiti personali, invece, si è registrato un segno positivo, con una leggera crescita pari a +0,5%.

Dalle ultime rilevazioni presentate nel Barometro CRIF emerge anche che a gennaio 2014, nel complesso dei prestiti personali più finalizzati, l’importo medio delle richieste è stato pari a 7.882 euro, in crescita rispetto a quello registrato nello stesso mese del 2013 anche se ancora ben al di sotto dei valori registrati in tutti gli anni precedenti.

Più in dettaglio, per i prestiti finalizzati l’importo medio è stato pari a 4.830 euro (+7,8% rispetto al gennaio 2013) mentre per i prestiti personali la media si è assestata a 11.609 euro, sostanzialmente in linea con il valore registrato a gennaio 2013, pari a 11.592 euro.

Prendendo in considerazione la distribuzione per fasce di importo, tra le richieste di prestiti finalizzati la classe prevalente si conferma essere quella inferiore ai 5.000 euro, con una quota pari al 69,4% del totale.

Sul fronte dei prestiti personali, invece, è la fascia compresa tra i 10.000 e i 20.000 euro a rappresentare la quota predominante con il 28,97% del totale, seguita a ruota da quella tra i 5 e i 10.000 euro (con il 28,1%) e da quella di importo inferiore ai 5.000 euro (27,3%).



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