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Comunicato Stampa

Autunno caldo delle proteste: Praga, Vienna, Colonia contro inflazione e sanzioni

Ha cominciato Praga, l'hanno imitata Colonia e altre città tedesche e infine Vienna. Tutti contro i loro governi e più in generale contro l'Europa, colpevole della crisi del gas e incapace di portare alla pace con Mosca.

Twitter: @oriolsabataLa prima metà di settembre è stata caratterizzata dalle manifestazioni di piazza in Austria, Germania e Repubblica Ceca. L’autunno caldo dello scontento sociale è già iniziato a pieno ritmo. La rabbia contro l’incapacità dei governi di mettere un tetto ai prezzi di elettricità e gas è strettamente legata alla richiesta di togliere le sanzioni a Mosca e tornare alla vita di prima, con scambi commerciali e forniture regolari di combustibile e materie prime. A ciò si aggiunge l’insofferenza dei cittadini per l’appoggio totale a Zelensky, visto ormai da molti come ostacolo ai negoziati e alla pace. Il premier ceco Fiala e l’agenzia stampa Reuters suggeriscono però che in queste manifestazioni, che vedono la partecipazione di migliaia di persone, ci sia lo zampino del Cremlino.

Per primi sono stati i praghesi a scendere in piazza: 70mila persone il 3 settembre, con la promessa di tornare in strada a fine mese se Fiala non lascerà il posto prima. Il premier ha sminuito questi attacchi come effetto della disinformazione e della propaganda russa, ma il suo ministro della Giustizia Pavel Blažek ha avvertito che sono possibili persino delle sommosse: “Se la crisi energetica non verrà risolta, il sistema politico del Paese è a rischio”. Che l’insoddisfazione popolare sia o meno opera di convincimento di Mosca, sta di fatto che nella Repubblica Ceca il tasso di inflazione veleggia verso il 18%, uno dei più alti dell’Unione Europea. I cechi ritengono che Fiala stia privilegiando gli ucraini a loro stessi. Un cartello diceva “Agli ucraini va il meglio e a noi due maglioni”.

La gente è scesa in piazza anche in diverse città tedesche: Colonia, Lipsia, Magdeburgo, Halle, Bitterfeld, Weissenfels e Wittenberg. In quest’ultimo paese hanno pure sfilato i trattori degli agricoltori. In Germania molti manifestanti, circa 2mila, erano di origini russe. La preoccupazione dei tedeschi va verso quella che è anche la loro creazione: il Nord Stream 2, attualmente chiuso, che potrebbe facilmente risolvere il problema del gas in Europa e dare un impulso potente all’economia della Germania. I tedeschi chiedono che venga aperto. Infine qualche giorno fa a Vienna hanno marciato cittadini di diverso credo politico, tutti uniti dalla contrarietà verso la gestione governativa dei prezzi, dell’inflazione e del lavoro. C’erano la destra identitaria e il partito comunista, mentre i sindacati promettono nuove manifestazioni se il governo non provvede al più presto.



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