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Cardo Mariano: bello e salutare!

Il cardo mariano è noto in erboristeria per la sua azione epatoprotettiva, legata alla silimarina. La sua assunzione è indicata soprattutto per sostenere il fegato in caso di epatite e danni causati da alcool o altre sostanze tossiche.

FotoLa pianta del cardo mariano è molto comune ed è diffusa in tutta Italia, specialmente nelle regioni del Centro e del Sud. Lo si trova facilmente nei campi incolti, nei pascoli, lungo i margini dei sentieri e tra le macerie. Il cardo mariano (Silybum marianum) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Asteracee, diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo e caratterizzata da un bellissimo fiore di colore viola.

Il cardo è facilmente riconoscibile grazie alle marcate striature bianche presenti sulle foglie che, secondo la leggenda, deriverebbero dal latte della Madonna: durante la fuga per salvare Gesù dall’infanticidio voluto da Erode, Maria, Giuseppe e Gesù si rifugiarono sotto un cardo e, in quell'occasione, le foglie della pianta si macchiarono di bianco. Proprio per via di questa leggenda, il cardo è detto mariano.

Il Cardo Mariano è tra le piante officinali più efficaci per la cura e la prevenzione delle patologie del fegato. Grazie all'azione epatoprotettiva e epatotossica protegge l’organo dalle tossine derivate da alcol e farmaci. Inoltre stimola la rigenerazione degli epatociti e può essere utilizzata durante l’allattamento per le sue proprietà galattogene.

I semi sono la parte della pianta in cui si concentrano i nutraceutici, in particolare la silimarina, anche le foglie però trovano un impego grazie all'azione tonica, colagoga, di stimolazione gastrica e diuretica. Nel trattamento fitoterapico dell’epatite, patologia nella quale questa pianta può essere pertanto considerata un agente terapeutico particolarmente valido, i frutti di Cardo mariano, oltre ad assicurare una coleresi dolce e una stimolazione delle difese dell’organismo, favoriscono la rigenerazione della cellula epatica. Le proprietà antiossidanti della silimarina ne hanno suggerito l’uso anche nelle terapie dermatologiche e in campo cosmetologico.

Il cardo mariano può anche causare un calo da lieve a moderato della glicemia e dell’emoglobina A1C (HbA1C) nei soggetti con diabete di tipo 2.
Il fegato è tra gli organi più complessi del corpo umano ed è responsabile di un’innumerevole serie di funzioni, tutte preziosissime per il nostro organismo. Tra queste, svolge il delicato compito di depurare dalle sostanze tossiche. Assumere cardo mariano come rimedio naturale significa fornire al fegato una batteria di armi supplementari per affrontare agenti tossici quali per esempio alcol, fumo, inquinanti e farmaci.

Grazie alla silimarina e agli altri suoi componenti, il cardo mariano ha funzioni diverse: è antiossidante, antinfiammatorio, disintossicante e rigenerante. Ecco come aiuta il tuo fegato:

• si erge a difesa dell’organo, riducendo l’ingresso di sostanze tossiche come alcol e tossine.
Il cardo mariano modifica infatti le membrane cellulari degli epatociti per impedire che entrino agenti estranei nocivi;
• favorisce la sintesi proteica e aumenta l’attività metabolica delle cellule epatiche, stimolandone la rigenerazione;
• grazie alla sua azione antiossidante, trasforma i radicali liberi in composti stabili e non dannosi per i tessuti;
• favorisce la disintossicazione del fegato;
• agisce contro l’infiammazione.

Il cardo mariano aiuta anche nei problemi digestivi che dipendono dal fegato, nelle dispepsie (disturbi gastrici) e nei dolori intestinali.

Il cardo mariano favorisce la depurazione dell’organismo stimolando il metabolismo epatico ed il flusso di bile (effetto coleretico e colagogo), con conseguente detossicazione di possibili agenti tossici presenti nell’organismo e miglioramento della digestione (1). L’effetto depurativo è favorito anche dalla riduzione dei livelli plasmatici di colesterolo e trigliceridi e della glicemia.

La silimarina ha una forte attività protettiva del fegato. Tale principio attivo sembra in grado di stabilizzare la membrana delle cellule epatiche. Lo fa inibendo i processi di lipoperossidazione, cioè i danni provocati alle cellule del fegato dai radicali liberi. Gli estratti di cardo mariano infatti catturano i radicali liberi impedendo loro di formare con le membrane cellulari i lipoperossidi, estremamente tossici per il fegato.

La silimarina (miscela di silibina, silicristina e silidianina (in rapporto rispettivamente di 3:1:1), ovvero tre principi attivi che si trovano in diverse piante, tra cui il Silybum marianum) è un composto con importanti proprietà protettive per il fegato: in particolare proteggerebbe le cellule epatiche dalle infiammazioni e dai danni procurati dallo stress ossidativo e, nel contempo, potenzierebbe la sintesi delle proteine epatiche; sembrerebbe quindi molto utile nel supportare la salute e la funzionalità di questo organo anche in caso di sofferenza importante dovuta a malattie come intossicazioni epatiche, epatiti (anche acute, infettive e tossiche), cirrosi e altre patologie a carico del fegato, anche croniche. Poiché essa è in grado di limitare gli effetti tossici sul fegato derivanti all’assunzione di steroidi anabolizzanti orali, viene utilizzata anche in ambito sportivo come prodotto “disintossicante” per questo organo. Secondo alcune ricerche, infine, potrebbe incrementare la fisiologica produzione di latte nelle donne che allattano.

Il Cardo mariano stimola la produzione di cellule epatiche nuove, probabilmente favorendo la sintesi proteica. E’ anche in grado di migliorare i risultati degli esami epatici nei soggetti che hanno subito danni al fegato. Sembra inibire la produzione di leucotriene, con un effetto di prevenzione delle reazioni allergiche e infiammatorie.

È utilizzato negli ospedali nei casi di avvelenamento causato dal fungo Amanita phalloides, grazie alla sua azione disintossicante allo studio già da diversi decenni, e come epatoprotettore nelle terapie farmacologiche che possono creare danni al fegato come la tacrina.

Si utilizza inoltre come coadiuvante in pazienti con danno al fegato causato da epatite A, B o C.
Nei forti bevitori, anche in caso di cirrosi, il Cardo mariano migliora lo stato delle cellule del fegato e riduce le transaminasi. Aiuta inoltre nei problemi digestivi che dipendono dal fegato, nelle dispepsie e nei dolori intestinali.

Per le sue proprietà antiossidanti si utilizza anche in cosmetica nelle creme antirughe e nelle creme per la protezione solare; ne esistono anche versioni in gel o in soluzioni liquide da utilizzare nel trattamento della cellulite e degli inestetismi cutanei. L’utilizzo del cardo mariano nel campo della cosmesi, comunque, sebbene diffuso, non trova riscontri scientifici favorevoli.

Alcuni produttori ed erboristi consigliano poi l’impiego del cardo mariano anche per altri scopi, quali il controllo del peso corporeo, il trattamento di mal di testa, dolori mestruali e febbre, ma anche stitichezza e meteorismo; tuttavia, non esistono conferme dell’efficacia della pianta nel contrasto di queste patologie e condizioni.

Avvertenze e possibili controindicazioni

Negli studi fino ad oggi effettuati circa la sua assunzione è emerso – in generale – che gli estratti di questa pianta sono ben tollerati se assunti in modo appropriato. Tra gli effetti collaterali più riscontrabili si possono citare: mal di testa, irritabilità, disturbi gastrointestinali (soprattutto diarrea e gonfiore addominale), disidratazione e difficoltà nel prendere sonno. Più raro, invece, un calo del desiderio sessuale. Può inoltre dar vita a reazioni allergiche che tendono ad essere più comuni tra i soggetti con allergia accertata a piante della stessa famiglia (quali margherite, ambrosie, crisantemi e calendule).

Poiché l’utilizzo dei suoi estratti può comportare la riduzione del livello di zuccheri nel sangue, è opportuno che i soggetti ipoglicemici o che assumono farmaci, integratori o altre sostanze che interagiscano con tale livello, usino la debita cautela nel consumare prodotti a base di questa pianta.

COSA DICONO LE AGENZIE REGOLATORIE?
Il frutto essiccato del cardo mariano e i suoi estratti sono riconosciuti dall’EMA come medicinali vegetali di uso tradizionale per lenire i sintomi associati ai disturbi della digestione e per sostenere la funzionalità epatica (1) (4) (6).

Il cardo mariano è oggetto di oltre 868 pubblicazioni scientifiche (10).

Bibliografia
1. EMA/HMPC/294188/2013
2. Drug and Chemical Toxicology 2018, 43, 240-254
3. https://www.salute.gov.it/portale/temi/allegato_decreto_botanicals.pdf
4. EMA/HMPC/294187/2013
5. Metabolites 2023, 13, 440
6. https://www.sifweb.org/sif-magazine/voci-di-supporto/fitoterapici-tradizionali
7. Pellegrini L, Belcaro G, Dugall M, Hu S, Gizzi G, Corsi M, Hosoi M, Luzzi R, Feragalli B, Cotellese R. Supplementary management of functional, hepatic damage with Liverubin (pharma-standard Silymarin). A 3-month registry. Minerva Gastroenterol Dietol. 2015 Oct 8. Epub ahead of print.
8. Wah Kheong, Chan et al. “A Randomized Trial of Silymarin for the Treatment of Nonalcoholic Steatohepatitis.” Clinical gastroenterology and hepatology : the official clinical practice journal of the American Gastroenterological Association vol. 15,12 (2017): 1940-1949.e8.
9. Ebrahimpour-Koujan, Soraiya et al. “Lower glycemic indices and lipid profile among type 2 diabetes mellitus patients who received novel dose of Silybum marianum (L.) Gaertn. (silymarin) extract supplement: A Triple-blinded randomized controlled clinical trial.” Phytomedicine : international journal of phytotherapy and phytopharmacology vol. 44 (2018): 39-44.
10. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/?term=Milk%20thistle%5BTitle%2FAbstract%5D



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