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Continua la mitica storia del denim

03/10/11

Ecco il seguito della storia che ha portato il tessuto denim, il Blue Jeans dall’Europa agli Stati Uniti e ne ha decretato il successo di massa con la nascita dello street style

Nell’articolo della volta scorsa abbiamo visto come nasce il tessuto di fustagno che poi viene chiamato Blu di Genova, o Blue Jeans. Dalla sua invenzione fino al milleottocentocinquanta circa, questo rimane un tessuto da lavoro non pregiato ma estremamente resistente, il più adatto per questo uso. A partire dal 1850 infatti, il termine jeans non servirà più solo per indicare un tipo di tessuto, ma diverrà sinonimo di un vero e proprio modello di pantaloni. I cercatori d'oro sono i primi “clienti” di un signore che diverrà poi famoso in tutto il mondo per la sua produzione di blue jeans, il suo nome è Levi Strauss, e produce i suoi resistenti pantaloni a cinque tasche nella città di San Francisco insieme al suo socio Jacob David Youphes. Già a quell’epoca il jeans aveva tutti i suoi elementi principali. Oltre alla classica stoffa blu, già aveva i suoi bottoni, i famosi rivetti, per non parlare delle inconfondibili impunture, che anche oggi con il loro caratteristico colore contrastante giallo o bianco delineano i profili di ogni capo. Non troppo lontano da San Francisco appunto, i cowboys iniziano ad utilizzare questo tessuto per fare robusti pantaloni adatti per il loro duro lavoro, pantaloni che stanno già avendo un grande successo a livello di diffusione, e con lo stesso tessuto, cuciono anche giacche con molte tasche, e resistenti a tutto.
I cowboys del Far West utilizzarono il tessuto per confezionare oltre ai pantaloni anche le robuste giacche con molte tasche.
La storia continua senza alti e bassi, ma con una diffusione sempre più capillare di questo tessuto e dei famosi pantaloni di Levi Strauss, fino al 1920 circa, quando non rimangono più relegati nell’ambito di abbigliamento da lavoro, ma vengono impiegati anche in ambito militare, diventando un capo di abbigliamento militare a tutti gli effetti. Ancora però nessuno ha pensato di utilizzarli nel tempo libero, e fino alla seconda guerra mondiale rimangono ancora principalmente capi adatti per lavorare.
Alla fine della seconda guerra mondiale il jeans ritorna in Europa, portato dall’esercito americano vincitore. Il ciclo si chiude, quello che era partito da Genova, sbarcato negli Stati Uniti, rielaborato, collaudato e messo in uso dagli americani, ecco che ritorna a Genova e nelle altre città della nostra Italia. Da quel momento il successo del blue jeans è tutto in ascesa.
Negli anni 50 viene indossato da James Dean, da Elvis Presley, che insieme ad altri divi del cinema e della musica e agli idoli del rock’n’roll non ci mettono molto tempo a portare il jeans nelle case degli americani, ovviamente dei giovani, sotto gli occhi indignati dei genitori al grido di “ma come ti vesti?”. Questo attrito generazionale ha fatto sì che un decennio più tardi il jeans arrivasse a diventare il simbolo della contestazione giovanile, diventando addirittura l’uniforme dei contestatori sessantottini. Ma questa storia e il suo seguito fino ad oggi la vedremo insieme nel prossimo articolo.



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