SALUTE e MEDICINA
Comunicato Stampa

Fibrillazione atriale: apixaban superiore ad aspirina nella riduzione di ictus ed embolia sistemica

28/02/11

Pubblicati sul New England Journal of Medicine i dati dello studio AVERROES

Bristol-Myers Squibb e Pfizer Inc hanno annunciato la pubblicazione, sul The New England Journal of Medicine, dei risultati definitivi dello studio AVERROES relativo alla molecola apixaban. Lo studio, che è stato condotto in 36 Paesi, è stato coordinato dal Population Health Research Institute (PHRI) presso l'Università McMaster e presso l’Hamilton Health Sciences in Canada. Lo studio ha dimostrato che, nei pazienti affetti da fibrillazione atriale (AF) a rischio di ictus, intolleranti o non adatti al trattamento con un antagonista della vitamina K come il warfarin, apixaban è statisticamente superiore ad aspirina nel ridurre l’insieme di ictus o di embolia sistemica, senza peraltro comportare un incremento significativo di sanguinamenti maggiori, emorragie fatali o emorragia intracranica. Inoltre, risultato ritenuto molto importante, non si sono registrate differenze significative nel rischio di ictus emorragico nei pazienti trattati con apixaban rispetto a quelli trattati con aspirina. I risultati dello studio hanno dimostrato la superiorità di apixaban rispetto ad aspirina anche per l’endpoint secondario di efficacia, ovvero la riduzione dell’insieme di ictus, embolia sistemica, infarto miocardico o morte vascolare nei pazienti con fibrillazione atriale. L'aspirina è un’opzione di trattamento in pazienti per i quali warfarin o altri antagonisti della vitamina K possano comportare rischi di sanguinamento a livelli non accettabili. Questo studio è stato progettato proprio per valutare la possibilità di un’opzione più favorevole da mettere a disposizione di questa popolazione di pazienti. La fibrillazione atriale è la più frequente aritmia cardiaca: colpisce circa 5,1 milioni di persone negli USA e oltre 6 milioni in Europa. Si ritiene che dai 40 anni in poi una persona su quattro possa andare incontro a fibrillazione atriale nell’arco della propria vita. Alla fibrillazione atriale è associata la minaccia di un incremento del rischio di ictus, che è di cinque volte superiore nelle persone con fibrillazione atriale rispetto al resto della popolazione. Negli USA, la fibrillazione atriale è ritenuta causa del 15 per cento di tutti gli ictus. Apixaban è un inibitore orale, altamente selettivo e reversibile del Fattore X attivato e fa parte di una classe di agenti attualmente in studio per la loro potenziale attività di prevenzione dei trombi venosi e arteriosi. I risultati preliminari di AVERROES sono stati presentati nel mese di agosto 2010, a Stoccolma, in occasione del meeting annuale della Società Europea di Cardiologia. I risultati definitivi sono stati presentati lo scorso 10 febbraio alla International Stroke Conference che si è svolta a Los Angeles. "Il rischio che pazienti con fibrillazione atriale vadano incontro a ictus o embolia sistemica rappresenta un motivo di grande preoccupazione, soprattutto perché gli ictus correlati a fibrillazione atriale possono essere molto devastanti”, ha dichiarato Stuart Connolly, MD, professore di Medicina presso la McMaster University di Hamilton, Canada, e coordinatore dello studio. "I risultati dello studio AVERROES sono molto incoraggianti, perché dimostrano che apixaban è più efficace dell'aspirina, senza che questo comporti un significativo aumento del rischio di sanguinamento maggiore. Alla luce del rilevante numero di pazienti che non possono essere candidati al trattamento con antagonisti della vitamina K, è molto importante poter disporre di nuove opzioni di trattamento che siano sicure ed efficaci ".

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