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Giulio Andreotti dall'associazione mafiosa all'omicidio Pecorello, tutte le ombre dello statista

06/05/13

Giulio Andreotti muore tra le ombre. Associazione mafiosa, omicidio Pecorello, P2, breve storia oscura dello statista

Giulio Andreotti è morto alle 12 e 25 di oggi, 6 maggio 2013, nella sua abitazione a Roma. Il senatore a vita rappresenta un pezzo della storia della Repubblica Italiana, ma su di lui pendono gravissimi interrogativi riguardo ai rapporti con la mafia, la P2 e molto altro. I funerali del 7 volte Presidente del Consiglio si terranno domani pomeriggio nella capitale.

Il senatore a vita Giulio Andreotti muore oggi a 94 anni nella sua residenza privata e se ne va, inevitabilmente, tra le ombre. Le ombre di un rapporto stato-mafia su cui l'oscurità continua a regnare. Prima di approfondire le vicende che hanno visto coinvolto il senatore, ecco un breve riepilogo dei suoi ruoli politici.

Giulio Andreotti è stato sette volte Presidente del Consiglio, otto volte ministro della Difesa, cinque volte degli Esteri, tre volte delle Partecipazioni Statali, due volte delle Finanze, del Bilancio e dell'Industria, una volta del Tesoro, dell'Interno, dei Beni Culturali e e delle Politiche Comunitarie.

Ma sulla figura di Giulio Andreotti, come molti ben ricordano, gravano interrogativi pesanti e gravissimi. È stato indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, e la Corte di Cassazione, ultimo grado di giudizio, ha parlato di "concreta collaborazione" con la mafia fino almeno al 1980, ma poi è sopravvenuta la prescrizione e quindi è stato dichiarato il non luogo a procedere nei suoi confronti. Colpevole, quindi, ma non condannato.

C'è anche chi accusava Giulio Andreotti di essere il mandante dell'omicidio Pecorelli, giornalista a lui ostile di cui, secondo Tommaso Buscetta, il boss Badalamenti disse che "fu commissionato dai cugini Salvo per conto di Giulio Andreotti. Il Divo fu dapprima assolto, poi condannato a 24 anni in appello, ma nel 2003 la sentenza d'appello venne annullata e divenne definitiva quella di assoluzione. È poi noto a tutti un altro fatto riportato da Buscetta agli inquirenti: la famosa storia del bacio di Andreotti a Totò Riina.

Inoltre per la corte di Perugia e per il tribunale di Palermo Andreotti era coinvolto nella famosa loggia P2 e aveva rapporti "di lunga data" con diversi dei suoi membri, incluso Sindona. Andreotti è anche stato condannato per diffamazione del giudice Mario Almerighi.



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