I brain games? Tutta salute!
Prima si inizia, meglio è: sono ormai moltissimi gli studi che dimostrano come i cosiddetti “brain games” –test, esercizi e attività ludiche il cui scopo è promuovere l’attività mentale – facciano bene al cervello e alle emozioni, fin dalla tenera età.
Concentrazione e memoria, capacità logica e di ragionamento, problem solving e stimoli intellettivi aumenterebbero con l’allenamento cognitivo; ansia, stress, depressione, invece, diminuirebbero.
Insomma, “i giochi intelligenti”, dal Sudoku ai rompicapo fino ai giochi di strategia – tanto per citarne alcuni – sembrano essere un vero e proprio toccasana.
Qualche tempo fa, uno studio condotto da alcuni psicologi ricercatori dell’Università del Michigan che ha coinvolto circa 60 bambini tra gli 8 e i 9 anni, ha dimostrato che il cervello, per aumentare le sue performance, dovrebbe proprio essere allenato allo stesso modo dei muscoli del nostro corpo.
A metà dei ragazzi coinvolti nell’esperimento è stato chiesto di applicarsi per aumentare il proprio vocabolario e la propria cultura generale, mentre all’altra metà è stato dato il piacevole compito di utilizzare videogiochi appositamente studiati per allenare la memoria e immagazzinare informazioni mentre si è impegnati a risolvere un problema.
Ogni gruppo doveva eseguire il compito assegnato per almeno 15 minuti al giorno, per un mese.
Al termine del periodo, i due gruppi sono stati sottoposti a un “test di verifica”: il gruppo di bambini applicatosi ai videogiochi ha dimostrato un netto aumento di alcune capacità cognitive; l’altro gruppo, allenatosi su un aspetto prettamente linguistico, invece, non riportava un simile miglioramento.
Non solo: a distanza di tre mesi, erano ancora i bambini che si erano allenati con i brain games a superare con esiti migliori i test di ragionamento e di problem solving, rispetto all’altro gruppo.
Sono poi arrivati nuovi studi a suffragare questi risultati e ad ampliare la prospettiva, coinvolgendo con successo negli esperimenti bambini che soffrivano di deficit di attenzione o di memoria.
Infine, citiamo un altro programma di “fitness per il cervello” messo recentemente a punto da alcuni scienziati americani, sempre con l’obiettivo di dimostrare che i giochi intelligenti hanno una grande utilità. In questo studio, a essere coinvolti non sono stati soltanto i bambini, ma anche adulti e anziani a rischio Alzheimer.
I risultati sono stati, ancora una volta, sorprendenti: mano a mano che i partecipanti allenavano il proprio cervello con i brain games, ottenevano importanti risultati in termini cognitivi.
E questo valeva sia per i giovanissimi e per gli adulti che riuscivano così ad affinare le proprie competenze cerebrali, sia per gli “anziani a rischio”, che, stimolati da questi giochi, riuscivano a mantenere un buon livello di memoria e a essere mentalmente attivi.
Benefici per tutti, dunque.
L’importante è iniziare a cimentarsi con i brain games da piccoli e non smettere mai: le occasioni, per esempio su carta con i vecchi cruciverba, o su internet con giochi di strategia sempre più all’avanguardia, certamente non mancano per nessuno.
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