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Comunicato Stampa

I filippini d’America delusi dalla chiamata di Biden a Marcos jr.

La vittoria di “Bongbong” Marcos jr. figlio di Ferdinand Marcos sr. che ha regnato sulle Filippine per più di vent’anni, ha generato preoccupazione tra i filippini residenti in Nord America, delusi per la telefonata di congratulazioni fattagli da Biden.

Yahoo!NewsLe associazioni dei filippini residenti in USA e Canada, come per esempio la “GABRIELA” e la “US Filipinos for Good Governance”, hanno espresso forte preoccupazione per il risultato delle elezioni del 9 maggio, che ha decretato la vittoria di Ferdinand "Bongbong" Marcos Jr. Quest’ultimo è figlio di colui che da molti viene chiamato “dittatore” e che ha governato le Filippine dal 1965 al 1986. imponendo la legge marziale per nove anni. I filippini emigrati in Nordamerica sono in molti casi i discendenti delle vittime o vittime essi stessi di Ferdinand Marcos Sr., e oggi si dichiarano “estremamenti delusi” da Joe Biden per aver telefonato a “Bongbong” ed essersi congratulato con lui. Le associazioni esortano a indagare su eventuali brogli e non convalidare per il momento l’esito delle elezioni.

La telefonata di Biden aveva però un senso dal punto di vista strategico e diplomatico. Marcos jr. potrebbe seguire la linea dell’ex presidente Rodrigo Duterte, che ha sempre tenuto una posizione critica verso Washington e si è avvicinato a Pechino. Manila ha storicamente un rapporto di alleanza con gli Stati Uniti, ma le cose sembrano cambiare definitivamente, e Biden non può permetterselo. Il coordinatore dell’area indo-pacifica per il Consiglio per la Sicurezza Nazionale, Kurt Campbell, ha dichiara che la Casa Bianca vuole subito impegnarsi con le Filippine onde evitare i “problemi di comunicazione” che potrebbero esservi nella fase iniziale della presidenza Marcos. Il Segretario di Stato Antony Blinken ha detto che Washington vuole lavorare con “Bongbong” per rinforzare la speciale partnership fra i due Paesi.

Durante la presidenza di Marcos sr. gli USA avevano dovuto fare i conti con la sua personalità definita eccentrica e crudele, oltre che accaparratrice di un patrimonio miliardario. Molti filippini emigrarono e ancora oggi la Corte distrettuale delle Hawaii chiede alla famiglia Marcos un risarcimento di 2 miliardi per le vittime di Ferdinand. Proprio per questo motivo “Bongbong” non va negli Stati Uniti da molti anni, temendo conseguenze giudiziarie: ma ora che è presidente il Dipartimento di Giustizia americano dovrà stabilire se dargli l’immunità diplomatica o meno.

La sua vittoria alle presidenziali è stata netta. E non solo: ha vinto insieme alla sua candidata vicepresidente Sara Duterte, figlia dell’ex presidente Rodrigo Duterte e sindaco di Davao City. Bongbong ha invitato i suoi concittadini e tutta la comunità internazionale a non giudicarlo per ciò che ha fatto la sua famiglia, ma per quello che farà nel corso della presidenza. Ora si vedrà quale linea seguirà a livello interno (si crede che continuerà quanto iniziato da Duterte) ed estero (anche qui sulla scia di Duterte vicinanza con Pechino e critica a Washington). Gli esperti dicono che il peso della percezione di quanto di male ha fatto il padre gli impedirà di unire le forze politiche del Paese su un terreno comune.



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