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Il counseling psicologico nella scuola. l'esperienza di free student box

03/04/09

Un volume che illustra nel dettaglio l'esperienza di counselling scolastico messa in atto a Reggio Emilia all'interno di una feconda collaborazione fra istituzioni scolastiche e ASL. Un esempio di eccellente lavoro psicologico che, nato nel locale, ha potenzialità tali da poter essere applicato in tutti i contesti simili.

Nel testo “Free Student Box - Counselling psicologico per studenti, genitori e docenti” (a cura di L. Angelini e D. Bertani, Psiconline Editore, 2009, pp. 328) sono confluite un insieme di riflessioni su un’esperienza di counselling psicologico nelle scuole medie superiori di Reggio Emilia, che, dopo sei anni, annovera ormai, all’interno delle scuole convenzionate, ben 18 sportelli rivolti a studenti, genitori e proff, offerti gratuitamente dall’Ausl e dalla Provincia di Reggio Emilia.

Si tratta di un servizio, prevalentemente rivolto ai lievi, che fa da front office rispetto ai tradizionali servizi del Dipartimento di Salute Mentale e della Psicologia Clinica, che fungono da back office ai quali inviare velocemente i casi più severi. Una nuova rete sanitaria, quindi, che si aggiunge e complica un tessuto già riccamente innervato di servizi. Un punto di riferimento che, oltre agli psicologi, vede impegnati in una preziosa opera di filtro e di marketing sociale presidi, proff referenti e giovani studenti peer counsellor.
Studenti peer che vanno formati e discretamente accompagnati dai giovani psicologi counsellor, che in questo modo - come del resto tutti gli altri attori presenti sulla scena di Free - vengono a disporsi in una situazione di scambio di reciproco arricchimento con i giovani interlocutori con i quali operano.

Il testo, che per la sua compiutezza si presenta quasi come un manuale di counselling, si compone di quattro parti.
La prima, intitolata “I servizi, gli sportelli e le reti”, parte dalla descrizione dell’esperienza di Free e dalla sua disposizione all’interno del quadro istituzionale pubblico, sanitario e non, in cui in cui è iscritta. Prosegue con l’analisi del significato che il counselling assume all’interno delle clinica e tende ad inquadrare l’esperienza di Free come un connubio fra la tradizione dell’antipsichiatria reggiana, dalla quale provengono i due curatori del testo, e la riflessione sugli elementi di novità apparsi in questi ultimi anni all’interno del territorio reggiano, ed in primo luogo sulle nuove famiglie, sulla nuova scuola e sul tipo di domanda che proviene dai giovani migranti.

Nella seconda parte – “I peer e il tema dell’accompagnamento” – gli autori si propongono innanzitutto una lettura dell’accompagnamento: e cioè di quel particolare tipo di rapporto intergenerazionale che comprende il peer counselling, ma lo inquadra all’interno di un campo più vasto e più garantito di cure incentrate sul tutoring. Segue il bel lavoro di Pietropolli Charmet teso a definire il profilo del giovane volontario e quello di Renzetti volto a inquadrare tutte le possibili declinazioni del volontariato giovanile. Nei lavori di Adil El Marouakhi e Silvia Sai, infine, si cerca di comprendere in che cosa consista la disposizione dei giovani migranti a fare i volontari e quali significati può assumere la loro esperienza di peer counsellor, svolta insieme ai giovani autoctoni.

Segue una terza parte - Psicologi a scuola – all’interno della quale vengono posti in evidenza tutti i nodi critici che in concreto abbiamo dovuto affrontare nel nostro lavoro: il passaggio dall’impianto iniziale a quello attuale; Il rapporto con la scuola, i proff referenti e i genitori; la struttura del counselling; il raccordo fra lavoro di front office, svolto da Free, e back office dei servizi tradizionali; le difficoltà e le sfide del rapporto con i migranti; il lavoro di raccordo con le reti scolastiche e socio-sanitarie; i problemi sorti dalla diffusione di Free in periferia; il funzionamento del nostro sito web www.freestudentbox.it; ed infine i problemi connessi con il lavoro d’equipe e la supervisione.
Infine, in appendice, c’è “La nostra cassetta degli attrezzi”: un insieme di strumenti di lavoro che pensiamo molto utile per gli psicologi e i social worker che lavorano con gli adolescenti.

A parte quelli dei curatori e degli autori già citati, il resto degli scritti sono dei giovani psicologi counsellor che nei sei anni scorsi hanno lavorato negli sportelli, psicologi che nel frattempo si sono specializzati, spesso utilizzando l’esperienza di Free come base per la loro crescita sul piano professionale. Un’opera corale quindi che ha rappresentato un momento di riflessione e di ulteriore crescita per tutti i professionisti coinvolti.



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