SALUTE e MEDICINA
Comunicato Stampa

Ipertensione: omocisteina e vitamine del gruppo B

Circa il 12,8% della popolazione mondiale soffre di ipertensione farmacoresistente, definita come il mancato raggiungimento di una pressione arteriosa target di 140/90 mmHg utilizzando tre classi di farmaci antipertensivi.

FotoSecondo i ricercatori dell'Università del Maine e dell'Università dell'Arkansas (USA), l'uso delle vitamine del gruppo B per abbassare i livelli di omocisteina è un mezzo efficace per ridurre la pressione sanguigna e può essere particolarmente utile nella gestione dell'ipertensione farmacoresistente.

L'omocisteina è un composto intermedio coinvolto nella regolazione delle vitamine.
L'omocisteina elevata è il risultato di mutazioni genetiche o di riserve inadeguate di vitamine B6, B12, folati e riboflavina (B2).

Un'elevata omocisteina è associata a una ridotta sintesi di protossido di azoto, che è correlata alla vasocostrizione dei piccoli vasi ed è un fattore di rischio per ipertensione, malattie cardiovascolari, ictus e malattie neurologiche.


QUALI DISTURBI PUÒ CAUSARE L’OMOCISTEINA ALTA?

L’accumulo eccessivo di omocisteina, causato da un alterato processo di metilazione, è purtroppo una condizione alquanto frequente, un fattore di stress ossidativo da evitare scrupolosamente se si vuole godere di buona salute in ogni fase della vita. Alti livelli di questo amminoacido provocano infatti danni a livello delle pareti dei vasi sanguigni, facilitando l’adesione del colesterolo e diventando così un significativo fattore di rischio per l’insorgenza di vari disturbi, soprattutto negli anziani.

Il fatto che gli individui nella terza e quarta età siano più soggetti all’accumulo di omocisteina è spiegabile con il ridotto assorbimento intestinale dei nutrienti, inclusi quelli importanti per la sua regolazione. Quello del malassorbimento, però, può essere un fattore di rischio presente anche nei giovani, in caso di svariate altre tipologie di malfunzionamento del tubo digerente.

Il livello di omocisteina è di norma più alto nelle donne rispetto agli uomini, in special modo durante la gravidanza e nelle donne entrate in menopausa che subiscono una fisiologica diminuzione degli estrogeni. I segnali più tipici che fanno pensare a una carenza di folati e di vitamina B12 (e di conseguenza a un eccesso di omocisteina) possono includere una o più delle seguenti manifestazioni fisiche:

• diarrea;
• vertigini;
• debolezza;
• perdita dell’appetito;
• pallore;
• battito cardiaco accelerato;
• fiato corto;
• dolore alla lingua e alla bocca;
• formicoli e intorpidimento degli arti.

In presenza di tali sintomi, il medico curante, che conosce a fondo la storia e spesso anche le familiarità del paziente, valuterà se sia il caso o meno di effettuare un controllo dei valori di omocisteina nel sangue (omocisteinemia) con opportuni esami di laboratorio da eseguirsi a digiuno. In base ai risultati potrà poi eventualmente studiare una terapia adatta nella tipologia e nel dosaggio.

L'abbassamento dell'omocisteina è relativamente poco costoso perché si ottiene fornendo un'integrazione vitaminica.

Sebbene la letteratura recente supporti l'efficacia e la sicurezza dell'abbassamento dell'omocisteina nel trattamento dell'ipertensione, la validità di questa generalizzazione è stata contestata, generando una controversia che è durata oltre 15 anni e ha rallentato l'uso dell'abbassamento dell'omocisteina come mezzo di trattamento dell'ipertensione, secondo i ricercatori.

Gli scienziati Elias e Brown hanno esaminato la letteratura su entrambi i lati della controversia e hanno concluso che le prime critiche all'abbassamento dell'omocisteina erano premature e che l'integrazione con sufficienti vitamine non di origine alimentare B2 (riboflavina), B6, folato e B12 può abbassare in sicurezza la pressione sanguigna tanto quanto Da 6 a 13 mmHg.

Il valore di riferimento aggiornato per l'omocisteina normale è minore/uguale 10 μmol/L.

Tuttavia, molti laboratori definiscono livelli normali di omocisteina fino a 11,4 μmol/L. Elias e Brown sostengono che è necessario aggiornare i valori di laboratorio per l'omocisteina normale e determinare se i valori di protezione dal rischio dovrebbero essere ancora più bassi. Probabilmente 8 μmol/L è il tetto massimo.

I ricercatori concludono che:
"Il trattamento vitaminico è quindi un'aggiunta potenzialmente importante al trattamento farmacologico dell'ipertensione farmacoresistente"

Cosa mangiare quando l'omocisteina è alta?

Bisogna optare in particolar modo per le fonti di vitamine B6, B9 e B12, tra cui:

• Vegetali di colore verde scuro
• Fegato
• Noci
• Nocciole
• Mandorle
• Arance
• Kiwi
• Pesce
• Carne
• Uova

Attenzione però anche a come si conservano e preparano gli alimenti.

Infatti, il contenuto di vitamine B6 e B9 negli alimenti si riduce notevolmente con l’esposizione alla luce, il congelamento e la cottura. Inoltre, sono sempre valide le raccomandazioni generali di evitare il consumo di carni grasse, prediligere il pesce, aumentare il consumo di frutta e verdura e limitare alcolici e caffè.

Tuttavia, lo studio sopra citato conferma che non basta il cibo, ma c'è bisogno di un integrazione specifica.

INTEGRATORI
La terapia con integrazione di vitamine del gruppo B è efficace in molte forme di iperomocisteinemia. Diverse vitamine del gruppo B, quali i folati, la metil-cobalamina (vitamina B12 in forma metilata), la piridossina (vitamina B6), la riboflavina (vitamina B2), la betaina e lo zinco fungono da cofattori nella trasformazione dell'omocisteina nei suoi derivati, risultando quindi sostanze essenziali per la riduzione dei livelli plasmatici di questa molecola dannosa per il nostro organismo. Alcuni dati sugli effetti del trattamento vitaminico sui soggetti con valori elevati di omocisteina hanno confermato la possibilità di ottenere benefici clinici dalla riduzione di tale amminoacido. Gli integratori che sono ritenuti funzionali in questo senso, utili ad abbassare l’omocisteina sono quelli contenenti vitamine del gruppo B e acido folico in forma metilata. Non solo. Come accennato, il metabolismo dell’omocisteina è molto più ampio rispetto ai due percorsi metabolici descritti. Questo fa sì che un’integrazione funzionale preveda l’impiego di altri cofattori essenziali ed altre vitamine, così come altri amminoacidi essenziali.

DIFFERENZE TRA VITAMINE NATURALI E DI SINTESI
Se dal punto di vista strutturale non vi è alcuna differenza tra le vitamine di origine naturale e quelle di sintesi, diversa è la loro BIODISPONIBILITÀ, vale a dire la quantità del nutriente che raggiunge la circolazione sistemica; essa dipende da molteplici variabili quali l’interazione con gli altri nutrienti e le sostanze naturalmente presenti negli alimenti.

Quindi le vitamine di sintesi, non godendo di queste sinergie, hanno un’efficacia maggiore come integrazione ma non si sostituiscono a quelle introdotte attraverso gli alimenti. Ad esempio, mentre i folati sono la forma della vitamina B9 naturalmente presente negli alimenti non arricchiti, l’acido folico è la forma sintetica della stessa vitamina presente negli integratori o negli alimenti fortificati. Le due forme della vitamina B9 non vengono metabolizzate allo stesso modo dal nostro corpo: è importante notare che la forma sintetica (acido folico) ha una biodisponibilità superiore rispetto alla forma naturale e non è inibita da fattori quali la carenza di zinco, dall’abuso di alcol o altri fattori alimentari.

Molto interessanti per il controllo dell’ipertensione sono anche l’arginina e la citrullina, due sostanze che hanno la capacità di promuovere la produzione di ossido nitrico (NO), che a sua volta agisce attivamente sulla muscolatura liscia delle arterie provocando una vasodilatazione naturale, con un conseguente aumento del flusso ematico che si traduce praticamente in una maggiore vascolarizzazione. Solitamente si consiglia l’assunzione di integratori per l’ipertensione contenenti questi due amminoacidi precursori dell’ossido nitrico, al fine di modulare la funzione dell’endotelio.

Un’integrazione più ampia e nello stesso tempo specifica potrebbe includere:

o Arginina e citrullina (produzione di ossido nitrico);
o Vitamine C ed E (protezione dell’ossido nitrico);
o Magnesio (regolazione della contrattilità muscolare);
o Acido folico metilato (metabolismo dell’omocisteina).

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