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Comunicato Stampa

Israele non dà armi a Zelensky, Netanyahu spiega la posizione di Gerusalemme

La visita ufficiale del premier israeliano Netanyahu in Germania è stata l'occasione di chiarimento sulla posizione fredda del suo governo rispetto alle richieste di Zelensky.

The San Diego Union TribuneLa visita ufficiale in Germania
Il primo ministro israeliano Benjamin “Bibi” Netanyahu ha fatto tappa a Berlino nel corso del suo tour di visite ai colleghi europei. Dopo Macron e Meloni il 16 marzo ha incontrato il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Nella conferenza stampa congiunta che è seguita, i due leader hanno risposto alle domande - talvolta scomode - dei giornalisti. Netanyahu ha dovuto affrontare domande sulla situazione interna di Israele, molto calda in questo momento a cuasa delle forti polemiche sulla riforma giudiziaria. Ma a parte questo tema e poi le dichiarazioni formali, di rito, sull’amicizia fra i due Paesi e sull’appoggio alla causa ucraina, Netanyahu ha spiegato le ragioni della posizione di Israele, spesso considerata di fatto neutrale.

Le ragioni di Israele
Il premier ha detto che per alcuni Paesi europei la decisione di inviare armi a Kiev può essere stata relativamente semplice, ma che per Israele, invece, la situazione è piuttosto complessa. Il quadro attuale del Medio Oriente, infatti, costringe Gerusalemme a tenere conto di altri attori sul campo come la Siria e il suo alleato che è proprio la Russia. Le sue esigenze di difesa dalla minaccia iraniana portano Israele a compromessi con Mosca sul sorvolo dei cieli siriani, in cambio dell’astensione dall’assistenza militare all’Ucraina. Quello che gli europei percepiscono come un accordo cinico, è in realtà una necessità di sopravvivenza, spiega Netanyahu.

Le pressioni interne ed esterne
I tre governi di Gerusalemme che si sono succeduti al potere dal febbraio del 2022 hanno dovuto subire critiche sia interne che internazionali, ma sono rimasti fermi sulla linea tracciata dagli interessi geopolitici di Israele nella sua regione. Esponenti politici sia di maggioranza che di opposizione si sono uniti nel chiedere che Israele faccia di più per Kiev, metta a disposizione i suoi armamenti e non si limiti all’assistenza umanitaria. Anche da Washington la pressione della lobby filo-ucraina si è fatta sentire, ma non ha spostato la posizione iniziale di Israele.



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