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Comunicato Stampa

Kumbh Mela in India, 100 milioni di persone per 57 giorni

21/02/13

Kumbh Mela in India. Ogni giorno un reportage dal luogo più popoloso al mondo. Il progetto Riverside Rendezvous vede una delegazione di studenti universitari ad uno degli appuntamenti più incredibili della storia e, realizzeranno un documentario.

2.000 ettari di estensione, 100 milioni di persone, 15 mila monaci. 57 giorni. Il più grande ritrovo religioso al mondo. Questa è la città sacra. Una città sorta sulle rive dei fiumi Gange e Yamuna, in un territorio che per sei mesi all’anno è sepolto dalle impetuose acque che scorrono verso il Golfo del Bengala.
Ogni 12 anni, pellegrini giunti da tutto il mondo si recano al sangam, la confluenza tra i due corsi d’acqua, per purificarsi bagnandosi nell’acqua più sacra d’India. Un’esplosione di colori, odori e suoni crea una sinestesia che inebria chiunque vi si rechi.
Al Kumbh Mela non si cerca solo la purificazione. Qui, infatti, avviene l’incontro tra le 13 akhara, le organizzazioni di monaci induisti, detti sadhu, che in quest’occasione prendono importanti decisioni politiche e amministrative, celebrano cerimonie d’iniziazione e riorganizzano le proprie gerarchie.
C’è poi chi visita il sangam per turismo, per il piacere della scoperta o alla ricerca di una spiritualità che mai è stata tanto multiforme. Un fiume umano che confluisce in una festa che segna l’incontro tra uomini e dei, uniti dal sentimento di fratellanza e universalità della cultura umana.
PopEye – Ethnovisual Association si è gettata alla ricerca della reale essenza di questo incontro dall’inimmaginabile portata. Cosa spinge un fiume tanto disomogeneo di persone lungo uno stesso argine? Che cos’è la vita di un sadhu? Quanto possiamo noi occidentali comprendere di un evento che affonda le proprie radici in un’epoca remota e misteriosa?


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Bandara: Siete tutti invitati

È il momento di festeggiare tra le 13 akhara del Kumbh Mela. In attesa del bagno imperiale che si terrà questa notte dalle 4 a.m. , molte famiglie stanno dando vita a delle bandara, fastosi banchetti aperti a tutti: cibo gratis, sguardi accoglienti e un forte senso di comunità.
Allahabad: “Stiamo aspettando duemila persone per la nostra bandara”, ci dice con orgoglio Siddarth Giri, intento negli ultimi preparativi per accogliere tutti gli ospiti nella sua tenda. Verso le ore 9 una piccola folla inizia ad accalcarsi attorno alla sua dimora, sventolando dei fogli gialli, ricevuti come invito per il banchetto: certificano il loro diritto formale di ricevere cibo dagli organizzatori, la famiglia dei Giri – parte della Juna akhara – e di essere congedati con due banconote da 100 rupie consegnate da uno dei fratelli di Siddarth.

“C’è voluto molto – ci spiegano – per preparare il tutto, poiché è davvero complicato per un sadhu racimolare le centinaia di migliaia di rupie necessarie per realizzare la festa ed essere regalate”. Ecco perché ci vogliono anni per preparare un evento che dura solo un giorno. Le molte bandara che si stanno tenendo ogni giorno in questo o in quell’ashram – comunità di sadhu – creano un dinamico sciamare di persone, che vanno a visitare amici o membri della stessa akhara. È un complesso e articolato carosello che vortica attorno al dare e ricevere, oliando gli ingranaggi di una delle più complesse organizzazioni religiose del mondo.

Schiacciati dalla folla, le vittime del Kumbh Mela

Allahabad – Il fiume umano che ha invaso la città tra la notte del 9 e del 10 di questo mese ha esondato. 36 persone sono decedute presso la stazione ferroviaria di Allahabad Junction tra il pomeriggio e la sera del 10 febbraio. Inutile l’intervento dei soccorsi, giunti sul luogo ben tre ore dopo l’accaduto a causa dell’enorme massa che si era creata attorno ai binari 5 e 6.
Inadeguate le misure predisposte dalle autorità ferroviarie”, questa la sentenza emessa dal “Times of India”, che sottolinea quanto ciò che è accaduto fosse evitabile adottando precauzioni consone alle dimensioni dell’evento che la città sta ospitando.
La polizia locale e l’autorità ferroviaria sono state accusate di inerzia davanti all’accaduto.
Alcuni testimoni hanno invece puntato il dito contro le forze dell’ordine, taciute di aver caricato la folla, manganelli alla mano, nel momento di maggior concitazione.
Tra i 36 deceduti si contano 26 donne, 9 uomini e un bambino. 14 di loro, portati in fin di vita in ospedale, non hanno passato la notte. Questo è il bilancio dell’evento più affollato di sempre, più di 35 milioni di persone si sono riversate sulle strade di Allahabad dirette al sangam.
Fonti ufficiali riportano che Kumbh Nagar, il distretto che ospita l’evento, ha in questi giorni infranto ogni record, divenendo l’area urbana più popolata al mondo. Scendono così al secondo gradino del podio il 37,1 milioni di persone che occupano l’area metropolitana di Tokio.

Per ulteriori informazioni, seguite il progetto Riverside Rendezvous su www.popeyeproductions.com



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