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Comunicato Stampa

L’11 settembre nel libro colossal ELFINGER SOPRA E SOTTO di Dab Ray

10/09/15

La letteratura contemporanea che porta alla memoria il giorno che ha cambiato il mondo.

FotoOre 8.46 di un martedì mattina a New York City. Era l'11 settembre 2011. L'ombra di un aereo attraversa veloce le sagome dei grattacieli di Manhattan. Il rumore spaventa, è troppo vicino, ma ciò che spaventa davvero deve ancora arrivare. Viene naturale alzare gli occhi in su.
Un aereo colpisce una delle Torri Gemelle del World Trade Center. Momenti di incredulità, paura, terrore. Ciò che è naturale, non lo è più. Solo pochi minuti più tardi, alle 9.03, mentre le televisioni di tutto il mondo proiettano le immagini della prima torre in fiamme, un altro aereo si schianta contro la seconda. È il giorno che ha stravolto il mondo. “Ground Zero” identifica il posto dove si ergevano gli edifici WTC 1 e WTC 2 delle Torri Gemelle e dove oggi un parco ricorda le vittime.

A distanza di quattordici anni, il libro di Dab Ray “ELFINGER SOPRA E SOTTO” (C’era una volta Edizioni, ottobre 2013), prossimo al suo secondo compleanno, tiene ancora viva la memoria sull'11 settembre, facendo onore a chi ha sacrificato la propria vita per aiutarne altre: il famoso Corpo dei Vigili del Fuoco. Nelle pagine che ricordano l’11 settembre, Dab Ray ci catapulta, insieme alla protagonista Kate Wolf della CNN, sulla scena “tra le macerie ancora fumanti” dove la giornalista si precipita con la speranza di trovare vivi i propri genitori, strappando dalla dama nera un vigile del fuoco.
“Tratta la prima boccata di aria buona nei polmoni, l’aveva guardata e con la poca forza che ancora gli rimaneva in corpo, l’aveva abbracciata. Con un sussurro le aveva detto: «Grazie!»
Kate aveva ricambiato con la sola cosa che le riusciva fare bene: un sorriso. Lo aveva guardato negli occhi e in quel momento il dolore era svanito. Non piangeva, non pensava, non era più nulla in quel momento.”

E proprio in occasione della prima presentazione del libro presso la Regione Lazio, il capo squadra Francesco Tamburlani, intervenuto in rappresentanza del Comando Centrale dei Vigili del Fuoco di Roma, insieme al vigile esperto Andrea Simeoli (in foto), aveva ricordato come i Vigili del Fuoco siano “un corpo presente in tutto il mondo unito dalla stessa razionale ed approfondita conoscenza del saper "essere", del saper "agire" lucidamente in maniera determinante nel contesto a lui proposto” e aveva spiegato come “il vigile del fuoco non è un eroe immaginario ma un uomo che affronta il rischio mettendo al servizio del bene comune dedizione, professionalità e coraggio”.

Un dramma che non si può dimenticare, fissato nelle pagine di un libro dove si respira l'importanza dell'unione tra i popoli, rappresentata già in copertina dall’unione di una torque celtica e di una piuma tribalizzata, in un simbolo disegnato dall’autore stesso, che è al tempo stesso l’icona della libertà. Il libro, uscito nell'anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti, è una straordinaria opera letteraria che Elisabetta De Vito, curatrice della Prefazione, definisce “Un lungo viaggio evolutivo di scoperta e illuminazione, un romanzo con un respiro ampio, una scrittura epica e moderna, un linguaggio colto e quotidiano al tempo stesso”.



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