EDITORIA
Comunicato Stampa

L'anoressia tra medicina e psicologia

26/01/11

Luciano Peirone ed Elena Gerardi relatori dell'incontro presso l'Unitre di Collegno, Torino, giovedì 27 gennaio dalle 15 alle 17, sul tema "L’anoressia: problema medico e/o psicologico?". I due psicoterapeuti, esperti della materia, sono autori del libro "Anoressia rabbiosa. La ribellione muta e i sentimenti repressi", pubblicato da Edizioni Psiconline.

COLLEGNO - L'anoressia e il corretto approccio terapeutico sono alla base del convegno presso l'Unitre di Collegno, Torino, dal tema "L’ANORESSIA: PROBLEMA MEDICO E/O PSICOLOGICO?". L'incontro è aperto al pubblico che volesse intervenire giovedì 27 gennaio 2011, ore 15.00-17.00, in via Gobetti 2. Modera l'incontro Gianni Baiotti, cardiologo, pneumologo e specialista in medicina interna, ex primario di medicina interna presso l'ospedale Molinette di Torino, oggi docente dei corsi di medicina all’Unitre di Torino e Collegno.

Peirone e Gerardi hanno di recente scritto il saggio "Anoressia rabbiosa. La ribellione muta e i sentimenti repressi", edito nella collana "Ricerche e contributi in psicologia" da Edizioni Psiconline, casa editrice specializzata in psicologia, psicoterapia e scienze umane.
«Il cibo è nutrimento e vita - osservano Peirone e Gerardi - occasione di incontro e di socializzazione. L’anoressia è malattia e disagio, elementi assai diffusi e tipici per la attuale società occidentale, paradossalmente troppo “ricca e grassa” nel produrre il mito della esasperata magrezza». Curare questa patologia è difficile e complicato. Una componente essenziale spesso sfugge e mette la parola "fine" al successo terapeutico.

E' la rabbia dell'anoressico. Di questo parla il saggio "Anoressia rabbiosa". «Con il termine "rabbiosa" - dicono i due autori - abbiamo voluto sottolineare una componente emozionale che ricorre in diversi pazienti anoressici, nei quali prevalgono sentimenti negativi, anche potenti, che ruotano attorno a invidia, gelosia, aggressività, irascibilità e, tra le altre, conflittualità nei rapporti interpersonali. Il più delle volte queste caratteristiche risultano represse e rimosse, per cui la persona appare frenata nell'esprimere questi stati d'animo, ovviamente difficili da rendere pubblici, per cui prevale la dimensione inconscia».

Nel libro i due autori offrono anche spaccati di vite vere, con testimonianze dirette della pazienti in terapia, così come percorsi e spunti terapeutici.



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