VARIE
Comunicato Stampa

L’innovazione dirompente in medicina è in atto

17/03/21

Ricerca traslazionale, tecnologie innovative e medicina di precisione: il futuro della sanità parte da qui, ma è importante garantire equità di accesso alle cure e sostenibilità del Sistema sanitario

16 Marzo 2021 - Nell’Opinione su “Disruptive innovations” o innovazione dirompente,

l’Expert Panel on investing in health della Commissione Europea (EXPH), ha definito

“l’innovazione dirompente nel settore sanitario” come “un tipo di innovazione che crea

nuove reti e nuove organizzazioni sulla base di una nuova serie di valori, coinvolgendo

nuovi attori, che consente di migliorare la salute e di raggiungere altri obiettivi preziosi,

come equità ed efficienza”. Oltre alla definizione “europea” di innovazione dirompente

il Panel ha elaborato anche una nuova tassonomia delle innovazioni dirompenti basata

sui “campi di applicazione” e sulle loro categorie tecnologica (tecnologie a bassa ed alta

complessità), organizzativa (modelli, strutture, processi), prodotti e servizi e risorse

umane (personale sanitario, pazienti, cittadini e comunità).

In area tecnologica, numerosi dispositivi saranno disponibili nel prossimo biennio.

Le proposte interesseranno la sensoristica, i micro/macro infusori, l’apparato

cardiocircolatorio in termini di controllo di patologie aritmiche, coronariche e di deficit

muscolare cardiaco.

La teragnostica implementerà i prodotti a disposizione, così come la radioterapia e

la radiologia, tecnologie innovative che permetteranno di vedere gli organi come

strutture trasparenti, gli xenobots (piccoli robot) che introdotti nell’apparato vascolare

permetteranno di ripulire le arterie e veicolare farmaci, le CAR che amplieranno la

propria copertura terapeutica, la medicina di precisione che si avvarrà di strumenti

digitali di implementazione, super computer per analisi di big data per accelerare la

scoperta farmacologica e la possibile applicazione clinica, e non ultima l’intelligenza

artificiale che migliorerà le performance in tutti gli ambiti terapeutici e diagnostici a

supporto dell’attività specialistica. L’home care sarà inoltre una possibilità di

espansione della tecnologia medica a partire dalla telemedicina, fino a dispositivi di

monitoraggio e cura. Non vanno dimenticati i prodotti misti farmaco/dispositivo,

non ultimi quelli per migliorare l’aderenza terapeutica o sistemi di impianto o

esterni con delivery di sostanze.

Di tutto questo si è parlato durante il webinar intitolato “TWENTY/TWENTY-ONE.

L’INNOVAZIONE DIROMPENTE NELL’ANNO 2021”, organizzato da Motore Sanità

e con il contributo incondizionato di SHIONOGI e IT-MeD.



Alcuni campi di innovazione dirompente in medicina sono la ricerca traslazionale, le

tecnologie innovative, la medicina di precisione. L’Unione Europea sta già

finanziando alcuni progetti per esplorare questo problema in numerosi Stati membri

spingendo a valutare i costi e i benefici delle attività di diagnostica molecolare per

identificare le persone che potrebbero beneficiare di particolari attività di prevenzione

e per identificare alcuni gruppi che dovrebbero ricevere o meno un trattamento

particolare, e attività di identificazione di gruppi di pazienti che potrebbero trarre

beneficio da un particolare tipo di trattamento specifico per quel sottogruppo.

“Nei prossimi anni ci sarà uno sviluppo importante dell’immunoterapia – ha spiegato

Paolo Ascierto, Direttore reparto di oncologia, melanoma, immunoterapia oncologica

e terapie innovative IRCCS Fondazione Pascale di Napoli -. Uno dei trattamenti che

probabilmente avrà un futuro importante è quello dei TILs, lifociti intratumorali che

vengono estratti dal tumore attraverso una proceduta complessa, vengono messi in

cultura, si fanno di queste delle sacche e poi vengono re-infusi nel paziente Il dato

interessante che sta emergendo da alcuni clinical trials come questo è che nei

pazienti che hanno fallito l’immunoterapia con checkpoint inhibitors, che si trovano

cioè nella black area, possono avere circa 40% di risposte da questo trattamento.

C’è poi un altro approccio molto interessante che è quello del recettore T solubile,

una sorta di surrogato delle Car-T cell: è un approccio abbastanza innovativo che sta

facendo parlare di se nei tumori solidi sia nel trattamento del melanoma uveale;

questo approccio è interessante perché potrebbe avere un seguito importante in quei

tumori in cui l’immunoterapia ha dimostrato di avere dei limiti. Per quanto riguarda

invece le CAR-T per i tumori solidi ci sono dei limiti dovuti alla loro tipologia rispetto

ai tumori ematologici e dovuti al target che a volte non è specifico del tumore. E poi

c’è tutta una serie di sviluppi, che purtroppo il Covid ha fermato e che ci hanno visto

coinvolti, e mi riferisco al progetto CARMA sul quale abbiamo lavorato fino a

febbraio dello scorso anno. In un breve futuro sentiremo parlare anche di CAR NK, il

CAR Macrophage-CAR Ms, CAR-Trucks”.



La terapia genica e il genome editing nella cura delle malattie ematologiche è

stato il tema affrontato da Franco Locatelli, Direttore Dipartimento Oncoematologia,

Terapia Cellulare, Terapie Geniche e Trapianto Emopoietico Ospedale Pediatrico

Bambino Gesù, Roma e Presidente del Consiglio Superiore di Sanità.

“I prodotti di terapia genica avanzata rappresentano l’avanguardia della medicina

personalizzata e di precisione, e nei prossimi anni questi approcci terapeutici

cambieranno la storia naturale di molte malattie ematologiche sia ereditarie sia

acquisite. Le grandi sfide sono come implementare collaborazioni fruttuose tra

istituzioni accademiche e industrie anche in Italia, come presentare nella maniera

più corretta il rapporto benefici-rischi collegati a queste terapie e come meglio

definire il loro posizionamento nella strategia più globale di trattamento di un

paziente e, infine, il tema del costo di queste terapie e della loro sostenibilità,

soprattutto per un paese come il nostro che ha la fortuna di poter contare su un

sistema sanitario solidaristico”.



La medicina molecolare è diventata la medicina per tutte le patologie, per

questo esige razionalizzazione e condivisione delle risorse.

“Ci vuole una attenta valutazione e programmazione che si basa su quanto è

stato fatto fino ad ora, ma che permetta una raccolta di dati sulla medicina

molecolare al fine di una programmazione accurata delle risorse che devono

essere inserite per mantenere attivo il percorso, altrimenti i costi diventano

eccessivi e non sono più sostenibili, considerando che oramai la medicina

molecolare è una medicina per tutte le patologie e non più una medicina di

nicchia – ha spiegato Anna Sapino, Direttore Scientifico IRCCS Candiolo

(TO)-. Quindi è necessario un percorso programmatico adeguato che

garantisca la qualità di questo tipo di diagnosi e cura e l’applicabilità e la

sostenibilità utilizzando tutte quelle che sono già le esperienze maturate fino

ad ora. La rete, infine, è fondamentale anche nella medicina molecolare: ci

sono diversi tipi di rete ma devono poi confluire tutte nel medesimo intento,

quello di permettere che i farmaci nuovi possono essere utilizzati, quindi

razionalizzazione e condivisione delle risorse”.



Il Disruptive innovations nel prossimo futuro chiede un cambio culturale di

approccio da parte di tutti gli attori del sistema salute.

“Siamo all’inizio di una rivoluzione che ricade sia sulle aziende sia sui

singoli professionisti e sulla loro capacità di accettare questo tipo di nuova

organizzazione e di nuovo supporto, che è inevitabile, in cui ci dovrà essere

un regista e una serie di attori che danno una mano – ha spiegato Davide

Croce, Direttore Centro Economia e Management in Sanità e nel Sociale

LIUC Business School, Castellanza (VA) -. Il Disruptive nel prossimo futuro

spiega proprio questo, che la conoscenza in medicina nel prossimo futuro

non sarà più dominio di una unica persona ma ci sarà bisogno della

conoscenza di team di specialisti in varie discipline, che dovranno operare

insieme ed in sequenza con tempi coordinati. La Car-T ci ha già mostrato

questo scenario e la necessità di nuovi modelli decisionali differenti”.



Così ha spiegato Francesco S. Mennini, Presidente SIHTA. “La Disruptive

innovations in sanità richiede valutazioni corrette e seguire approcci economici

rigorosi che consentano di effettuare una vera e propria valorizzazione

dell’innovazione in senso lato; richiede di valutare una innovazione che è in

grado di creare nuovi mercati per introdurre il concetto di concorrenza e

richiede nuovi ruoli professionali e nuove competenze, fondamentali per

consentire anche il raggiungimento degli obiettivi in termini di outcome in

maniera migliore” ha spiegato Francesco S. Mennini, Presidente SIHTA.

“Bisogna superare il concetto di evidenza paretiana”



“Abbiamo imparato – ha concluso Claudio Zanon, Direttore scientifico di

Motore Sanità - che dalla innovazione dirompente ognuno riesce finalmente

a parlare della salute a 360 gradi, partendo dalla innovazione tecnologica

diagnostica alla organizzazione ai diritti del cittadino e a quelli del paziente,

fino alla giusta equità di accesso alle cure. Come Motore Sanità proseguiremo

organizzando nuovi incontri sull’argomento perché questo è il tema del futuro”.

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