L’Unità d’Italia ed il suo 150° anniversario: un’occasione culturale ma anche un pretesto commerciale
Da diversi mesi, non si fa che parlare del 150° anniversario della proclamazione dell’Unità d’Italia o meglio del Regno d’Italia; le iniziative per celebrare questo evento, sono numerose e sono costruite, generalmente, su di un percorso storico – culturale; non manca, però, la diffusione del merchandising tricolore, oltre agli orologi, ai gioielli e addirittura alle auto di lusso, che a volte, in maniera esagerata, ne evocano il ricordo.
Nei salotti “bene” e non solo, oramai da diversi mesi, non si fa che parlare del 150° anniversario della proclamazione dell’Unità d’Italia o meglio del Regno d’Italia; le iniziative per celebrare questo evento, sono numerose e, nella maggior parte dei casi, sono costruite su di un percorso storico – culturale. Le istituzioni, gli enti o le diverse associazioni, che avocano a se il maggior titolo per esserne “rappresentanti ufficiali”, fanno a gara per presentare il programma di più alto profilo; fin qui, nulla di anomalo, anzi una sana competizione non può che far bene all’immagine del nostro Paese che ha sicuramente bisogno di una fase di rilancio. C’è, però, un aspetto che mi inizia a preoccupare: se da un lato è inevitabile il merchandising tricolore fatto di tanti piccoli oggetti, dall’altro non è pensabile che l’utilizzo del verde del bianco e del rosso, possa essere esteso addirittura ai mezzi di trasporto. Sembrerebbe che ad ubbidire a questa logica di celebrazione estrema, l’anno prossimo ci sarà addirittura un’autovettura di lusso, che una nota casa italiana realizzerà per l’occasione, in edizione limitata: non un piccolo accenno della nostra bandiera inserita da qualche parte, ma tre tonalità di vernice in contrasto tra loro sulla carrozzeria; sicuramente un po’ troppo per chi, pur amando incondizionatamente il nostro paese, ha pur sempre un senso dell’estetica.
Spero di non assistere ad una continua emulazione di questo tipo di iniziative; saranno poche, infatti, le case automobilistiche, magari a corto di idee, che non avranno esposte nelle loro concessionarie, una bella versione di veicolo “Italia Unita”. Immagino, poi, che anche qualche rinomata maison, presenterà tra i suoi orologi di lusso, qualche creazione dedicata all’anniversario; logico pensare che sarà in edizione limitata e numerata, probabilmente, 150 esemplari come il numero degli anni dell’unità. E che dire dei gioielli che nei primi mesi del 2011, riempiranno le vetrine dei centri commerciali: ci saranno anelli, orecchini pendenti e tanti altri monili trattati con smalti tricolori, per tutti i gusti; chissà in quanti, poi, esaurito il clima di entusiasmo per l’anniversario, continueranno ad indossarli. E, questi, sono oggetti che possono essere anche dimenticati in un cassetto, mentre per un’auto la cosa è, certamente, ben diversa.
Può sembrare che la mia sia una critica a tutto campo, ma non è così; ritengo, molto più semplicemente, che debba prevalere un atteggiamento di moderazione, essenzialmente per una questione di rispetto sia per la nostra bandiera che per i clienti finali; su questi ultimi, come sempre, ricadono gli azzardi del marketing. Dunque, consiglio di esercitare un minimo di resistenza al sistema che già si è messo in moto, non dimenticando che il posto più adatto per portare la bandiera italiana è, naturalmente, nel nostro cuore.