La grande Napoli tra criminalità e degrado
Gianni Lepre, “il ‘fuitvenne’ di Eduardo era monito di altri tempi, oggi la città ha bisogno dei suoi figli”
Con l’efferato omicidio di Giovanbattista Cutolo, il giovane musicista dell’Orchestra Scarlatti jr. Che tanto ha indignato l’Italia e il mondo intero, si sono riaperte antiche ferite che la città non è mai riuscita a rimarginare del tutto.
Torna di scena anche il famosissimo monito del grande Eduardo De Filippo, quando circa 40 anni fa, rivolgendosi a dei giovani attori diceva: “fuitvenne”.
Questa espressione del drammaturgo napoletano non solo ha fatto il giro del mondo, ma è stata reinterpretata in tutte le salse rendendo di fatto generica un’affermazione che Eduardo aveva voluto dare a dei giovanissimi artisti che gli chiedevano sul loro futuro.
Con il barbaro assassinio del giovane musicista si torna a parlare di futuro di una città bella e maledetta allo stesso tempo, assediata dalla criminalità e presa d’assalto dal turismo di massa. Sembra una assurdità, ma non lo è: nonostante il clima di incertezza, di insicurezza e degrado, Napoli è e resta tra le mete preferite di milioni di visitatori.
Sulla questione del monito di Eduardo è intervenuto l’Arcivescovo metropolita di Napoli Mons. Domenico Battaglia che nell’omelia funebre ha sottolineato con forza le mancanze di politica e istituzioni sul risanamento morale ed economico della città.
“Sono pienamente d’accordo con l’arcivescovo Battaglia - esordisce Gianni Lepre, consigliere del ministro della Cultura Sangiuliano - le colpe sono tante ed equamente divise tra istituzioni, politica, società, famiglia e tutti noi spettatori di una città allo sbando preda della delinquenza troppo spesso minorile”. Il noto economista che tra l’altro è il presidente del Club delle Eccellenze del Made in Italy ha poi continuato: “Anch’io sono un ex scugnizzo, ma quando questa parola però descriveva i tanti ragazzini napoletani che si inventavano la vita ogni giorno per sopravvivere ed aiutare la propria famiglia a sbarcare il lunario. Io non sono scappato, sono rimasto nella mia città e con sacrifici enormi e grandi privazioni ho imboccato la mia strada e l’ho portata avanti con coraggio e positività”. Il prof. Lepre che tra l’altro è presidente della Commissione Reti e Distretti Produttivi di ODCEC Napoli ha poi sottolineato: “Per questo sono pianamente in accordo anche con il presidente dell’Unione Industriali di Napoli Costanzo Iannotti Pecci quando esorta i giovani a restare a Napoli per costruire uno sviluppo fatto di lavoro e regole condivise. Oggi la città ha bisogno dei suoi figli, ha bisogno di positività per continuare nell’impresa di attrarre il turismo mondiale. La sicurezza è ovviamente la prima regola che le istituzioni debbono concepire, poi ci sono i servizi e le ricettività”. Lepre ha poi concluso: “Il mio appello ai giovani resta quello di restare nella nostra terra rimboccarci le maniche e camminare tutti insieme ognuno nelle proprio specificità per rendere Napoli la vera e unica capitale del Mediterraneo”.
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