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La guerra tra il Bene ed il Male

12/11/20

Antica come il mondo

FotoE’ antica come il Mondo la guerra tra il Bene ed il Male; nelle Sacre Scritture, nei libri di Storia, nelle testimonianze, nelle leggende contadine o nei detti popolari, ovunque si parli della storia dell’umanità insomma, esistono riferimenti alla disputa tra il Bene ed il Male. Fin da piccoli, attraverso le favole, tutti noi impariamo a capire come il mondo si divida tra buoni e cattivi, tra persone che cercano e praticano il bene per sé e per gli altri e persone che al contrario perseguono la volontà di fare sempre e solo del male agli altri, al mondo ed inconsciamente a se stessi. Non è facile comprendere come questi meccanismi psicologici abbastanza complicati portino una persona a vivere di rabbia, risentimento, invidia e gelosia ed a comportarsi sempre male nei confronti del prossimo e del mondo in generale, ma possiamo provarci. Tutti noi nasciamo con un cervello simile, più o meno dotato, ma sicuramente con una uguale capacità di adattamento al mondo che ci circonda, essendo tutti noi componenti della razza umana e soprattutto frutto di un sistema perfetto come quello dell’universo, ma poi qualcosa accade, qualcosa che a volte ci cambia. Molto spesso raggiunta l’età della ragione, il nostro DNA, sviluppatosi nell’ambiente che la nostra famiglia ha creato per noi, ci plasma e quasi sempre ad immagine e somiglianza dei nostri genitori, di uno di essi o comunque di qualche altro parente più o meno prossimo. Non e’ difficile infatti ritrovare nei comportamenti di tanti soggetti gli stessi comportamenti dei propri genitori o dei parenti più prossimi. Ho conosciuto spesso persone profondamente ansiose, complicate, con gravi difficoltà a relazionarsi con gli altri ed inclini al conflitto, con i quali è molto difficile mantenere un rapporto di amicizia o di parentela ed ho poi scoperto, una volta conosciuta la famiglia di origine, che quei comportamenti ricalcavano esattamente quelli di qualche parente più o meno stretto. Ma allora la cattiveria è una sorta di marchio di fabbrica che chi ha avuto la sventura di nascere in una famiglia così è costretto a portare come una croce per tutta la vita? E’ possibile cambiare le sorti di un destino che costringe tante persone a vivere perennemente in conflitto con il prossimo e con il mondo intero? E soprattutto qual è la strada per cominciare ad invertire la rotta?
Riuscire a rendersi conto dei propri comportamenti sbagliati che derivano dall’abitudine e dall’educazione ricevuta è senz’altro il primo passo da compiere, ma forse anche il più difficile, dato che ovviamente ogni essere umano non può che ispirarsi, e prendere esempio per la propria crescita fisica e morale, a chi si è occupato del suo sviluppo all’interno della famiglia, della scuola, della società. Avere dei genitori aggressivi e polemici in continuo conflitto fra di loro e con gli altri è ovviamente la circostanza più adatta per convincere se stessi che quella sia la consuetudine e l’atteggiamento normale da tenere nei confronti del prossimo e della vita in generale. L’aggressività, è risaputo, discende sempre dalla paura, paura del prossimo, paura dell’ignoto, paura di come l’universo che ci circonda possa farci del Male anziché prendersi cura di noi come in realtà accade dal primo momento in cui facciamo capolino su questo meraviglioso pianeta. Un adolescente cresciuto in una famiglia del genere svilupperà ovviamente meccanismi di aggressività già nei primi rapporti con gli altri bambini dimostrando prepotenza, scarsa propensione al rispetto del prossimo, alla collaborazione nel gioco e dimostrando anche i primi segni di gelosia e cattiveria nei confronti dei bambini con i quali instaurerà i primi rapporti di amicizia o addirittura di attrazione affettiva. Egli infatti comincerà ad identificare queste figure con quelle dei propri famigliari che, troppo impegnati nei loro meccanismi psicologici difettosi, gli avranno fatto mancare amore ed attenzione. Tormentato quindi da una costante “Fame d’amore”, il bambino si abituerà a pretendere l’attenzione del prossimo con le maniere buone o con quelle cattive, prediligendo ben presto quelle cattive, solitamente molto più efficaci. I capricci, la forza fisica, il ricatto morale, il calcolo e lo stimolo alla gelosia altrui infatti diverranno le sue armi migliori, nell’illusione di poter vincere le continue dispute che affronterà quotidianamente per soddisfare i suoi già pronunciati complessi di inferiorità e sensi di insicurezza.
Questo processo però ovviamente non lo porterà a soddisfare le sue esigenze, ma al contrario a scivolare sempre di più in una spirale di insicurezza, inadeguatezza, rancore, gelosia e di conseguenza cattiveria. Le Persone non nascono cattive quindi, ma lo diventano per predisposizione genetica, per spirito di emulazione, per un naturale istinto alla sopravvivenza. Potremmo dire che non esistono al mondo soggetti più deboli delle persone cattive. L’aggressività è da sempre la più ovvia forma di difesa. Le persone spaventate, perennemente in difesa si incattiviscono perché convinte di doversi sempre difendere da un nemico invisibile che loro identificano in chiunque interagisca con loro e quindi con il mondo intero, senza rendersi conto di essere esse stesse l’unico vero nemico. Per questo sono persone cattive.
Le persone buone, invece per loro fortuna, sono cresciute in famiglie sane dove hanno ricevuto l’attenzione e l’amore dovuto ad ogni creatura che viene al mondo ed hanno quindi sviluppato amore per se stessi e per il prossimo, senso di responsabilità, capacità di interazione, serenità d’animo, pace interiore e tutta quella serie di stati d’animo che li hanno portati a vivere una vita felice spesa nella tranquillità e nella bontà d’animo, in armonia con l’universo. Per questo sono persone buone. Motivo per cui esse lavorano per se stesse e per il prossimo con senso di responsabilità e spirito di sacrificio, raggiungono grandi risultati per la comunità presso la quale vivono ed in generale per la società e l’umanità. Le persone cattive invece, a causa dei deficit di cui abbiamo parlato, non riescono a creare relazioni positive e quindi vantaggi concreti con nessuna delle comunità di riferimento come la famiglia, il lavoro, la società. Da sempre il mondo si divide tra questi due generi di persone dando il meglio di sé quando il Bene prende il sopravvento e dando il peggio quando a prevalere è il Male. Auspichiamo quindi un futuro in cui l’umanità possa raggiungere un tale livello di progresso e prosperità in cui le persone potranno nascere e crescere in ambienti psicologicamente sani, dove il senso di sicurezza, la serenità e l’amore saranno i veri capisaldi di una società dove non ci sarà più posto per i crimini, i soprusi, la corruzione, la violenza, il Male. Una società in cui finalmente ci sarà posto solo per l’amore a dimostrazione che finalmente una volta per tutte il Male sarà stato sconfitto dal Bene.

Sergio Cosentino
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