SALUTE e MEDICINA
Comunicato Stampa

La natura ti aiuta nel caso di acne

L’acne è un’infiammazione dei follicoli pilosebacei che si mostra esteriormente sulla pelle attraverso i brufoli. L’acne colpisce soprattutto le aree di volto, collo, torace e dorso.

FotoL’acne è uno dei disturbi cutanei più diffusi; colpisce soprattutto i giovani a cominciare dai 12-13 anni, ma può presentarsi anche dai 30 anni in avanti. Ogni centimetro di pelle contiene circa 100 ghiandole sudoripare e 15 ghiandole sebacee; queste ultime producono una particolare sostanza chiamata sebo che forma una specie di mantello acido-liquido su tutto il corpo con funzioni protettive e di disinfezione. Le ghiandole sebacee producono, in particolari condizioni, più sebo del normale di conseguenza il canale pilo-sebaceo si ostruisce riempiendosi di sebo, cellule epiteliali e batteri, si ha così il cosiddetto comedone chiuso (brufolo) che è la lesione iniziale dell’acne. Ebbene, l’acne è un disturbo che interessa le ghiandole sebacee, ma non è chiaro perché vi sia in alcune persone questa predisposizione e più ricerche hanno chiamato in causa vari fattori che assieme costituiscono causa e concausa del problema.

La pelle, o cute, è uno degli organi più estesi dell’organismo umano: infatti rivestendolo completamente arriva ad un’estensione di circa 2 metri quadri, e in termini di peso arriva a rappresentare circa il 16% del peso totale del corpo.

La sua funzione principale è quella di proteggere gli organi e i tessuti interni dalle aggressioni del “mondo esterno” costituendo una barriera fisica su tutta la superficie corporea. Riveste quindi un ruolo indispensabile nel proteggere l’organismo da caldo e freddo (funzione di termoregolazione), da lesioni, dall’aggressione degli agenti patogeni esterni. Non da ultimo è la sede delle terminazioni nervose del senso del tatto.

La superficie della cute non è uniforme, ha un disegno molto complesso e varia da zona a zona per la presenza di solchi superficiali paralleli che determinano, soprattutto nei polpastrelli, delle figurazioni caratteristiche (le famose “impronte digitali”) che variano da individuo a individuo. La cute è formata da due strati: l’epidermide ed il derma.

Nella specie umana, il colore della pelle degli individui dipende da molte variabili (spessore dello strato corneo, stato di sanguificazione, presenza e assorbimento ottico di melanina, vitamina A dimera, emoglobina). Per questo il colore varia non solo tra i vari gruppi etnici, ma anche da individuo a individuo e, benché di poco, varia anche nei diversi distretti corporei di uno stesso individuo.

I brufoli, o foruncoli, sono infezioni batteriche, soprattutto causate da batteri piogeni stafilococchi e streptococchi che normalmente si trovano sulla cute, e che riescono a penetrare nei follicoli piliferi e nel tessuto sottocutaneo circostante. I numerosissimi pori della pelle sono tutti collegati alle ghiandole sebacee, le quali sono adibite alla produzione di questa sostanza grassa con funzione protettiva delle mucose e della pelle, appunto il sebo.

È proprio quest’ultimo che se prodotto in eccesso può accumularsi in corrispondenza dei pori e, se non opportunamente eliminato, ostruirli creando la sede per un’infezione batterica. La risposta infiammatoria che si innesca porta alla formazione del sintomo iniziale: un piccolo nodulo sottocutaneo che genera dolore. Le zone maggiormente colpite sono il viso, il collo, il dorso, i glutei e le ascelle. Nel tempo di qualche giorno matura e si forma un ponfo rosso sulla cute, consistente e molto più doloroso se la pressione del pus sottocute aumenta, con un puntino centrale bianco o giallo. Il pus non è altro che un accumulo di globuli bianchi, inviati dal sistema immunitario per placare l’infezione, batteri e cellule morte che a maturazione avvenuta fuoriesce dalla cute. Queste infiammazioni cutanee, se trascurate si manifestano con maggiore frequenza andando incontro all’instaurarsi della problematica dell’Acne, soprattutto negli adolescenti Acne giovanile, che se trascurata a sua volta può lasciare segni visibili e permanenti sulla cute. È proprio durante la pubertà che si è maggiormente soggetti alla comparsa di eruzioni cutanee in quanto l’aumento degli ormoni, in particolare gli androgeni, causa un aumento della produzione di sebo.

Il trattamento dei brufoli con la medicina convenzionale
I rimedi convenzionali per questa fastidiosa problematica cutanea prevedono una pulizia regolare della pelle per evitare l’accumulo di sebo in eccesso ed eliminare impurità che si accumulano nei pori. Una pulizia costante è l’ideale ma moderata, in quanto prodotti troppo invasivi potrebbero portare a secchezza della pelle se non anche, nei casi più gravi o di pelli particolarmente sensibili, a irritazioni cutanee.

Spesso vengono prescritte anche creme, o anche farmaci da assumere per via sistemica se l’infezione si estende, a base di antibiotici, i cui effetti collaterali sono ampiamente conosciuti: portano all’insorgenza di resistenze batteriche, depauperano la flora fisiologica in quanto scarsamente selettivi creando il terreno fertile per ulteriori infezioni. Da qui l’importanza di avere a disposizione valide alternative nel trattamento dei brufoli.

E’ indubbio che la cute svolga funzioni fondamentali per la salute ed il benessere dell’intero organismo, risulta quindi importante provvedere alla sua integrità e funzionalità grazie ad abitudini igieniche corrette coadiuvate da detergenti specifici, e nei casi patologici, grazie all’utilizzo degli adeguati rimedi naturali.

I fattori causa e concausa
Fattori genetici: una pelle particolarmente grassa può essere ereditata; si può affermare che la pelle grassa predispone all’acne poiché l’eccesso di sebo ne è il fattore scatenante.

Eccessiva produzione ormonale: in alcuni “acneici” si sono riscontrati nel sangue ormoni in eccesso, in altri, nella norma; è vero tuttavia che in tutte le persone con acne si sono trovate concentrazioni ormonali aumentate a livello cutaneo.
Fattori dietetici: grassi, dolciumi, carboidrati, alcolici, latticini, con un’azione diretta sulle ghiandole sebacee, accentuano l’acne o ne incrementano la predisposizione.

Fattori intestinali: la pigrizia intestinale causa una mancata eliminazione delle tossine che si accumulano a vari livelli nel corpo ed in particolare nella pelle diminuendo così l’efficacia del “mantello cutaneo” prodotto dalle ghiandole sebacee.

Lo stress: in periodi di tensione l’acne tende ad aumentare. Che lo stress sia una delle cause dell’acne è ancora da dimostrare, anche se è vero che l’ansia eleva la produzione di ormoni.

Fattori psicosomatici: dal punto di vista psicologico le malattie della pelle hanno sempre creato molto interesse. Attualmente anche i dermatologi più tradizionalisti ammettono che la componente psicosomatica è importante davanti a riscontri evidenti quali il legame tra stati ansiosi e aumento dell’acne.

Il processo di sviluppo dell’acne
La zona in cui si presenta maggiormente l’acne è il volto anche se non sono rare le sue localizzazioni sulle spalle e sul torace. Possiamo schematizzare l’evoluzione dell’acne distinguendone tre precise fasi. La fase iniziale: è caratterizzata dai cosiddetti punti neri; questi sono dei veri e propri “tappi” di cellule o di altre sostanze che occludono lo sbocco di uscita di una ghiandola sebacea. Il risultato è un rilievo cutaneo dovuto alla secrezione sebacea che non ha più possibilità di scaricarsi all’esterno. La seconda fase: è detta infiammatoria (o pustolosa), cioè si crea un’infiammazione locale cospicua.

Si sta qui descrivendo il classico “brufolo”, tuttavia nell’acne vi è una moltiplicazione quantitativa del processo. In questa fase, dunque, la cute si riempie di foruncolini gialli, ossia pustole, determinati da colonie di batteri della pelle che infettano le parti occluse dei dotti escretori sebacei. La terza fase: viene chiamata nodulocistica. Si formano espansioni molto dure delle pustole che lasceranno inevitabili cicatrici. In età adulta (soprattutto in chi è dedito al fumo e all’alcool, e a volte all’inizio della menopausa) può presentarsi l’acne cosiddetta “rosacea”. Successivamente anch’essa può manifestarsi con la fase pustolosa e quella nodulocistica.

Il trattamento dell’acne con la medicina convenzionale
I principi attivi utilizzati, nelle cure tradizionali, presentano controindicazioni ed effetti collaterali da non sottovalutare; basti pensare all’acido retinoico che, per uso topico, può provocare all’inizio del trattamento fenomeni di irritazione cutanea ed una accentuazione della sintomatologia e, per utilizzo sistemico, ha numerosi effetti collaterali con severe limitazioni dell’uso in donne in età fertile o al benzoil perossido in creme, gel e saponi, ha un effetto cheratolitico ed un’azione batteriostatica, ma può produrre secchezza e desquamazione, inoltre, i risultati positivi sono poco evidenti e generalmente non soddisfacenti.



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