La prima legge notarile dell'Italia unita: ricerca storica del Notaio Antonio Gazzanti Pugliese.
La prima legge sul notariato, dopo l'unificazione italiana, vede la luce il 25 luglio 1875: essa rappresenta la sintesi, e al tempo stesso, il superamento di dieci diverse leggi sullo stesso argomento, frutto del frazionamento politico della penisola.
Fu quindi un grosso sforzo quello di dettare le linee guida uniformi in questo settore. L'esperimento, comunque, ebbe successo e da questo momento in poi il notariato italiano si è presentato con caratteri di unità e coerenza. L'avvocato Vincenzo Conti scrisse il primo commentario teorico pratico della nuova legge sul notariato. Nella prima parte egli così si esprime sul notariato:” non ultima certamente fra tali fortunate istituzioni e quella del notariato. Essa nasce con la forma più modesta ed il notaio non è a principio se non che quasi uno scrivano, colui che pone sulla tavola o sulla pergamena le parole e le idee degli uomini, e nulla più. Beninteso che l'opera sua non è richiesta se non quando è nell'interesse di uno o più persone che quei concetti siano confidati non alla sola parola che vola, bensì allo scritto che rimane." lo stesso autore poi aggiunge: "evidentemente però la cosa non poteva rimanere in questi termini primitivi. Nello svolgersi dei rapporti tra i cittadini, nel movimento che mano a mano si avverava nella proprietà, nel commercio nascente o progrediente, i patti e le convenzioni dovevano avere maggiori e più solenni guarenti ;e di qui appunto le diverse legislazioni che sorsero a fare del notaio o un funzionario dello Stato da esso stipendiato o un pubblico ufficiale; a ricercare insomma nel notaio questa o quella qualità e circondare di forma solenne l’opera sua in modo che egli dovesse agli occhi degli uomini apparire come un rappresentante della società".
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