EDITORIA
Comunicato Stampa

Lance Henson, poeta Cheyenne, vince a Cattolica con Voyager

16/04/20

Un riconoscimento prestigioso per Lance Henson, uno dei maggiori poeti Nativi Americani : il premio speciale della giuria assegnato dal Premio Internazionale di Letteratura della Città di Cattolica.

FotoLance Henson è già stato tradotto in oltre 25 lingue ed è presente nelle antologie scolastiche italiane della poesia nordamericana. Membro dell’AIM (American Indian Movement) e della Dog Soldier Society, da più di 30 anni è attivamente impegnato nella lotta per i diritti dei Cheyenne e delle popolazioni indigene del mondo.
Henson ha vinto il premio con il suo ultimo libro in versione bilingue, inglese e italiana, “Voyager. For the Cheyenne”, edito dalla casa editrice sambenedettese Mauna Kea. Dichiara Lance Henson: “ La realtà dei Nativi Americani oggi è problematica: ingiustizie, territori sottratti, oleodotti e miniere, per non parlare dei tanti bambini e donne della mia gente scomparsi o uccisi. Noi abbiamo diritto a essere nazioni indipendenti sul suolo degli Stati Uniti”.
Il poeta Cheyenne abita tra gli Stati Uniti e Bologna e conclude: “Io critico tutti i sistemi occidentali di governo, perchè troppo spesso non sostengono i diritti dei cittadini, incoraggiano lo sfruttamento delle risorse, non proteggono l’ambiente, a discapito delle future generazioni”.
La fondatrice della Mauna Kea, Raffaella Milandri, afferma: “E’ davvero un onore aver pubblicato questa opera di Lance Henson, un privilegio. Promuovere la cultura Nativa Americana è uno dei nostri obiettivi. E non ci fermeremo qui. Il mondo editoriale attualmente è in un momento di profonda sofferenza, come del resto la nostra Italia e tanti Paesi nel mondo. Stringiamo i denti e andiamo avanti con ambiziosi progetti. Il messaggio che vogliamo dare, attraverso questa vittoria di Lance Henson, è di incoraggiamento per tutti e in particolare per la popolazione degli Indiani d’America che, dopo essere sopravvissuti a un vero e proprio genocidio nei secoli scorsi, si trovano ora ad affrontare nuovamente l’incubo della sopravvivenza: se per noi occidentali questo “tempo del coronavirus” ci avvicina terribilmente al pensiero della Seconda Guerra Mondiale, per loro è invece la memoria di pestilenze e massacri che ne hanno minacciato l’estinzione. Di questi tempi siamo tutti fratelli, stertti e preoccupato gli uni per gli altri”.



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