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Non solo passione, ma anche forma al caos con gli orologi da polso

19/10/10

Le motivazioni che spingono a collezionare gli orologi da polso, come ogni altro tipo di oggetto, sono da ricercare oltre che nella passione, anche nell’esigenza che ha il nostro cervello di dare una “forma al caos”. Per limitare “i danni”, rispetto a questa necessità, meglio porsi degli obiettivi minimi; il vantaggio sarà, in tal caso, duplice: un raggiungimento più agevole di un certo traguardo e l’opportunità di potersi dedicare a più “collezioni”, con la conseguenza di avere vari interessi, a beneficio di più vasti orizzonti cognitivi.

“Ho un cassetto pieno di orologi da polso!” Quante volte abbiamo sentito dire questa frase da qualche nostro amico, per poi chiederci se mai fosse giunto il giorno in cui questi, avesse smesso di collezionare segnatempo. Certo, se provassimo a soffermarci sull’esigenza che ha il nostro cervello di dare una “forma al caos”, concluderemmo che fino a quando la sua collezione non sarà completa (o che lui stesso la riterrà tale), gli acquisti non cesseranno. Provo a scomodare per un attimo Raph Koster (game designer) per spiegarmi meglio; nella sua “Teoria del divertimento”, egli afferma che la nostra mente riesce a riconoscere e a completare gli schemi e che ciò avviene, continuamente, pressoché senza sosta. Risulta, quindi, abbastanza chiaro, che il nostro amico, una volta individuati quali orologi da polso, dovranno far parte della sua collezione (scegliendoli tra solo tempo, complicati, a carica manuale, automatici, etc.), non sarà soddisfatto (divertito) fino a quando non ne entrerà in possesso. Insomma, oltre alla passione, un ruolo fondamentale in questa ricerca senza fine, l’assume l’irrefrenabile esigenza di “fare ordine”, quindi di acquistare dai negozi (dal caos) gli orologi da polso e di portarli in un unico cassetto (in uno schema mentale ordinato).

Ovviamente, qualsiasi altro tipo di bisogno, a volte quasi compulsivo, di riempirsi la propria casa con altri oggetti, trova il suo “perché” in questa teoria. Per limitare “i danni”, meglio porsi degli obiettivi minimi fin dall’inizio; il vantaggio, in tal caso, sarà duplice: da un lato potremo più facilmente raggiungere il nostro traguardo, dall’altro, potremo dedicarci a più “collezioni” e, conseguentemente, avere accesso a più interessi.

A questa irrefrenabile voglia di completare una determinata collezione di orologi da polso, si aggiungono gli effetti dei messaggi pubblicitari, che producono una dilatazione dell’obiettivo stesso di collezione: nuovi segnatempo, si aggiungono a quelli precedenti, ed ecco che ci si ritrova in una via, tendenzialmente, senza uscita, disposti a rinunciare a qualsiasi altro oggetto.

C’è, poi, chi, pur avendo enormi disponibilità economiche, ha un’idea sbagliata del buon gusto; più che mettere ordine a ciò che individua come “caos”, è spinto, piuttosto, dall’esigenza di possedere qualsiasi cosa e lo fa, spesso, con un’immancabile dose di ostentazione. Non sono certo cultori del lusso o amanti del bello, sono solo “clienti danarosi”, spesso adulati al solo scopo di poter lucrare da loro il più possibile.



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