SALUTE e MEDICINA
Comunicato Stampa

Olfatto il senso dimenticato. Arrivano le regole per migliorare il senso dell’olfatto… tramite l’allenamento!

01/06/11

5 milioni di cellule olfattive presenti nel ‘naso medio’ capaci di riconoscere oltre 10mila odori differenti. Ma inquinamento e cattiva qualità dell’aria in generale riducono queste capacità. Ecco i consigli per raffinare il proprio olfatto e godere a pieno i profumi che ci offre la vita di ogni giorno.

Milano, 31 Maggio 2011 - Si è svolta nell’ambito dello ‘Smell Festival’ di Bologna, rassegna dedicata alla cultura olfattiva e all’arte del profumo, l’interessante conferenza sponsorizzata da Tempo, la marca di fazzoletti più conosciuta ed apprezzata in termini di qualità in Italia presente da oltre 50 anni sul mercato, denominata “L’olfatto, il senso dimenticato” e curata dal Professor Matteo Richichi, Primario di Otorinolaringotoiatria dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano.

L’evento ha evidenziato come, soprattutto nelle grandi città, sono presenti fattori che potrebbero mettere a rischio l’olfatto, come l’inquinamento e i cattivi odori, visti come vero e proprio flagello quotidiano per le proprietà olfattive dell’essere umano, ma c’è anche un problema più diffuso, relativo al mancato stimolo di questo senso e conseguente tendenza all’atrofia della sensibilità a riconoscere gli odori.

Un uomo dispone di un numero altissimo di recettori, nella cavità nasale alloggiano infatti dai 3 ai 5 milioni di cellule olfattive (rispetto alle 150milioni del Fox Terrier e delle 220milioni del pastore tedesco), che garantiscono la distinzione di oltre 10mila sostanze odorose differenti. Questo enorme patrimonio è quindi a rischio, vuoi per il sopracitato problema della cattiva qualità dell’aria, vuoi per una mancata stimolazione di queste cellule che, a causa dei nuovi stili di vita va via via degradando.

“L’uomo primitivo, animale microsmatico, - afferma il Professor Matteo Richichi - affidava all’odorato compiti importantissimi per la propria sopravvivenza, quali la difesa dai pericoli, la ricerca del cibo e l’eccitazione dell’appetito sessuale. Sono seguiti 2500 anni di una mentalità visivo-acustica che hanno modificato il modo di sentire e di pensare, relegando l’olfatto fra i sensi minori”.


“Fortunatamente non esiste un rischio di vera atrofia di questo senso – continua Richichi – ma i numeri dicono che utilizziamo solo il 57% della nostra capacità olfattiva,’ viaggiando di fatto con il freno a mano tirato’, situazione molto grave se si pensa che un olfatto più funzionale migliora di fatto la qualità della vita”.

Seguendo una serie di semplici consigli è possibile preservare ed aiutare questo importante senso:

- lavarsi le mani molto spesso e con cura, perché sono in continuo contatto con virus alla base di raffreddori e infiammazioni delle vie respiratorie che riducono di fatto la capacità olfattiva;
- tenere pulito il naso, perché gli odori viaggiano con l’aria;
- aerare l’ambiente in cui si vive
- evitare gli ambienti pieni di fumo
- stimolare il proprio olfatto con fragranze nuove




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