SALUTE e MEDICINA
Comunicato Stampa

Ossa “di porcellana” per 450.000 donne pugliesi: partita da Lecce la campagna nazionale per la prevenzione delle fratture da fragilità ‘Il Piatto Forte’

03/10/17

“Se non trattata, l’osteoporosi rende le tue ossa fragili come la porcellana”: è il claim della campagna di prevenzione e screening promossa da Fondazione Italiana Ricerca sulle Malattie dell'Osso (FIRMO) in partnership con Amgen. A Lecce la prima tappa: sabato 30 settembre e domenica 1 ottobre in Piazza Sant’Oronzo un camper e un gazebo erano a disposizione dei cittadini per valutare il rischio, misurare la densità ossea e sensibilizzare sull’importanza di prevenire le fratture ossee da fragilità

FotoPartita da Lecce laa campagna promossa dalla Fondazione Italiana Ricerca sulle Malattie dell'Osso (FIRMO) in partnership con Amgen ‘Il Piatto Forte’ con l’obiettivo di accrescere l’informazione sull’osteoporosi, patologia silenziosa e sottodiagnosticata, nonché sensibilizzare la popolazione sulle fratture da fragilità, che oggi possono essere evitate attraverso un’alimentazione corretta, un’attività fisica regolare e un trattamento farmacologico tempestivo, con adeguata aderenza alla terapia da parte dei pazienti.
“Se non trattata, l’osteoporosi rende le tue ossa fragili come la porcellana” è il claim della campagna, che prenderà il via da Piazza Sant’Oronzo: sabato 30 settembre e domenica 1 ottobre un gazebo e un camper saranno a disposizione dei cittadini, che potranno avvalersi della consulenza di medici specialisti per informarsi sulla patologia, valutare la salute delle proprie ossa con la carta del rischio per l’osteoporosi e con uno strumento innovativo che permette di diagnosticare l’osteoporosi senza far uso di raggi X.
L’osteoporosi è una patologia cronica caratterizzata da una perdita della massa e della qualità dell’osso, favorita da fattori costituzionali, genetici e ambientali, come le abitudini alimentari, il consumo di alcol, tabacco e caffè, la carenza di attività fisica e l’assunzione di farmaci che interferiscono con il normale metabolismo di fosforo e calcio. In Italia vengono stimate almeno 3,5 milioni di donne con osteoporosi e più del 75% della popolazione femminile sopra i 60 anni di età soffrirebbe di fragilità ossea con aumento del rischio di fratture, che rappresentano una importante causa di disabilità, specie tra le persone anziane. In Puglia, dove secondo i dati ISTAT la popolazione femminile over 60 ammonta a più di 600.000 persone, il numero di donne a rischio fratture sarebbe quindi pari a oltre 450.000.
Oggi l’osteoporosi può essere trattata efficacemente con un’adeguata prevenzione basata su terapie non farmacologiche, che hanno l’obiettivo di compensare le carenze di calcio e di vitamina D nell’alimentazione, e attraverso terapie farmacologiche in grado di ridurre il rischio di fratture. È importante inoltre evitare la sedentarietà e mantenersi attivi con una regolare e costante attività fisica, che aiuta a mantenere una buona massa muscolare e migliora l’equilibrio prevenendo le cadute.

Per maggiori informazioni: www.fondazionefirmo.com e www.amgen.it

L’osteoporosi, patologia “silente”: i fattori di rischio e la diagnosi
«L’osteoporosi è una malattia dello scheletro che comporta la perdita della massa ossea ed un’alterazione della microarchitettura con conseguente perdita della capacità di resistenza, questa diminuzione della densità rende le ossa più fragili e più a rischio di fratture. Esistono numerosi fattori di rischio che predispongono all’osteoporosi o al maggiore rischio fratturativo: l’invecchiamento, la menopausa precoce, la terapia con cortisone, ma anche il diabete. Altri fattori sono la mancanza di vitamina D e un’assunzione di una quantità di calcio insufficiente nella dieta o molte patologie intestinali come l'intolleranza al lattosio o celiachia che non consentono un'alimentazione ricca di calcio. Infine il fumo e l’alcol, che incidono sulla qualità dell’osso e osseo-formazione. La diagnosi avviene con la densitometria, DEXA, esame che utilizza i raggi X, che indaga i punti di maggior rischio fratturativo e misura la massa ossea. In genere il test viene fatto ai soggetti over 65 ma è importante anche nei soggetti a rischio e quelli con familiarità per fratture è necessario sottoporli all’indagine precocemente. Oggi abbiamo anche un nuovo apparecchio a ultrasuoni che misura la massa ossea negli stessi siti ad alto rischio che indaga la DEXA cioè femore e vertebre lombari. Gli studi hanno dimostrato che i valori di densità sono sovrapponibili inoltre ha due caratteristiche innovative e veramente importanti: non emette radiazioni e probabilmente riesce a valutare anche la qualità dell'osso».
Maurizio Muratore, Direttore Unità Operativa di Reumatologia, ASL Lecce

Lo scenario terapeutico dell’osteoporosi: le terapie innovative che permettono una riduzione del rischio fratturativo
«Lo scenario terapeutico dell’osteoporosi è cambiato negli ultimi anni in maniera sostanziale. L’inserimento dei farmaci biologici è stato un salto di qualità per la cura. I farmaci biologici hanno il vantaggio di mirare in maniera specifica, a livello molecolare, il meccanismo alla base della patologia. Questi farmaci permettono una riduzione del rischio fratturativo molto concreto: in questo momento sono quelli che hanno il maggior potenziale in termini di confronto e garantiscono una riduzione del rischio di fratture su tutti i siti ossei. Questo è importante perché significa che l’azione è a carattere sistemico, quindi proteggiamo il paziente su tutti i livelli. Inoltre, i farmaci biologici ci permettono di ridurre gli effetti collaterali della terapia».
Salvatore Cafiero, Dirigente medico e Specialista ortopedico e reumatologo, “Presidio Territoriale di Salute” di Gagliano del Capo, ASL Lecce

Le fratture da fragilità in Puglia: i dati d’incidenza nelle donne
«La massa ossea delle donne solitamente è inferiore a quella degli uomini e con la comparsa della menopausa diminuisce ulteriormente perché con la riduzione estrogenica c’è una perdita minerale che può andare anche fino all’1 o 2% del totale della massa ossea su base annua. Uno studio di 4 anni fa evidenzia più o meno un’incidenza di fratture femorali da fragilità di circa il 2%. Tra il 2012 e il 2017 in Puglia si è visto un incremento di questo valore, nelle donne over 65 con osteoporosi, di circa il 10,5% rispetto al dato nazionale. Il numero delle fratture di femore nel 2016 è stato circa 6.200».
Giorgio Carlino, Dirigente Medico Responsabile Ambulatori di Reumatologia, DSS Casarano e Gallipoli, ASL Lecce

Frattura di femore: impatto sulla qualità e aspettativa di vita nelle persone over 65
«La frattura di femore comporta sempre un grado di residua invalidità per il paziente e quindi una ridotta qualità di vita, sia per lui che per i famigliari che con lui convivono. Rispetto alle altre sedi di frattura, quella del femore ha un impatto maggiore perché sulle gambe bisogna camminarci e, pertanto, si ripercuote in qualsiasi attività si svolga. Oltre alla inevitabile ridotta capacità funzionale, la frattura del femore ha un impatto negativo anche sull'equilibrio psico-fisico del soggetto, prima con l’ospedalizzazione che lo eradica improvvisamente dal suo ambiente di vita e poi con il decorso post-operatorio che, a volte, può essere difficoltoso per il necessario successivo percorso riabilitativo. In generale cambia completamente il regime di vita, i pazienti non sono più autonomi come una volta anche se si riabilitano bene. L’aspettativa di vita dipende molto anche dalla terapia medica successiva alla frattura, fondamentale per il corretto sostegno osseo ai mezzi di sintesi o protesi impiantati e per ridurre il rischio di una successiva nuova frattura».
Giuseppe Colì, Dirigente Medico di Ortopedia e Traumatologia, Responsabile Centro Osteoporosi e Unità di frattura, Ospedale Sacro Cuore di Gesù, Gallipoli (LE)

Come e perché prevenire l’osteoporosi e la fragilità ossea
«È importante prevenire l'osteoporosi per l'impatto che essa ha sulla qualità di vita del paziente e sui costi sociali ed economici che una frattura da fragilità comporta. Prevenire l'osteoporosi significa eliminare i fattori di rischio modificabili come il fumo, l'abuso di alcol e caffeina, modificare le abitudini alimentari in modo da favorire un adeguato introito di calcio, garantire un livello adeguato di vitamina D, promuovere l'attività fisica, fare diagnosi precoce e utilizzare terapie farmacologiche tempestivamente».
Giuseppina Santacesaria, Dirigente Medico e Specialista in Reumatologia, Poliambulatorio “Cittadella della Salute”, ASL Lecce

L’importanza di sensibilizzare la popolazione sul rischio di fratture da fragilità come conseguenza dell’osteoporosi
«La sensibilizzazione è importante per evitare tutti i rischi che possono essere connessi alla presenza di fratture da osteoporosi, ma anche per la diagnosi precoce. Lo scopo di una campagna di sensibilizzazione come ‘Il Piatto Forte’ è quello di avvicinare al problema non solo le persone, i cittadini, in particolare le donne in post-menopausa, ma anche i medici curanti: è importante infatti sensibilizzare anche loro su quanto è importante valutare la densità ossea e quindi anche la possibilità di fratture, per prevenirne il rischio, e sui benefici per il paziente correlati a un’aumentata attenzione a queste problematiche».
Luigi Mirto, Specialista ambulatoriale di Reumatologia, Poliambulatorio di Martano (LE)

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