SALUTE e MEDICINA
Comunicato Stampa

Parkinson e cellule staminali. Nuovi sviluppo da una ricerca svedese

07/11/16

Lo studio delle cellule staminali sta rapidamente evolvendo seguendo un schema operativo ben preciso. Le cellule staminali, adeguatamente programmate, possono svolgere numerosi compiti una volta reinserite nell'organismo.

FotoLa programmazione può consentire di rigenerare tessuti, riattivare funzionalità o combattere patologie tumorali. Le ricerche proseguono a ritmi molto elevati. Tra le malattie "bersaglio" delle cure a base di cellule staminali c'è anche il Parkinson.

Il Parkinson è una degenerazione progressiva che colpisce inizialmente le cellule produttrici di dopamina, queste cellule si trovano nella zona del cervello chiamata substantia nigra. Il Parkinson, nel suo decorso, riduce la funzionalità di queste cellule fino alla loro morte e questo comporta un abbassamento dei livelli di dopamina, un neurotrasmettitore fondamentale per controllare, tra l'altro, i movimenti.

Le cellule generatrici di dopamina, una volta morte, non vengono rimpiazzate ed è proprio su questo punto che si fondano le speranze legate alle cellule staminali. Riuscire a realizzare cellule capaci di produrre dopamina ed impiantarle nel cervello del paziente consentirebbe di ridurre gli effetti della malattia e rallentarne il decorso.

Una prima ricerca svedese sul tema, datata 2014, ha dimostrato la fattibilità di quanto appena detto ma si è scontrata con una realtà più complicata del previsto. Le cellule che al momento del trapianto sono in tutto e per tutto simili a quelle presenti nell'organismo, una volta impiantate subiscono delle mutazioni che rendono inefficace il loro funzionamento. Questo problema si verifica perchè, nel caso di malattie neurodegenerative come il Parkinson, le cellule staminali devono essere impiantate quando non sono ancora mature e, una volta nell'organismo, possono differenziarsi rispetto alla loro programmazione originale.

Una nuova ricerca in merito, attivata sempre in Svezia dal team della professoressa Malin Parmar della facoltà di Medicina di Lund, sta cercando di mettere a punto nuovi sistemi di controllo per poter arrivare a "certificare" la qualità delle cellule staminali prima di impiantarle nell'organismo. La ricerca ha portato all'identificazione di un nuovo marcatore capace di predire in maniera accurata quale sarà la maturazione delle cellule staminali una volta trapiantate. Questa scoperta apre nuovi scenari per la produzione di cellule produttrici di dopamina e quindi per la cura del Parkinson.

La ricerca sulle cellule staminali sarà al centro del terzo congresso internazionale sulle cellule staminali che si terrà a Padova dal 16 al 18 novembre e che vedrà confrontarsi ricercatori da tutto il mondo.



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