Preoccupazione degli agromeccanici per la questione nitrati in agricoltura
ABIA-Confai si prepara all’incontro previsto dalla Regione a Bergamo in materia di Nitrati per il prossimo 24 gennaio. Bolis (presidente): “Applichiamo la deroga, ma pensiamo anche a soluzioni più durature”.
Torna di estrema attualità il dibattito sull’impiego dei nitrati in agricoltura nella nostra provincia. ABIA-Confai, l’associazione dei contoterzisti agrari, ha fatto il punto della situazione in vista della tappa bergamasca del “roadshow” che la Regione Lombardia sta effettuando in diverse province per illustrare gli aspetti operativi dell’applicazione della direttiva comunitaria n. 676/91. L’appuntamento è previsto per martedì 24 gennaio a Bergamo.
Il provvedimento dell’Unione Europea, lo ricordiamo, individua le cosiddette Zone Vulnerabili da Nitrati di origine agricola (ZVN), nelle quali è introdotto il divieto di spargimento dei reflui degli allevamenti oltre un limite massimo annuo di 170 kg di azoto per ettaro, recentemente derogato a 250 kg, a fronte di un limite precedente molto più permissivo, pari a 340 kg di azoto per ettaro.
Gli appuntamenti territoriali programmati dalla Regione si propongono in particolare di presentare i contenuti della deroga approvata dalla Commissione Europea a favore delle regioni del bacino padano-veneto: Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto.
“Attendiamo con particolare interesse l’incontro del prossimo 24 gennaio – dichiara Leonardo Bolis, presidente bergamasco e nazionale dei contoterzisti agrari – in quanto, secondo i nostri conti, la deroga concessa da Bruxelles sulla Direttiva nitrati rappresenterebbe una via d’uscita per circa il 10% delle imprese zootecniche lombarde. Si tratta di una boccata d’ossigeno per un numero piuttosto rilevante d’imprese, ma non certo della soluzione definitiva del problema”.
Quella dei nitrati, infatti, è una questione destinata ad avere rilevanti impatti anche nella nostra provincia. “In Bergamasca sono circa 50 i comuni di pianura sotto osservazione – sottolinea il direttore di ABIA, Enzo Cattaneo –, ovvero quelli in cui si rilevano apporti azotati di provenienza zootecnica non in linea con i limiti massimi individuati dalla direttiva: il che si traduce di fatto in una situazione problematica per ben 400 allevamenti di pianura, che gestiscono attualmente un patrimonio zootecnico complessivo di circa 40.000 bovini e 10.000 suini, oltre a diverse centinaia di migliaia di polli. A fronte di queste dimensioni del problema ABIA ritiene che si debbano ricercare soluzioni più strutturali rispetto alla pura e semplice applicazione del provvedimento di deroga”.
Durante l’incontro del 24 gennaio ABIA avanzerà di nuovo la proposta – già formulata nei mesi scorsi – di istituire una sorta di Borsa dei liquami, ossia un mercato virtuale in grado di favorire l’incontro tra domanda e offerta di terreni disponibili per lo spandimento dei reflui e che consenta di riportare le relative quotazioni su un apposito listino. Ciò permetterebbe di diminuire i carichi di azoto delle zone più vulnerabili e di delocalizzare parte di questi fertilizzanti naturali verso aree che ne sono invece carenti.