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Comunicato Stampa

Preoccupazione di Washington e Bruxelles per il contrabbando di armi in Ucraina

Le armi che i Paesi occidentali hanno donato a Kiev rischiano di finire nella mani sbagliate. Oppure ci sono già finite. Questo è l'allarme lanciato da Europol e Interpol, oltre che dal Ministero della Difesa russo, e che è stato preso in considerazione da Washington e Bruxelles.

EPA-EFE/SERGEY DOLZHENKOIl ministro della Difesa della Federazione Russa Sergey Shoigu ha denunciato la possibilità che una parte degli armamenti forniti all’Ucraina dai Paesi occidentali sia finita sul mercato nero e pure in Medio Oriente. Anche se gli uomini di Zelensky minimizzano e derubricano questi allarmi a “propaganda russa”, a Washington e a Bruxelles la prendono molto più seriamente. Intanto, dalle capitali occidentali fanno pressione su Kiev affinché vengano monitorate la distribuzione e la dotazione delle armi ricevute. Finalmente un sistema rinnovato per il tracciamento e il controllo delle armi, oltre all’analisi di tutti i dati relativi al conflitto, il SOTA, è stato annunciato dal governo ucraino. Adesso si attende di vederne al più presto i risultati.

Intanto, l’Unione Europea ha istituito quello che si chiama “EU Support Hub for Internal Security and Border Management”, un centro situato in Moldavia per agevolare le misure atte a garantire sicurezza rispetto a diversi fenomeni criminali tra cui il traffico illegale di armi. Lo ha comunicato Ylva Johansson, commissario agli affari interni della Commissione Europea, che ha spiegato che la UE offrirà alla Moldavia cooperazione e competenze per il contrasto ai pericoli che attualmente incombono su quella zona e di conseguenza sul territorio di tutti i Paesi membri. Tra di essi, la Repubblica Ceca ha donato qualcosa come 130 milioni di euro come aiuti militari all’Ucraina, e oggi il suo Ministro della Difesa esprime preoccupazione per la loro sorte. Dice il ministro Jana Černochová: “È difficile evitare il traffico o il contrabbando - non ce l’abbiamo fatta in ex Jugoslavia e probabilmente non lo eviteremo in Ucraina.”

Gli USA hanno invece investito miliardi di dollari nell’appoggio a Zelensky e ora temono la diffusione illegale dei loro stessi armamenti. Proprio Zelensky a marzo aveva concesso che le armi leggere venissero distribuite anche ai civili, e in questi mesi è altamente plausibile che molte di esse siano state vendute o scambiate dai cittadini stessi per fuggire dall’Ucraina. È quanto denunciato dall’Europol: i profughi ucraini possono aver ceduto le armi alla criminalità o come mezzo di corruzione per farsi portare oltre la frontiera in Europa o per avere denaro. Il sottosegretario di Stato americano per il controllo degli armamenti e gli affari di sicurezza internazionale Bonnie Jenkins ha detto che gli Stati Uniti prendono molto seriamente la faccenda e che si impegnano a cooperare con l’Ucraina per accertarsi che gli armamenti vengano mandati e usati come da programma.



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