ECONOMIA e FINANZA
Comunicato Stampa

Reddito di Cittadinanza, News 2023

Reddito di cittadinanza: quali sono le ultime notizie al riguardo dopo l’approvazione della Legge di Bilancio 2023? Una delle promesse del nuovo Governo durante la campagna elettorale è stata quella di intervenire sul Reddito di cittadinanza con l’obiettivo di abolire definitivamente la misura di sostegno e contrasto alla povertà. 

FotoDopo accesi dibattiti, alla fine l’esecutivo ha avuto la meglio ed è intervenuto con poche ma significative modifiche che protraggono la misura per tutto il 2023, per poi decadere a partire dal 1 gennaio 2024. 

Ecco, dunque, cosa prevede il Decreto e come cambiano le regole per l’ottenimento e l’utilizzo dell’RDC. 

Reddito di cittadinanza: cos’è?

In questi ultimi anni di RDC se ne è parlato molto e tutti, più o meno, abbiamo capito cos’è, a chi è rivolto e come funziona. Non sono mancate le critiche, legate perlopiù ad una mancata piena attuazione della misura.

Introdotto nel 2019 con DL n.4, convertito poi in L. 197/2019 il Reddito di cittadinanza nasce come strumento economico finalizzato a contrastare la povertà e a favorire l’inclusione sociale mediante l’integrazione dei redditi familiari di categorie sociali fragili e l’attuazione di politiche attive del lavoro. 

Nello specifico, sono tre gli obiettivi che la misura perseguiva:

l’integrazione al reddito, mediante un sostegno economico erogato attraverso una carta di pagamento elettronica da spendere solo per l’acquisto di determinati beni o il pagamento di affitti e bollette;
Percorsi di reinserimento lavorativo, accompagnati dalla sottoscrizione di Dichiarazione di Immediata Disponibilità al Lavoro e di un Patto Per l’inclusione sociale firmato presso gli uffici dei servizi sociali del comune di residenza del sottoscrivente;
Percorsi personalizzati di inserimento lavorativo e inclusione sociale.

Il mancato raccordo tra gli istituti coinvolti nel favorire il reinserimento lavorativo dei lavoratori e le difficoltà tecniche legate all’attuazione delle stesse (unite anche ad episodi di truffe e mancati controlli) hanno rappresentato un forte limite alla concreta attuazione della misura e il motivo principale delle critiche mosse sia a livello istituzionale che sociale. 

Tutto questo ha rappresentato la base per gli interventi del Governo attuale che ha completamente stravolto la misura. 

Durata del beneficio

Un primo intervento incisivo riguarda la durata di conferimento del sostegno economico, ridotto dai 18 mesi previsti dalla prima legge a 7 mesi a partire dal 1 gennaio 2023.

Resta invariata, invece, la precedente durata per tutti quei soggetti a cui spetta la Pensione di Cittadinanza, un sostegno economico analogo al Reddito, ma riservato a:

- nuclei familiari i cui componenti abbiano un’età pari o superiore ai 67 anni;
- nuclei familiari composto da persone di età inferiore a 67 anni ma in condizione di disabilità grave o non autosufficienza;
- nuclei familiari con minorenni.

Nuove regole per gli occupabili

Dal 1 gennaio 2023 viene meno uno degli obiettivi che il RDC avrebbe dovuto realizzare, ossia quello riguardante la stipula del Patto per il Lavoro e quello per l’inclusione. Viene così meno  il ruolo che avrebbero dovuto ricoprire i Centri per l’Impiego e i servizi sociali comunali nel reinserimento lavorativo e sociale del percettore ma, come abbiamo visto, questo non è avvenuto, indebolendo di fatto l’intero impianto della misura economica. 

In attesa di ulteriori chiarimenti in merito al ricollocamento dei percettori, dalla Legge di Bilancio sono emerse alcune linee guida da seguire e valide per tutti i soggetti lavorativamente occupabili, ossia quelli di età compresa tra i 18 e i 59 anni. 

Per tutti questi è stato chiarito l’obbligo di frequentare un corso di formazione o riqualificazione professionale della durata di sei mesi, la cui mancata frequenza comporta la decadenza dalla prestazione per il nucleo del beneficiario del Reddito.
I percettori di età compresa tra i 18 e i 29 anni che non hanno assolto al completamento del ciclo di studi obbligatorio devono frequentare percorsi di istruzione di I livello ai fini dell’erogazione del beneficio.
I comuni devono provvedere a collocare tutti i beneficiari residenti (e non più solo ⅓) in lavori socialmente utili.
Essendo stata abolito il riferimento all’accettazione del lavoro in base ad un’offerta congrua, ne consegue che in caso di rifiuto alla prima chiamata si decade dal beneficio economico, salvo casi particolari, legati perlopiù a motivi di salute.

Reddito di Cittadinanza 2023: gli importi

Pur rimanendo invariati gli importi percepiti, l’intervento dell’esecutivo ha apportato alcune modifiche anche in questo campo.

Sappiamo che il RDC o la Pensione di Cittadinanza sono erogati sotto forma di beneficio economico il cui importo è determinato dalla somma di una componente una componente integrativa del reddito familiare (cd Quota A) e un eventuale contributo per l’affitto o per il mutuo (Quota B).

Nel primo caso l’importo si determina moltiplicando il relativo parametro della scala di equivalenza ai fini del RdC o PdC per 6.000 euro per l’RDC o 7.650 euro per la Pensione di Cittadinanza.

Il secondo corrisponde all’importo del canone d’affitto (o alla rata del mutuo) fino ad un massimo di 280 euro o 150 euro mensili rispettivamente nel caso di RDC o PDC. 

Fino all’ultima modifica, al percettore cui veniva corrisposta anche la quota B era responsabile della corresponsione del canone d’affitto o della rata del mutuo al proprietario dell’immobile o alla banca. 

Dal 2023, invece, la quota B relativa all’affitto viene versata direttamente al locatore con modalità ancora in via di definizione. 

Un ultimo aspetto riguarda i contratti di lavoro stagionale o intermittente stipulati: il maggior reddito da lavoro percepito non rileva ai fini della determinazione del beneficio, a condizione però che non venga superato il tetto massimo fissato in 3.000 euro lordi. 

Requisiti per la domanda

Nulla cambia, invece, per quanto riguarda i requisiti richiesti ai fini di presentazione della domanda per il riconoscimento del RDC. Questi requisiti riguardano:

Cittadinanza e residenza
essere cittadino italiano o di un paese dell’Unione europea;
essere familiare di un cittadino italiano o comunitario in possesso di diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente;
essere cittadino di Paesi terzi o apolide in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiorni di lungo periodo;
essere titolare di protezione internazionale;
residenza in Italia da almeno dieci anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo. 
Non avere pendenze penali.

Requisiti economici
ISEE ordinario o minorenni in corso di validità inferiore a 9.360 euro. 
patrimonio immobiliare in Italia e all’estero inferiore a 30.000 euro, non considerando la casa di abitazione;
patrimonio mobiliare (ad esempio depositi, conti correnti, ecc…) inferiore a: 6.000 euro per i nuclei composti da un solo componente; 8.000 euro per i nuclei composti da due componenti; 10.000 euro per i nuclei composti da tre o più componenti, incrementati di 1.000 euro per ogni figlio a partire dal terzo, incrementati di 5000 euro per ogni componente della famiglia portatore di disabilità grave;

Non essere intestatario di:
–  autoveicoli immatricolati per la prima volta nei sei mesi antecedenti la domanda di RdC;
– autoveicoli di cilindrata superiore a 1.600 cc;
– motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc, immatricolati entrambi per la prima volta nei due anni antecedenti la domanda, eccetto fiscalmente agevolati in favore di persone con disabilità;
-navi e imbarcazioni da diporto.

Agevolazioni per le imprese private

Un’importante novità riguarda la possibilità riconosciuta ai datori privati che assumono i beneficiari con un contratto di lavoro a tempo indeterminato di essere esentati dal versamento del 100% dei contributi previdenziali. 

Come presentare la domanda per Reddito di Cittadinanza 2023

La domanda per il RDC o PDC può essere presentata attraverso diversi canali:

- presso le Poste Italiane;
- in modalità telematica, accedendo al portale redditodicittadinanza.gov.it;
- presso CAF o patronati;
- sul sito dell’INPS.



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