Responsabilità solidale tributaria negli appalti: onere inaccettabile su spalle imprese
Lo scorso 12 agosto, con il cosiddetto Decreto Crescita è entrata in vigore la normativa sulla “responsabilità solidale tributaria” nell’ambito dei contratti di appalto e subappalto di opere e servizi (D.L. numero 83 del 2012 art. 13-ter). Una norma che di fatto scarica sulle aziende l’onere di controllare il corretto pagamento delle imposte da parte delle imprese fornitrici.
Più esattamente, la disposizione prevede che l’appaltatore e il committente siano responsabili anche per il versamento di ritenute sui redditi di lavoro dipendente e Iva dovute dal subappaltatore per quanto riguarda le prestazioni effettuate nell’ambito del contratto.
In altre parole, con questa norma lo Stato chiede che siano le imprese a rispondere del corretto pagamento delle imposte da parte di altri soggetti.
In che modo avviene questo controllo? Il committente deve chiedere all’appaltatore “idonea documentazione” che provi la regolarità dei versamenti di Iva e ritenute (pena pesanti sanzioni amministrative che possono arrivare fino a 200.000 euro). L’appaltatore a sua volta deve chiedere la stessa documentazione a tutti i subappaltatori.
Inoltre, la norma prevede che il committente e l’appaltatore, finché non ricevono questa documentazione, possano sospendere il pagamento delle fatture dovute al subappaltatore: fatto che, nella pratica, sta ritardando ancora di più i pagamenti dei fornitori (già compromessi dalla scarsa liquidità).
Tenuto conto delle pesanti sanzioni, le aziende chiedono la documentazione al creditore prima di pagare la fattura, e visto che spesso non è semplice distinguere i vari tipi di contratto (appalto, fornitura, prestazione d’opera, ecc.), nel dubbio, si sentono obbligate a chiedere in ogni caso la dichiarazione.
“Il buon senso vorrebbe che un compito ispettivo così delicato facesse capo all’Amministrazione Finanziaria e non alle imprese, che devono farsi carico di un ruolo di controllo che non gli compete, oltretutto impiegando tempo e risorse proprie” afferma Daniele Salati Chiodini, Vice Presidente di Unindustria Bologna con delega al Credito e alle Politiche fiscali.
“A chi si candida a guidare il Paese nel prossimo Governo, chiediamo di abolire al più presto questa ingiusta ed inapplicabile norma che sta provocando ritardi inaccettabili nei pagamenti delle fatture, e che alimenta una burocrazia già abnorme, accrescendo i costi e facendo produrre montagne di carta anche per contratti esigui”, aggiunge Salati Chiodini.
“Nessuno può rispondere dei mancati versamenti di altri soggetti. È necessario evitare che le conseguenze di questa legge possano definitivamente compromettere la già delicata situazione economica delle nostre aziende”, conclude il Vice Presidente di Unindustria Bologna.
Elena Boromeo
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