SALUTE e MEDICINA
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Staminali: cura compassionevole o conflitti di interesse?

07/09/12

Quest’anno ferie lunghe e il blog risente di oltre un mese di latitanza estiva. Si ricomincia con l’imbarazzo della scelta: il decreto Balduzzi? Il rifiuto della nutrizione da parte del Cardinal Martini? No, a conquistare il primo post del rientro è la surreale vicenda della piccola Celeste affetta da atrofia muscolare spinale (SMA) di tipo I e trattata dal dott. Marino Andolina con trapianti di cellule staminali mesenchimali adulte. Le dichiarazioni del pediatra, alimentate dall’immancabile tempesta mediatica, hanno legittimato l’efficacia di questo trattamento: lui ha scoperto una terapia salvavita, mentre la comunità scientifica e le istituzioni (AIFA in particolare) non credono al miracolo, negano il trattamento ad altri pazienti con la stessa malattia e vogliono condannare a morte la piccola Celeste.

Ma come stanno realmente le cose? A che punto è veramente la ricerca sulla SMA? Quali sono i trattamenti di efficacia provata? La cura del dott. Andolina è supportata da evidenze scientifiche?

Questa volta nessuna revisione sistematica della letteratura: la risposta arriva da un gruppo di ricercatori, medici e associazioni di pazienti con una lettera pubblicata da QuotidianoSanità. Ecco i punti fondamentali:

Numerosi gruppi di ricerca, a cui il nostro Paese partecipa attivamente, stanno lavorando per identificare una terapia efficace per la SMA, obiettivo primario della comunità scientifica, oltre che delle associazioni di pazienti e delle famiglie.
Per la SMA esistono una decina di potenziali terapie (di cui alcune basate sull’uso delle cellule staminali) supportate da dati preliminari pubblicati su riviste scientifiche specializzate. Molte di queste potenziali terapie sono ancora in attesa di passare alla sperimentazione clinica: questo avverrà solo quando sarà dimostrato alle Istituzioni preposte alla salvaguardia della salute dei cittadini, che i possibili benefici per i pazienti sono superiori ai rischi.
Sull’efficacia del trapianto di cellule staminali adulte proposto dal dott. Andolina, non è stato ad oggi prodotto o pubblicato alcun dato scientifico che ne supporti l’efficacia. Gli unici dati disponibili sono le comunicazioni dello stesso pediatra ai media e quelle della famiglia della piccola Celeste.
I risultati preliminari di cinque bambini trattati all’Ospedale Burlo Garofalo di Trieste con il “protocollo Andolina” non hanno avuto miglioramenti tali da potere essere considerati “fuori pericolo”, nè hanno mostrato alcuna evidenza di miglioramento dopo il trattamento.



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