Tumore al seno: all’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea qualità di vita da primato europeo
La qualità di vita, al centro del progetto All around Patients sostenuto da Roche, è oggi parte integrante della terapia contro il tumore al seno ed è perseguita anche attraverso la sperimentazione clinica di formulazioni terapeutiche innovative,meno invasive e in grado di diminuire l’impatto delle cure, come gli anticorpi monoclonali a somministrazione sottocutanea.
L’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea presenta oggi alla stampa e all’opinione pubblica il suo impegno a 360° contro il tumore al seno, che vede le pazienti al centro di tutti i percorsi diagnostici e terapeutici per assicurare loro, insieme all’efficacia delle cure, la migliore qualità di vita. L’evento s’inserisce nel progetto itinerante All around Patients sostenuto da Roche e volto a far conoscere l’impegno delle strutture ospedaliere italiane nella lotta al tumore al seno.
L’incontro si svolge sotto i migliori auspici alla luce della recente decisione della Società Europea di Oncologia Medica (ESMO) di inserire l’Unità Operativa Complessa di Oncologia Medica del Sant’Andrea nella lista dei Designated Centers of Integrated Oncology and Palliative Care, i Centri d’eccellenza che integrano nei loro percorsi diagnostico-terapeutici le migliori strategie di supporto per la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie.
Quest’anno in tutto il mondo sono solo 16 i Centri per il 2012 che soddisfano i rigorosi criteri di inclusione previsti dall’ESMO e che perseguono l’obiettivo del miglioramento della qualità di vita anche attraverso il forte impegno sul fronte della sperimentazione di terapie e formulazioni più tollerabili e meno invasive.
«Il riconoscimento di una Società scientifica rigorosa e prestigiosa come l’ESMO testimonia come la sinergia tra l'integrazione multidisciplinare e la ricerca scientifica, come quella realizzata dall’U.O.C. di Oncologia Medica, ci permette di offrire ai pazienti la migliore assistenza possibile» – afferma Vincenzo Ziparo Preside della Facoltà di Medicina e Psicologia della “Sapienza” Università di Roma.
Al Sant’Andrea l’attenzione alla qualità della vita del paziente non è affidata alla buona volontà del singolo ma è perseguita sulla base di una precisa metodologia, validata secondo i criteri della comunità scientifica internazionale. «Vediamo riconosciuto il nostro impegno volto a integrare le competenze e a promuovere un approccio multidisciplinare per offrire un percorso di cura condiviso e ben strutturato, nel quale la paziente è al centro» – afferma Maria Paola Corradi Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera.
Ogni anno nel Lazio si registrano circa 4.300 nuovi casi di tumore al seno. L’aspettativa di vita delle pazienti è in costante miglioramento grazie alla diagnosi precoce e a terapie sempre più mirate e potenti. Negli ultimi anni l’attenzione dei clinici si è concentrata sulla qualità di vita, anche in considerazione dell’impatto che questo aspetto può avere sull’adesione delle pazienti alle terapie e quindi sulla loro stessa efficacia.
«Il problema della tossicità e della tollerabilità dei farmaci oncologici è rilevante: negli studi registrativi, dal 10 al 20% delle pazienti, 1 donna su 5, per via della pesantezza degli effetti collaterali non riesce a continuare una terapia che potrebbe prolungarle la vita in modo significativo», afferma Paolo Marchetti, ordinario di Oncologia Medica e Direttore dell’U.O.C. Oncologia Medica dell’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea. “Tanto più si riesce a offrire un trattamento efficace senza tossicità, tanto più esso si tradurrà in un vantaggio in termini di sopravvivenza e di controllo della malattia. In questa logica, che contempla anche la riduzione dell’impatto delle terapie sulla vita delle donne, l’attività di ricerca sperimentale è orientata anche verso innovative modalità di somministrazione dei farmaci, come il sottocute”.
L’eccellenza riconosciuta dall’ESMO al Sant’Andrea non significa solo percorsi diagnostico-terapeutici integrati di altissimo livello e quindi il miglior servizio assistenziale e le migliori terapie, ma anche la possibilità per le pazienti di partecipare alle sperimentazioni internazionali e di fruire da subito delle innovazioni in grado di migliorare la qualità della vita.
Senza ricerca non si possono costruire percorsi di eccellenza: Linee Guida e Ricerca sono due punti fermi in medicina, tanto più in Oncologia Medica, una scienza che sta viaggiando alla velocità della luce verso traguardi e sfide fino a pochi anni fa impensabili. Un’accelerazione cui le stesse pazienti partecipano in modo determinante: come sottolinea la dottoressa Adriana Bonifacino, Responsabile dell’Unità di Diagnosi e Terapia in Senologia dell’A.O. Sant’Andrea e Presidente dell’Associazione IncontraDonna Onlus, «sono ormai le donne stesse che richiedono quali siano i Centri di cura con trials clinici e che pongono allo specialista oncologo domande appropriate in merito, grazie anche a un’informazione molto più capillare e approfondita sulla questione trials, ma sicuramente si può fare di più per renderle ancora più consapevoli in merito alle possibilità di cura».
Ne è un esempio la sperimentazione clinica sulla nuova modalità di somministrazione sottocutanea di trastuzumab, anticorpo monoclonale indicato per il tumore al seno HER2 positivo: i dati dello studio internazionale di fase III, HannaH, condotto su donne con carcinoma mammario in stadio precoce HER2 positivo, dimostrano che la formulazione sottocute ha un’efficacia sovrapponibile a quella somministrata per endovena, attualmente in uso, con il grande vantaggio però di migliorare la qualità di vita delle pazienti grazie alla sua praticità legata a tempi di infusione più brevi (5 minuti rispetto a 30-90 minuti dell’infusione) e ad una minore invasività.
L’uso della formulazione sottocute, inoltre, potrebbe avere anche importanti ricadute positive sui conti della sanità pubblica. Come rileva la dottoressa Caterina Maesano, Responsabile dell’U.O. Farmacia dell’A.O. Sant’Andrea, «i vantaggi del sottocute dal punto di vista dei costi sanitari sono numerosi e sono stati verificati in Farmacia con lo studio avviato con il trastuzumab: riduzione dei tempi di allestimento, dei dispositivi impiegati, eliminazione degli scarti di farmaco, quantitativo minore di rifiuti prodotti. Tutto ciò si traduce sicuramente in una sensibile riduzione della spesa ospedaliera».
Ma la sperimentazione al Sant’Andrea riguarda anche due nuove efficaci opzioni terapeutiche per le pazienti affette da tumore HER2 positivo in fase avanzata: il primo è un nuovo anticorpo monoclonale, inibitore della dimerizzazione di HER2 in grado di impedire al recettore HER2 di accoppiarsi ad altri recettori, di inibire la crescita cellulare e di indurre la morte delle cellule tumorali; l’altro è un anticorpo-farmaco coniugato in fase sperimentale, in grado di legare trastuzumab e il chemioterapico DM1 utilizzando un linker stabile che inibisce la via di segnalazione cellulare HER2 e trasporta il farmaco chemioterapico direttamente all'interno delle cellule tumorali che iperesprimono il recettore HER2.
L’iperespressione del recettore HER2 è presente in circa il 20-30% dei tumori al seno e determina una prognosi meno favorevole: ora più che mai, dunque, è fondamentale eseguire il test per determinare la positività HER2 al momento della diagnosi, come indicano le Linee guida ASCO, in modo che il medico sia nelle condizioni di poter scegliere specifiche e più efficaci terapie mirate.
Numerosi, ben 13, e molto rigorosi i criteri d’inclusione richiesti dall’ESMO, ma l’Oncologia Medica del Sant’Andrea di Roma ha dimostrato di possedere la filosofia, le infrastrutture e gli strumenti operativi giusti. Come ad esempio la presenza di specialisti in grado di valutare e trattare il distress dei pazienti, cioè lo stress negativo causato dalla malattia, servizi d’assistenza domiciliare coordinati con i clinici e di supporto programmato ai familiari, ma anche di sollievo del carico assistenziale per i pazienti d’ambulatorio che non possono contare sull’aiuto in famiglia, oltre alla continuità assistenziale anche in fase avanzata di malattia.
In quest’ottica s’inseriscono le numerose attività di sostegno, dal supporto nutrizionale all’attività fisica, ma anche il prezioso intervento della psiconcologia: come spiega la dottoressa Anna Costantini, Direttore U.O. Psiconcologia A.O. Sant’Andrea e Presidente della Società Italiana di Psico-Oncologia, «gli interventi di supporto psiconcologico sono diversi a seconda della fase e dello stadio di malattia. Accogliere, informare e supportare pazienti e familiari sono gli ingredienti del nostro lavoro sempre integrato con quello degli oncologi, dei chirurghi e dei radioterapisti».
Accompagnare le pazienti per mano durante il loro percorso di cura, aiutarle, attraverso la ricerca, le terapie e il supporto psicologico, ad affrontare la prova più difficile della loro vita: questo significa, per il Sant’Andrea, promuovere un’assistenza All around Patients, progettata cioè “tutta intorno” alle donne con tumore al seno e alla qualità della loro vita.