MInori fuori dalla famiglia di origine
I minori fuori dal loro nucleo familiare sono oltre 28.000 e sono divisi a metà tra famiglie affidatarie e le Comunità residenziali.
Al compimento del 18° anno, molti minori ospiti delle Case Famiglia si ritrovano soli, abbandonati al loro destino ingeneroso e molto spesso al 18° compleanno sulla torta ci sono preoccupazioni invece di candeline, perché la maggiore età per i minori abbandonati si rappresenta come una disgrazia, un senso di vuoto, precarietà e nessuna certezza.
Appena i ragazzi diventano maggiorenni non hanno più la sicurezza di un tetto e di un piatto a tavola, niente più assistenza, né vitto né alloggio. Compiere 18 anni significa quasi sempre perdere ogni tutela e forma di assistenza.
I minori fuori dal nucleo di origine sono 28.449, divisi a metà tra famiglie affidatarie (14.194) e comunità residenziali (14.255).
In Italia il 60% degli affidamenti si protrae per oltre 2 anni e il 31,7% supera i 4 anni.
In molti casi ci sono affidamenti di minori a Strutture ospitanti per cui il rientro nella famiglia di origine non è possibile anche quando diventa maggiorenne: in questi casi, pertanto, è necessario che gli Enti locali assumano deliberazioni per proseguire l’affidamento fino al ventunesimo anno di età sulla base di un progetto specifico (vedi anche il proseguo amministrativo che può essere disposto dal Tribunale per i minorenni) e consentire l’autonomo inserimento sociale degli affidati al fine di creare le condizioni per il raggiungimento di una sufficiente autonomia da parte degli affidati.
La prosecuzione degli affidamenti secondo la legge si può rendere necessaria oltre i 21 anni, quando l’ affidato è portatore di handicap o gravemente malato e non è grado di inserirsi autonomamente nella società.
L’autonomia molto spesso non coincide con il raggiungimento della maggiore età, la sospensione dell’intervento socio-assistenziale rischierebbe di non portare a totale compimento il progetto formulato dai servizi sul giovane.
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