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Comunicato Stampa

Se tuo figlio non apprende

Chiediamoci cosa accade quando i nostri figli non apprendono. L'apprendimento si nutre di coinvolgimento e gratificazione.

FotoSe tuo figlio non impara, perché succede? Le ragioni sono tante, ma è importante capire il perché. Spesso, i ragazzi non apprendono perché non si sentono gratificati. Come dice Galimberti, i ragazzi non imparano perché nessuno li gratifica: la scuola, a volte, li ha dimenticati.

Se tuo figlio ha difficoltà ad apprendere, è utile cercare le variabili svantaggiose. L’apprendimento è un processo che si sviluppa nel tempo, attraverso l’esperienza. Però, non basta fare esperienza: bisogna che questa sia di qualità. È fondamentale offrire molte opportunità diverse per imparare una nuova abilità, adattando l’approccio alle caratteristiche uniche di ogni bambino o ragazzo. Inoltre, l’apprendimento si nutre di coinvolgimento, passione e amore. Se tuo figlio non impara, potrebbe essere utile lavorare sulle variabili che ostacolano il processo, come la mancanza di stimoli interessanti o di gratificazioni da parte degli adulti. Ricordiamoci che passione e amore sono il motore della motivazione a imparare.

Cosa possiamo fare concretamente per aiutare i giovani a imparare meglio? Si può sempre fare molto! Per esempio, tornare a una pedagogia più umana, come quella di un tempo, quando si diceva “mi stai a cuore”. Questo significa mostrare interesse, attenzione e cura, sia a casa che a scuola. La scuola, infatti, ha il compito di educare, non solo di istruire. Come dice Galimberti, “la scuola italiana istruisce ma non educa”: riempie le aule di libri, ma dimentica l’aspetto umano. Educare significa sviluppare competenze cognitive, emotive e metacognitive. È importante anche riconoscere gli errori dei ragazzi e insegnare loro che sbagliare non è un nemico, ma un’opportunità di crescita. L’errore può essere un alleato dell’apprendimento, se lo affrontiamo con la giusta mentalità. Offriamo esperienze di apprendimento che siano significative, gioiose e piene di curiosità. Se i bambini e i ragazzi imparano con paura di sbagliare o per paura dei voti, si crea un cortocircuito emotivo che può bloccare la memoria e l’apprendimento.

I benefici di amare e gratificare i nostri figli durante l’apprendimento sono evidenti. Devono sentirsi amati e riconosciuti, così sviluppano la voglia di imparare, di scoprire nuove passioni e competenze. La storia della pedagogia ci insegna che l’apprendimento funziona meglio quando si basa sulla curiosità, sul confronto e sul metodo del “provare e sbagliare”. Ricordiamoci che i grandi maestri del passato, come Socrate, non stavano seduti a insegnare passivamente: andavano tra la gente, facevano domande e stimolavano il pensiero critico. Quando i giovani si sentono gratificati, trovano la motivazione per migliorarsi e per amare ciò che imparano.

Infine, un consiglio importante: se tuo figlio non impara, non è perché non si impegna. Spesso si sente dire “è intelligente, ma non si impegna”. Ma questa è una convinzione sbagliata. Se fosse davvero intelligente, perché dovrebbe decidere di non impegnarsi? Piuttosto, verifica quante opportunità di qualità gli vengono offerte per imparare. La motivazione nasce anche dal modo in cui gli si dà supporto e stimoli.



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Pedagogia Monica Oneglia
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